Vince la squadra che ha saputo soffrire e rispettare un avversario arrembante, partito a cento all’ora e drasticamente calato dopo i primi trenta minuti di gioco. Un Genoa tanto fumo e poco arrosto, indirizza la partita su ritmi frenetici, ma l’assenza di un finalizzatore vanifica l’encomiabile aggressività.
La Juventus parte dalla vittoria di Manchester per rilanciarsi in campionato dove è ferma ad un solo punto. Un inizio di stagione segnato dai cambi di assetti e di interpreti e da un inseguimento spasmodico al modulo con il trequartista, temporaneamente accantonato nelle idee di Allegri. La Vecchia Signora deve ritrovare forza e solidità in difesa, al momento tenuta parzialmente a galla da uno strepitoso Buffon. Trova davanti un Genoa, a ranghi ridotti, ma voglioso di provare a fare punti contro un avversario che ha dato prova della propria vulnerabilità.
Gasperini, alle prese con un’infermeria oltremodo affollata, è costretto a rimodellare la squadra in funzione delle assenze. Opta dunque per il 4-3-3 e arretra Cissokho sulla linea di difesa, spostando Izzo sull’out di sinistra. Dzemaili viene schierato dal primo minuto al posto dell’infortunato Tino Costa, fermo per una lesione di secondo grado all’adduttore. Attacco privo di un centravanti di ruolo, con Ntcham, Perotti e D. Capel pronti a svariare sul fronte offensivo senza concedere punti di riferimento alla retroguardia avversaria. Allegri ripropone il 4-3-3 visto in settimana contro il Manchester City e conferma per nove undicesimi la formazione che ha espugnato l’Etihad Stadium. Evra viene dunque preferito ad Alex Sandro, mentre Barzagli concede un turno di riposo a Bonucci. Esordio assoluto per Mario Lemina, centrocampista classe ’93 ex-Olimpyque Marsiglia, lanciato a sorpresa al posto di Hernanes. In avanti Morata e Cuadrado agiscono alle spalle dell’ariete Mandzukic.
L’ampiezza della manovra genoana costringe subito le mezz’ali bianconere ad allargarsi per tamponare le sortite offensive rossoblù: i ritmi sono frenetici, e la Juventus è subito messa alle corde dalla pressione degli esterni del Genoa. Tutti gli interpreti di Gasperini svolgono alla perfezione compiti di copertura e ripartenza, gli attaccanti rientrano sui terzini fino al cuore della propria metà campo e sono pronti a colpire la retroguardia bianconera con velocità ed estro. Le rotazioni difensive della formazione di casa sono rodate e concepite nell’ottica di forzare il pressing piuttosto che ripiegare in arretramento. Al 12’ è proprio il Genoa a rendersi pericoloso in ripartenza con un’azione di forza di Ntcham: Il classe ‘96 allarga per Perotti, cross dentro per D. Capel che scavalca Evra sul contrasto aereo ma non trova la porta. Il tridente leggero scelto da Gasperini combina bene, con Ntcham intento a svolgere compiti di raccordo con il centrocampo e i due ex-Siviglia bravi a muoversi tra le linee. Al 22’ Pereyra prende il posto di Morata, costretto ad abbandonare il terreno di gioco per un infortunio muscolare. E’ proprio dai piedi dell’argentino che al 37’ sgorga l’azione del vantaggio bianconero: percussione del neo-entrato sull’out di sinistra, abile a pescare l’inserimento di Pogba, pallone che si stampa sulla traversa e rimbalza rovinosamente su Lamanna prima di superare la linea di porta. La Juventus trova il gol nel momento di un fisiologico calo della formazione di casa. Il Genoa collassa con tutti i suoi uomini nella propria metà campo, rinunciando a pressare i portatori di palla avversari. Piove sul bagnato per gli uomini di Gasperini: al 43’ su un suggerimento in profondità per Cuadrado, Izzo, già ammonito, stende ingenuamente il colombiano lanciato verso la porta. E’ doppio giallo per il difensore rossoblù. Genoa sotto di un uomo e sotto di un gol, e partita tutta in salita.
Nella ripresa Gasperini schiera D. Figueiras al posto di Perotti e ridisegna la squadra con un 3-4-1-1. Ma i terminali offensivi del Genoa faticano e tenere palla nella trequarti avversaria e a ripiegare in difesa con la stessa rapidità della prima frazione di gioco. La Juventus, approfittando della superiorità numerica, alterna momenti di gestione del possesso ad affondi in profondità condotti da Pereyra e Cuadrado. Altro cambio per Gasperini al 58’: sostituisce Dzemaili con Pandev, arretrando Ntcham sulla linea dei centrocampisti e disponendo D. Capel sulla trequarti proprio a sostegno del macedone. La mossa di Gasperini non fa in tempo a dare i suoi risultati che al 60’ Chiellini viene steso da D. Figueiras in area di rigore. Dal dischetto Pogba spiazza Lamanna, ed è raddoppio per la Juventus. Al 64’ Tatchidis rileva uno stanco Diego Capel, nel tentativo di restituire freschezza e qualità in fase d’impostazione, ma il Genoa, stremato, fatica ad elaborare trame di gioco pericolose. Pandev è troppo isolato e i centrocampisti del Genoa poco lucidi per cercare precisi suggerimenti in avanti. La ripresa scorre nel segno di una cauta gestione del risultato da parte degli uomini di Allegri. Pochi i sussulti nel finale, la Juventus può festeggiare la prima vittoria in campionato.
Genoa (4-3-3): Lamanna 5,5; Cissokho 5,5, De Maio 5, Burdisso 5,5, Izzo 4,5; Rincon 5, Dzemaili 6 (dal 58’ Pandev 5,5), Laxalt 6; Perotti 5,5 (dal 45’ D. Figueiras 5), Capel 6 (dal 64’ Tachtsidis 6), Ntcham 6.
A disp.: Ujkani, Sommariva, Marchese, Lazovic. All.: Gasperini.
Juventus (4-3-3): Buffon 6; Lichtsteiner 6, Barzagli 6,5, Chiellini 6, Evra 6,5; Sturaro 6, Lemina 6 (dal 76’ Hernanes 6), Pogba 7; Cuadrado 6,5, Mandzukic 5,5(dall’83’ Zaza s.v.), Morata 5,5 (dal 22’ Pereyra 7).
A disp.: Neto, Audero, Alex Sandro, Bonucci, Rugani, Padoin, Dybala. All.:Allegri.
Marcatori: 37’ Lamanna (autogol), 60’ Pogba (R).
Ammoniti: Dzemaili (Genoa); Evra, Lemina, Pogba, Zaza (Juventus).
Espulsi: Izzo (Genoa).
Arbitro: Valeri. Assistenti: Di Fiore, De Pinto. Quarto uomo: Barbirati. Addizionali: Rocchi, Gervasoni.