Tanto tuonò che piovve. Il primo gol del nuovo Milan targato Marco Giampaolo è stato siglato da Theo Hernández, e già i primi malcontenti hanno iniziato a serpeggiare. Il suo non è un nome di spicco, si tratta d un terzino, dunque meno appariscente di una prima punta, e come se non bastasse ha il cognome spagnolo ma è nato a Marsiglia come Theo Bernard François Hernández. Proviene però dal Real Madrid ed è arrivato in rossonero in un periodo di grandi cambiamenti, in cui la società si stava organizzando per creare la solidità oggi rappresentata da Paolo Maldini, Zvone Boban e Frederic Massara, tra gli altri. Il suo acquisto però non è passato inosservato, soprattutto per chi lo stava seguendo da tempo e lo ha voluto fortemente in rossonero.
Theo si è fatto conoscere con il gol nella prima amichevole stagionale contro il Novara. Nella mattinata di venerdì 19 luglio a Milanello tutti hanno constatato una delle qualità tecniche del classe 1997 (il tiro dalla distanza), dunque proprio la skill che ha permesso al Milan di non uscire sconfitto dal primo impegno stagionale. Un pareggio, l’1-1, che ha portato la sua firma dopo una prestazione globale più che sufficiente. A voler sindacare, le origini sono anche iberiche ed è proprio da La Liga che Theo ha appreso la sapiente alternanza del difendere con l’offendere. Il bisnonno era di Girona, il padre Jean- François Hernández è stato difensore e dedicò la sua carriera nel territorio di confine tra Ligue 1 e La Liga, concludendo la sua carriera nella capitale iberica con Rayo Vallecano e Atlético Madrid.
Da dove viene Theo Hernández
Forse anche per questo il fratello di Theo, Lucas, è stato svezzato a Madrid, proprio dall’Atlético. E se oggi Lucas presta servizio al Bayern Monaco per via di un assegno staccato dalla Germania con 80 milioni alla voce “cifra“, l’importo è parzialmente dovuto al titolo di campione del mondo che il fratello di Theo può vantare vista la sua partecipazione alla vincente campagna di conquista di Russia 2018. Dopo Napoleone ma pur sempre prima del fratello, no? Senza poi disquisire sul fatto che Lucas sia l’acquisto più costoso nell’intera storia del club bavarese, dopo cinque anni infilati ad alti livelli presso i Colchoneros iberici. Theo ha avuto meno sicurezze, ma l’ambizione è di famiglia e ora l’esperienza a Milano vorrà sfruttarla: 20 milioni per un trasferimento a titolo definitivo e un quinquennale da 3,5 a stagione. Con lui Maldini ha voluto investire, sulla corsia sinistra che fu sua, in un prospetto futuribile per sua stessa ammissione: “Theo è uno dei più forti terzini in circolazione, ha 21 anni e deve puntare alla top 3 mondiale. Ha già vinto la Champions League e il suo arrivo è perfetto a livello di timing“.
Nella stessa conferenza stampa del pomeriggio di venerdì 19 luglio il neo acquisto ha risposto con carattere: “Uno dei miei modelli è Maldini, è un onore essere al suo fianco. Abbiamo parlato tanto ad Ibiza, non posso dire cosa ci siamo detti, ma è stato un incontro piacevole. Spero di ricevere da lui tanti consigli”. Gli piace Paolo Maldini (e anche Marcelo, per par condicio bisogna citarlo visto che si tratta di un ex Real Madrid) e non è un caso che sia arrivato dopo un’importante investimento economico per il momento delicato del Milan e in un ruolo che vede già altri interpreti in rosa, primo fra tutti il titolare della scorsa stagione Ricardo Rodriguez.
Theo, esperienza e qualità per il Milan
Esperienza e qualità, per un Milan che ha bisogno di giocatori giovani e pronti per compiere l’ultimo passo di maturità. Obiettivi? Nuovi traguardi. La linea tracciata è chiara e Theo Hernández non potrà che esserne uno dei protagonisti. Marco Giampaolo non ha mai amato i terzini che arrivassero fino in fondo per crossare, la sua visione è diversa: funzionalità nello svolgimento della manovra, sovrapposizioni e continuità. Theo è molto offensivo, di struttura imponente e quindi potrà soddisfare tutte le esigenze del caso. Ha solo 21 anni, ha già fatto tanta esperienza e ha toccato con mano le prime difficoltà del classico periodo di assestamento post esplosione. Non aver mai debuttato con una Nazionale maggiore (parliamo al plurale perché è stato conteso tra Spagna e Francia, seppur abbia già giocato con le giovanili di quest’ultima) e un periodo sottotono al Real Madrid non lo ha di certo aiutato, ma sono fuori discussione le sue potenzialità.
I Blancos lo hanno notato dopo la parentesi positiva all’Alavés con cui ha trascinato la sua squadra fino alla finale di Coppa del Re e a metà classifica in campionato. L’ultima stagione è stato mandato in prestito alla Real Sociedad con cui ha timbrato 28 presenze andando anche una volta in gol. Nato e cresciuto calcisticamente nell’Atletico Madrid, con i Colchoneros non ha mai debuttato in prima squadra. L’investimento fatto dalla concorrenza targata Real Madrid (pagamento clausola 30 milioni) qualcosa dovrà pur testimoniare: compito del Milan far nascere una nuova stella sulla fascia sinistra.