Chissà come gongola Claudio Lotito. La sua Lazio è probabilmente la vera sorpresa di questo campionato. Merito, soprattutto, del suo timoniere; quel Simone Inzaghi che è stato richiamato sulla panchina biancoceleste a poche ore dall’inizio del ritiro di Auronzo dopo che la società aveva inseguito a lungo, invano, Marcelo El loco Bielsa. Impossibile dire come sarebbero potute andare le cose con il tecnico argentino in panchina.
Quel che invece è certo è che la creatura di Inzaghi oltre a macinare punti in campionato si è trasformata in pochi mesi in una potenziale macchina da soldi. A certificarlo sono i numeri. O meglio, il valore di mercato attuale della rosa biancoceleste.
Affidandoci al sito Transfermarkt, il più autorevole per l’analisi che abbiamo effettuato, abbiamo incrociato il valore di mercato della rosa, giocatore per giocatore, ad inizio stagione con il valore attuale. L’organico 2016/2017, costituito stabilmente da 25 giocatori, aveva un valore di partenza al 15 luglio 2016 pari a 141,55 milioni di euro. Il valore attuale è invece pari a 165,45 milioni di euro. Si tratta, dunque, di un incremento pari al 17% ovvero 23,90 milioni. Decisamente niente male. I giocatori che hanno registrato la maggiore rivalutazione sono Biglia e Felipe Anderson, entrambi con un plusvalore pari a 5 milioni di euro. Per il capitano si tratta di un incremento pari al 33% considerato che partiva da una valutazione originaria di 15 milioni; il valore del brasiliano cresce invece del 26% arrivando a 24 milioni da un valore iniziale di 19. Proprio il numero 10 della squadra di Inzaghi, con i suoi 24 milioni, è oggi il pezzo pregiato della compagnia. Considerevole anche la rivalutazione di Keita (+31%) e De Vrij (+25%) che partivano rispettivamente da un valore di mercato di 13 e 16 milioni e registrano un incremento di 4 milioni a testa. In salita anche le quotazioni di Immobile e Milinkovic-Savic la cui rivalutazione pari a 3 milioni di euro porta il valore di mercato del centravanti da 10 a 13 milioni (+30%) e quello del jolly serbo da 9 a 12 (+33%). Senza considerare l’esplosione dei giovanissimi saliti dalla Primavera, Milinkovic-Savic e Biglia sono i giocatori con la maggiore rivalutazione in termini percentuali. Insieme a Fortuna Wallace che nonostante lo sciagurato doppio passo nel derby di andata in campionato è riuscito gradualmente a riconquistare la fiducia di Inzaghi e valore di mercato, guadagnano anche lui un 33% e portandosi ad una valutazione di 8 milioni rispetto ad un valore di partenza di 6. C’è anche chi però in questi mesi ha invece perso valore. Si tratta di Federico Marchetti (-25%, da 4 a 3 milioni), Dusan Basta (-13%, da 4 a 3,5 milioni) e soprattutto Filip Djordjevic che ha visto la sua valutazione ridursi del 35% scendendo da 4,5 a 2,8 milioni.
Considerata la crescita generalizzata del valore della rosa in questi mesi, c’è un altro dato che rende ancora meglio l’enorme lavoro fatto da Inzaghi. Confrontando infatti il costo di acquisto dei giocatori con il loro valore attuale la rivalutazione è pari a 70,10 milioni (+74%). Tenuto conto che buona parte dei cartellini è già abbondantemente ammortizzata, in caso di cessione dei pezzi pregiati per Claudio Lotito fioccherebbero plusvalenze. Il differenziale maggiore lo fa registrare Keita che è arrivato praticamente gratis (la Lazio lo ha pagato 0,3 milioni) ed oggi 16,7 milioni in più. Niente male neanche la crescita di Felipe Anderson che, come il suo compagno di reparto senegalese, vale 16,5 milioni in più rispetto ai 7,5 che la Lotito ha versato per strapparlo al Santos. Le altre due galline dalle uova d’oro sono gli altri due giocatori molto corteggiati dei biancocelesti: De Vrij e Biglia. L’olandese oggi vale 13 milioni in più rispetto ai 7 pagati dalla Lazio per portarlo a Roma. Il regista argentino ha invece registrato una crescita di 11,6 milioni di euro rispetto ad un cartellino pagato 8,4.
È evidente come in tutte queste valutazioni pesino anche almeno altri due parametri: scadenza del contratto ed impiego con le rispettive nazionali. Ad esempio, Biglia è un titolare inamovibile della nazionale argentina mentre Keita a gennaio ha disputato, per altro da protagonista, la sua prima Coppa d’Africa. Resta però il fatto che la stagione di un giocatore è prevalentemente legata alla squadra di club in cui milita. C’è da scommettere che Claudio Lotito, che chi frequenta l’ambiente capitolino conosce anche come uomo di chiesa molto devoto, avrà probabilmente acceso almeno un cero in onore di qualche santo. Quello che ha favorito il rifiuto di Bielsa e l’immediato richiamo di Simone Inzaghi che già aveva preso la via per Salerno. Sembra che El loco abbia declinato l’offerta dei biancocelesti perché la società non garantiva un mercato all’altezza delle sue aspettative (o delle sue bizze, il caso Pato docet). Simone Inzaghi invece, senza colpo ferire, ha costruito un mix di esperienza e spensieratezza valorizzando i prodotti del “suo” vivaio. Lui infatti, ex tecnico della Primavera, non ha avuto paura di lanciare nella mischia all’occorrenza i vari Strakosha, Murgia, Lombardi, Crecco e Rossi. Ragazzi che oggi si sono dimostrati ricambi affidabili e che domani avranno un sicuro avvenire. Magari nella Lazio stessa. Perché per Claudio Lotito l’occasione di fare cassa al termine di questa stagione è veramente ghiotta.