Dopo Alisson la A.S. Roma 2017/2018 continua poco alla volta a scoprire i suoi talenti. Il lavoro di Monchi inizia finalmente a dare i suoi frutti. Nonostante una classifica in via di definizione e che allo stato attuale non assicura la Champions League il prossimo anno ed il probabile zero alla voce trofei di fine anno, si intravede però un percorso di pianificazione che incoraggia i tifosi giallorossi a pensare positivo per gli anni a venire. L’esempio lampante è forse quello di Cengiz Ünder, giovane promessa turca troppo presto etichettata per bollita ad inizio stagione ma ora principale indiziato per cambiare le sorti attuali e future dei capitolini.
Cengiz Ünder nasce il 14 luglio 1997 nel cuore della Turchia asiatica (regione di Marmara, accanto l’omonimo mare) ma cresce a Smirne, cittadina ricca di storia: devastata nel 178 da un terremoto, fu subito ricostruita dall’imperatore romano Marco Aurelio (tutto torna). Nella zona est della città Under tira i primi calci al pallone in un’era dove il calcio turco vive un piccolo declino dopo i fasti di fine secolo fra le imprese del Galatasaray e quelle della Turchia al Mondiale in Corea e Giappone del 2002.
Milita prima nelle giovanili del Bucaspor, fra i 10 e i 16 anni, e poi in quelle dell’Altinordu, riuscendo a debuttare nella First League turca (corrispondente alla nostra serie B) all’età di 17 anni. Non moltissime soddisfazioni per il club (l’ultima presenza nella massima divisione turca risale agli anni 70), ma tantissima notorietà che gli vale diverse convocazioni anche nelle nazionali giovanili, Under 18, Under 19 e, successivamente, Under 21.
In questi anni Cengiz Ünder capita una prima volta per caso nella nostra penisola. Durante le qualificazioni per l’Europeo Under 19 del 2016, dopo la prima fase a Baku, la Turchia finisce infatti nel girone con l’Italia. I biancorossi giocano a Caldogno e Vicenza, battendo Svizzera e Israele e pareggiano 2-2 nei minuti finali contro l’Italia che sarebbe poi arrivata seconda nelle fasi finali di quel torneo. Cengiz Ünder segna due reti su rigore all’Ucraina e alla Svizzera, disputando poi un’ottima partita contro gli azzurrini: in marcatura il giovanissimo Federico Dimarco, più volte messo in difficoltà sulla corsia destra. Gli azzurri passano solo per la differenza reti, ma Ünder si afferma in patria e fra le giovani promesse europee.
L’unico problema è che gli manca ancora un l’esperienza nella massima divisione turca. Il salto nella SuperLig arriva infatti in maniera graduale ed anche quando arriva il momento di vedersela con i grandi Cengiz Ünder non parte con una delle big del calcio turco che, a dire la verità, lo snobbano piuttosto; l’approdo in massima serie è invece attraverso una delle squadre più nuove e moderne del calcio turco, dell’İstanbul Başakşehir. Un percorso che fa apparire Cengiz Ünder quasi un Prescelto del calcio turco del domani.
La squadra di Istanbul sembra in effetti l’ambiente ideale per lo svezzamento di una giovane promessa all’esordio tra i grandi. Il club, in costante crescita e con due quarti posti alle spalle, se lo porta a casa per quasi 5 milioni. Nel club del Bosforo più vicino ad Erdogan Cengiz Ünder assaggia per la prima volta il calcio che conta ed assapora l’atmosfera delle coppe europee, disputando però soltanto 4 gare di turni preliminari in Europa League contro Rijeka e Shakhtar Donetsk.
Una rosa dall’età media molto alta (30 anni circa) e piena di vecchie glorie come Adebayor o l’ex interista Emre favorisce la crescita di Cengiz Ünder che prende presto in pugno le redini della squadra e disputa più della metà delle partite dell’intera stagione giocando dal primo minuto. Il modulo di base è il 4-2-3-1, ed il turco viene piazzato a sinistra nel terzetto che si muove alle spalle della punta. Dribbling, corsa, tante giocate di classe per smarcare i compagni e soprattutto una spiccatissima personalità: sono questi i fattori che lo rendono sempre imprevedibile palla al piede. Ma è specialmente quando ha la possibilità di lanciarsi in contropiede che diventa letale: doppio passo, via sul fondo e cross indistintamente con entrambi i piedi oppure finta alla Robben e vai a scaricare il bolide. A fine stagione si contano 9 reti e 7 assist più l’esordio in nazionale contro il Kosovo. I top club europei si muovono; a spuntarla è la Roma, che convince giocatore e club a declinare l’offerta del Manchester City.
Raccolto il parere del compatriota e compagno di nazionale Enes Ünal, uno che accettando il City ha finito presto per girare un po’ tutta l’Europa, e seguendo il consiglio del suo compagno di squadra Stefano Napoleoni, il 16 luglio Cengiz Ünder, 20 anni, sbarca nella Capitale per 13 milioni di euro più bonus (più percentuale in caso di rivendita futura) ed un bel quinquennale in tasca. C’è chi reputa l’operazione pura follia.
Un’estate fatta di qualche sprazzo (tutti si ricorderanno la rete contro il Tottenham) ed un inizio di campionato abbastanza indecifrabile, l’opinione di tifosi ed addetti ai lavori si spacca in due. C’è chi pensa che Cengiz Ünder non sia né carne, né pesce; e chi invece nutre e difende la sensazione che il turco sia una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Certo, la tecnica è spesso offuscata da qualche ingenuità di troppo come il pallone riconsegnato alla difesa del Chievo che ha mandato su tutte le furie Di Francesco oppure l’occasione fallita all’Olimpico contro il Napoli nel finale del match. Situazioni per certi versi normali per uno straniero, per di più così giovane, al primo impatto col calcio italiano. Ma di punto in bianco, proprio in quella Verona dove era rimasto vittima della peggiore ingenuità, ecco che Cengiz Ünder si rivela per quello che è: una bomba ad orologeria che esplode lasciando partire un missile che si spegne all’angolino dopo una bella azione personale e che regala alla Roma una vittoria che mancava da ben 6 partite.
Una liberazione; per Monchi, per Di Francesco, per i tifosi giallorossi e per lo stesso Cengiz Ünder per il quale le cose da quel momento in poi si mettono in discesa. Doppietta ed un assist pazzesco contro il Benevento; un altro bolide a Udine; il primo sigillo in Champions League e poi la palombella del San Paolo con la complicità di Mario Rui.
Testa apparentemente sulle spalle (nessuna richiesta al momento pervenuta sull’ingaggio o quant’altro da parte dell’agente) ed assoluta professionalità. A prescindere dal proseguo della stagione, Cengiz Ünder è oggi un punto da cui partire a costruire il futuro. Non solo per la Roma. Anche per la Turchia. Dove il giocatore, fra i tweet dei ministri e il chiacchiericcio sul significato politico delle sue esultanze, sta diventando un simbolo per una parte del Paese. E forse anche un caso.