Il Barcellona può stare tranquillo. Nella Cantera c’è ancora vita. Le giovani promesse blaugrana si sono infatti aggiudicate la Youth League, la Champions League dei giovani volendo semplificare al massimo, battendo in finale il Chelsea con un netto 3-0.
Un trofeo, tra i più prestigiosi della categoria, che fa tirare un sospiro di sollievo alla dirigenza del Barça alle prese con un delicato periodo di transizione che con la generazione dei vari Xavi ed Iniesta giunta ormai al tramonto, dovrà portare ad un nuovo corso attingendo dalla Masia, la struttura di formazione del vivaio del club catalano. E di materiale interessante sembra essercene.
A partire da Alejandro Marqués, mattatore dell’atto finale della Youth League. Il venezuelano, classe 2000, ha infatti lasciato il segno siglando una doppietta che, con il gol dello spagnolo Abel Ruiz, ha consentito al Barcellona di aggiudicarsi il trofeo per la seconda volta nella storia.
Marqués si conferma dunque un giovane di qualità. Ciò che in realtà più stupisce è il fatto che le sue caratteristiche sono per certi versi atipiche rispetto a come siamo abituati ad immaginare il Barcellona. Chi si aspetta il brevilineo tutto dribbling e velocità resterà deluso. Alejandro Marqués ha infatti poco a che fare con i Messi, i Villa e compagnia cantante. Il venezuelano, viceversa, è il classico centravanti di sfondamento. Quello a cui affidare il pallone per far salire la squadra. Volendo fare riferimento alla storia recente del Barça, una sorta di Ibrahimovic o, paragone forse più fortunato, un alter-ego di Suarez.
Altri due prospetti interessanti messisi in mostra durante tutto l’arco della competizione ed in particolare nella finale con il Chelsea, sono due centrocampisti: Alex Collado e Riqui Puig. Entrambi classe ’99, si sono distinti per l’acume tattico, la qualità delle giocate e la sapienza con cui hanno gestito la manovra e le varie fasi di gioco. Si tratta di due giocatori che, per caratteristiche, ricordano inevitabilmente indovinate chi? Xavi e Iniesta ovviamente. Insomma, come dicevamo in premessa, a Barcellona possono stare tranquilli. Perché gira e rigira, ad un certo punto tutto torna. Ed il futuro, improvvisamente, fa un po’ meno paura.