Sulla sponda blu del Tamigi le incertezze sono diventate certezze, nel solo giro di qualche settimana. L’avvio stentato in campionato e la finale persa in Supercoppa Europea contro il Liverpool sembrano ricordi di una stagione passata per il Chelsea, rinvigorito dal quarto risultato utile consecutivo maturato in casa del Wolverhampton. La formazione di Frank Lampard, dopo il mezzo passo falso interno contro il neopromosso Sheffield United, con cinque colpi bassi ha steso i Wolves, feriti in modo particolare dalla tripletta di Tammy Abraham.
Ad aprire le danze è stato il giovane difensore Tomori, che non dimenticherà di certo il suo primo gol, o meglio la sua prima perla, in Premier League. La sua rasoiata dalla distanza è stato soltanto il prologo di una gara perfetta, studiata nei minimi particolari, decisa da un attaccante rivelazione, che ha già convinto il club e tutta la tifoseria. L’unico a non aver compiuto questo passo è stato quel leggendario centrocampista che adesso siede sulla panchina del club più glamour d’oltre Manica, il quale non ha mai messo in dubbio le qualità del suo giovanissimo ariete. Lampard ha sempre espresso la sua ammirazione per Abraham, che aveva aperto l’annata con il fatale errore dagli undici metri nella finale contro i Reds.
Il curioso duello con Teemu Pukki
Per l’ex Aston Villa il rammarico è stato enorme, immisurabile, ma in qualche modo superabile. Con l’obiettivo di riprendersi dallo shock il classe ’97, che ha realizzato ventisei gol nell’ultima edizione della Championship, ha messo a segno la sua prima doppietta a Carrow Road, bloccando il Norwich City di Pukki, con cui si era conteso il titolo di cannoniere nella serie cadetta inglese fino a pochi mesi fa.
I due si sono ritrovati avversari anche nel massimo campionato, dandosi battaglia a suon di gol e di prestazioni di alto livello. Complessivamente, Abraham e Pukki hanno messo a segno tredici reti in appena quattro partite, sottolineando chiaramente le loro qualità di finalizzatori ma anche il fatto che le serie minori giocano spesso un ruolo fondamentale nella crescita di autentici centravanti col vizio del gol.
Sul gong di agosto Abraham si è ripetuto anche a Stamford Bridge, infiammando i tifosi Blues con due reti che sembravano aver messo ko lo Sheffield dopo soli quarantatré minuti. A rovinare la festa del primo successo interno della stagione c’hanno pensato Robinson al fischio d’inizio della ripresa e Zouma allo scadere, autore di uno sfortunato autogol che ha mandato il punteggio sul 2-2 definitivo. Cose che capitano nel calcio, anche quando in squadra hai gente di talento e un rullo compressore che trasforma ogni pallone in oro negli ultimi tempi.
Tammy Abraham e un saggio di talento
Nel terzo episodio della saga, consapevole del fatto che al suo Chelsea serviva il bottino pieno, Tammy ha mostrato i muscoli contro un avversario scomodo, difficile da superare soprattutto al Molineaux. Tre minuti dopo la sua prima rete in Premier Tomori, dopo un’accelerazione da ala più che da terzo di difesa, ha servito in area Mount, sbilanciato dalla pressione di alcuni avversari. La sfera, fortunamente per Lampard e per tutto il Chelsea, è arrivata sui piedi dell’uomo del momento: mezzo secondo per agganciare con le spalle alla porta e mezzo secondo per avvitarsi e battere a rete. Un movimento meraviglioso, rapido, letale per Rui Patricio e tutta la sua difesa.
Al 41’ è arrivato anche il terzo gol, che ha messo in luce altre qualità del’ex Swansea: da sinistra Alonso serve un cross perfetto dentro l’area, raccolto proprio da Abraham con un colpo di testa ad anticipare il difensore designato a marcarlo. Lo stacco del centravanti è imperioso e privo di errori, intelligente e allo stesso tempo decisivo. Un simile colpo fa riflettere, soprattutto se si tratta della sesta marcatura in appena quattro sfide, soprattutto se si tratta della seconda doppietta consecutiva.
Nella ripresa ecco il colpo finale ricco di qualità e potenza, che sintetizza in una sola azione le capacità del talento di origini nigeriane arrivato al Chelsea a soli sette anni: le sportellate con Coady, un altro armadio di 186 cm difficile da superare e mandare giù, per un possesso palla. Poi il suo primo hat-trick in Premier League, tanto bello esteticamente che tecnicamente. E poco importa se al 69’ realizzi anche un autogol che dona false speranze ai tuoi avversari, entusiasmati anche dalla prima rete in Inghilterra di Patrick Cutrone. A chiuderla formalmente ci penserà Mount, l’altra giovane bellezza alla corte di Lampard, anche se praticamente le chiavi della partita le aveva già prese ed usate saggiamente Tammy Abraham, che aspetta il battesimo in Champions League in programma oggi a Stamford Bridge.
Il Chelsea e un reparto offensivo da valutare
Contro il Valencia, primo avversario del gruppo composto anche da Lille e Ajax, quale migliore occasione per continuare a segnare ed avere continuità soprattutto davanti al proprio pubblico? Una notizia che rincuora e tranquillizza, alla luce delle ultime esperienze negative con Alvaro Morata e Gonzalo Higuain, due pezzi grossi dal sangue caliente che hanno trovato poco fortuna con i Blues nelle ultime annate, in modo particolare sottoporta. La loro affinità con il gol era scarsa e le loro prestazioni sono risultate piatte, grigie e poco concrete, oscurate da quelle di attaccanti non puri come Hazard, Willian e Pedro o addirittura soverchiate da chi era venuto al Chelsea per fare la semplice “riserva” ma si è ritrovato titolare: Olivier Giroud.
Adesso Lampard ha trovato l’attaccante che cercava, il suo numero nove, il suo trascinatore d’area, che mancava da un po’ e che regge certamente il paragone con gli ultimi grandi finalizzatori passati dalla parte blu di Londra: Diego Costa ma soprattutto l’eterno Didier Drogba, che ha in comune con il giovane inglese non poche caratteristiche. Guardare al passato spesso genera nostalgia ma se si trova un pezzo di questo nel presente allora si può tornare a sognare e guardare lontano, magari come sta facendo negli ultimi giorni il Chelsea. Le prove saranno tante ma Abraham, se avrà il coraggio e la forza vista nelle ultime uscite, ha tutte le carte in regola per superarle a pieni voti.
Il primo nodo focale sarà, oltre all’esordio nella massima competizione europea, la trasferta ad Anfield in programma domenica prossima contro la capolista Liverpool, impeccabile nelle prime cinque partite con quindici punti conquistati, dotato di un attacco strabiliante guidato da Mané, Firmino e Salah e di una difesa imperforabile guidata dal candidato principale alla vittoria del pallone d’oro: Virgil van Dijk. La difficoltà è elevatissima ma Tammy, che avrà voglia di togliersi un sassolino dalla scarpa dopo la Supercoppa Europa sfuggita proprio alla sua conclusione, potrà stupire ancora una volta, trasformando proprio lo stupore in una solida realtà.