L’ennesimo tentativo di resurrezione di Mario Balotelli passerà per la Ligue1. Alla fine a spuntarla è stato il Nizza che spera di ripetere con il giocatore italiano il miracolo sportivo (ed economico) compiuto la scorsa stagione con Ben Arfa. Si, avete letto bene: a spuntarla. Perché è inutile negarlo. Nonostante la sua fama da bad boy Super Mario è un giocatore che esercita sempre il suo fascino. Specialmente quando viene messo in vetrina a prezzo di saldo. Od addirittura gratis visto che si vocifera che il club della Costa Azzurra si sia accollato l’intero ingaggio senza però sborsare un solo euro al Liverpool per il cartellino.
DALLE STELLE ALLO STALLO: LA PARABOLA DISCENDENTE DI UN GENIO CHE SEMBRA AVER PERSO LA SUA SREGOLATEZZA
Quella di Mario Balotelli è stata un’estate piuttosto movimentata. Scaricato da Klopp che le ferie non erano ancora finite, Super Mario è d’improvviso tornato bambino condannato ad allenarsi con la primavera del Liverpool. Giornate che lo avranno di sicuro riportato indietro con la memoria ai tempi delle giovanili dell’Inter. Tempi quelli che sembrano lontani ma che non lo sono poi così tanto in cui Balotelli era molto boy e poco bad. Nei lunghi pomeriggi postati su Instagram passati sui campi di periferia della città dei Beatles ad allenarsi in compagnia di ragazzotti dalla faccia e l’espressione tipicamente inglese chissà cosa sarà passato per la testa di Mario. Chissà se avrà pensato e riflettuto sul fatto che un talento come il suo non dovrebbe essere buttato al vento come spesso è accaduto in questi anni. Chissà se avrà rispolverato dal cassetto dei ricordi le istantanee dell’esordio tra i grandi con quell’Inter di Mancini dove per altro finì per essere determinante o comunque non semplicemente una comparsa nella vittoria dello scudetto. Le carezze ed i rimproveri di Mou. L’esperienza al City con la giocata determinante per la vittoria di un titolo che stava sfuggendo di mano e soprattutto quella doppietta ad Old Trafford in un derby da tramandare ai posteri per il risultato tennistico in casa dello storico nemico e per quel Why always me così irriverente quanto calzante. O ancora quella doppietta alla Germania ad Euro 2012. Una di quelle serate che ti consegnano alla storia di una partita che del calcio ha fatto la storia. Cose non da tutti. Esperienze che entrano nel curriculum di pochi eletti. Un percorso fatto bruciando le tappe ma contornato anche di incredibili scemenze che sono valse l’appellativo Bad. Un’etichetta marchiata a sangue che rischia di diventare indelebile anche oggi che il percorso sembra aver deviato ed il boy pare diventato man. La morte del padre, la paternità. La voglia di essere vicino alla famiglia ed il ritorno a Milano. La sregolatezza sembra aver lasciato il posto alla responsabilità. Cosa che ha finito per appannare il genio, da sempre però indissolubilmente legato ad un pizzico di follia.
UN GIRO VIRTUALE INTORNO AL MONDO E POI LA FRANCIA
Ma nella vita non è mai troppo tardi ed il mondo è pieno di seconde, terze, quarte e chissà quante occasioni. Specialmente se fai il calciatore ed il tuo procuratore si chiama Mino Raiola. Così mentre Balotelli si allenava sui campetti alla periferia di Liverpool il buon Mino, sistemati Ibraimovich e Pogba, ha cominciato a darsi da fare per Super Mario. E siccome a un ragazzo che ha solo 26 anni tutto si può dire tranne che sia definitivamente bollito, ecco che uno alla volta i vari ambasciatori si sono presentati alla corte dell’indiscusso re dei procuratori e quindi del mercato. Palace ed Everton in Inghilterra. L’Ajax in Olanda. Addirittura ad un certo punto sembra si sia fatto sotto (o comunque è stato Raiola ad andargli incontro) niente meno che il Manchester United. Scartata la poco competitiva Eredivisie, non era certo la mediatica Inghilterra il posto giusto per tentare il rilancio. Così come non lo sarebbe stato l’Italia. Il Chievo ci ha provato, Lazio e Bologna sono state incuriosite a guardare alla finestra. Il Palermo tra i club dello stivale è forse quello che ci è andato più vicino. Si narra anche di una telefonata di Zamparini al giocatore. Fosse vero sarebbe veramente curioso sapere cosa mai si saranno detti due personaggi di cotanto calibro. Tra trattative reali e rumors il tempo intanto passava senza che la situazione sembrava destinata a sbloccarsi. Ad un certo punto hanno cominciato a risuonare forti le sirene dalla Cina. Soluzione impensabile per chi ha messo figlia e famiglia al primo posto e vuole al contempo rilanciare la propria carriera. Insomma, mentre gli addetti ai lavori si scervellavano ad immaginare un’ipotetica destinazione finale, Raiola lavorava sottotraccia. Fino a che, a 24 ore dalla chiusura del mercato, l’Equipe non rilanciava l’indiscrezione: Balotelli in Ligue 1 ma non al Nantes (altro club fattosi avanti) bensì al Nizza. Firma che puntualmente arrivava qualche manciata di ore più tardi per buona pace degli altri pretendenti.
NIZZA LA SCELTA MIGLIORE
Poteva fare scelta migliore Balotelli? Probabilmente no. La Ligue 1 sembra proprio il campionato giusto per rilanciare le ambizioni di Super Mario considerato che quello francese è un torneo fisico che privilegia l’aspetto tecnico a quello tattico. Insomma, l’habitat ideale per lasciare l’estro a briglie sciolte. Il giocatore del resto era davanti ad un bivio: provare a ricostruire la propria carriera sotto la luce dei riflettori (leggasi campionati più competitivi) o provare a ricominciare in sordina (per quanto possibile). La scelta è stata questa seconda. Saggiamente. Anche perché la stessa Nizza sembra la piazza giusta per le ambizioni dell’ex Liverpool. Il progetto tecnico e tattico dei rossoneri è piuttosto interessante e poggia le sue fondamenta nell’attività certosina svolta in questi ultimi quattro anni da Claude Puel ex tecnico del club rilevato a luglio da Favre. L’ex allenatore di Lille, Monaco e Lione ha contribuito a mettere in piedi un programma sportivo che dalle giovanili alla prima squadra ha rivoluzionato il club. Mattone su mattone il Nizza è entrato nell’élite del calcio francese sciolinando un gioco impostato sul 4-3-3 e fatto reparti corti e ricerca veloce della profondità. Una trama fatta propria anche da Favre in questo avvio di stagione e che sembra sposarsi a meraviglia con le caratteristiche di Balotelli. Che dal canto suo spera probabilmente di seguire le orme di Hatem Ben Arfa, sbarcato appena dodici mesi fa in Costa Azzurra dopo cinque mesti anni in Premier e risorto in fretta dalle proprie ceneri meritandosi la chiamata del PSG. Balotelli ha solo bisogno di ritrovare quella sregolatezza che è propria di ogni genio. Quella sana però. Cosa sicuramente possibile per un ragazzo che a 26 anni sembra abbia finalmente deciso di diventare un uomo.