Come è curiosa la Bundesliga austriaca. Lì dove è la Red Bull Salisburgo a tenere banco, sia per quanto riguarda la vetta della classifica che per quanto concerne la commistione tra il calcio e la nota azienda di bevande energizzanti, si scopre che c’è una lunga tradizione di squadre che hanno più volte messo la loro storia a disposizione degli sponsor. È il caso, ad esempio, questo dello Sturm Graz.
Non fermandosi infatti al semplice “SK Sturm Graz” che compare nelle distinte ufficiali, spulciando un po’ si arriva ben presto alla dicitura completa: Sportklub Puntigamer Sturm Graz. Probabilmente l’estensione ancora non vi dirà nulla, ma la Puntigamer è un birrificio abbastanza noto in Austria la cui specialità è la birra di tipo lager che conserva una gradazione alcolica tra 5 e 10%. Niente di strano, dicevamo, perché in tutta la sua storia lo Sturm Graz ha spesso cambiato fisionomia a seconda dell’identità del suo sponsor.
Nel 1969 era la Durisol a sponsorizzare la squadra, e dunque ecco servito lo Sportklub Sturm Durisol Graz in omaggio ai materiali edili della ditta. Dopo dieci anni la partnership è stata interrotta ed è subentrata la Raiffeisen Zentralbank: ecco così lo Sportklub Raika Sturm Graz in devozione ai servizi bancari offerti dall’istituto bancario di Graz. Dal 1990 al 1996 è stato poi il turno di porte e finestre prodotte dalla Stabil; e da lì dunque sei anni di Sportklub Stabil Fenster Sturm Graz. Dal 96′ in poi è stata invece la birra a farla da padrone.
Un connubio, quello tra lo Sturm Graz e la Puntigamer, che ricorda come già evidenziato quello che il Salirburgo ha nei confronti della Red Bull di patron Dieter Mateschitz. Il problema, però, è che i Die Bullen hanno strumenti economici superiori rispetto a quelli in possesso dello Sturm, che in tedesco vuol dire “tempesta”. E questo si che è un termine che ben rappresenta l’altalenante storia del club di Graz. Che, fondato nel 1909, vanta ben tre titoli d’Austria. A tal proposito vi segnaliamo un bel libro, scritto da Martin Behh e Herbert Troger e pubblicato nel 2008, che si intitola “Wir sind Sturm! 100 Jahre Grazer Fußballgeschichte“; letteralmente: “Noi siamo tempesta! 100 anni di storia calcistica a Graz”. Il libro racconta le peculiarità di questo club soffermandosi più che altro sulla crisi di inizio secolo, quando problemi finanziari e crisi di risultati avevano stretto il club in una morsa dal quale uscirne era potenzialmente impossibile. Potenzialmente, appunto, perché poi qualcosa è cambiato.
Un passo fondamentale è stata la vendita al comune di Graz nel 2005 del Bundesstadion Graz-Liebenau, anche noto dal 2006 come UPC Arena e dal 1997 al 2005 conosciuto come Arnold Schwarzenegger Stadion in onore del celebre ex-culturista ed attore natio della regione. Una nota di colore che ci era impossibile non ricordare.
Tornando all’aspetto sportivo, l’ultima volta che lo Sturm Graz ha alzato al cielo il Meisterschale era il 2011. Un titolo agguantato all’ultimissima giornata di campionato grazie al 2-1 sul Wacker Innsbruck firmato dalla rete di Samir Muratović all’84’ su assist di Mario Haas. Erano altri tempi: difesa retta dal croato Gordon Schildenfeld e attacco governato proprio da Haas, primatista storico del club pre presenze (442) e reti (145).
Da quando il classe ’75 originario di Graz s’è ritirato (al termine della stagione 2012-2013), lo Sturm Graz non ha più vissuto momenti di gloria. Anche per via di una curiosa Frühjahrsfluch, traducibile con “maledizione primaverile” che in sostanza indica il progressivo crollo d’ambizioni a partire dalla fine della sessione invernale di mercato. In soldoni, ogni qual volta si smette di fare le compravendite, lo Sturm Graz viene pervaso da un’ondata di malinconia che ben presto influisce sui risultati ed estromette la squadra dalla corsa al titolo.
Senza contare poi che l’addio di Haas ha fatto seguito al divorzio col tecnico Franco Foda avvenuto nel maggio 2012, dopo una stagione in cui lo Sturm non era riuscito a difendere il titolo in carica e soprattutto in seguito a divergenze insostenibili con la dirigenza del club. Un evento che ha ulteriormente portato a un periodo di mancanza di certezze. I successivi tecnici che si sono susseguiti sulla panchina dello Sturm Graz non sono stati all’altezza della situazione, e così ecco un tourbillon di mediocrità che ha investito il club e dal quale è stato impossibile fuggire.
Foda si era accomodato sulla panchina dello Sturm Grazi nel luglio 2006 restando in carica per quasi sei anni. Al momento del suo addio è subentrato prima Krist: 7 partite in tutto; giusto il tempo di traghettare lo Sturm al 5° posto di fine stagione. Poi da luglio 2012 è stato il turno di Hyballa che però, senza lasciare tracce particolari, nell’aprile 2013 veniva già rilevato da Schopp (che conduceva il club al 4° posto in classifica. Nell’estate 2013 altra rivoluzione: in panchina arriva Darko Milanic e con lui l’ennesimo 5° posto. E ‘ il settembre 2014 quando la confusione regna sovrana e lo Sturm cambia il quinto tecnico in poco più di due anni e mezzo: sale in cattedra Günther Neukirchner che in soli 7 giorni colleziona un pari in campionato con l’Altach, un roboante 0-5 nel primo turno di Coppa e poi viene improvvisamente esonerato per lasciare il posto, indovinate a chi? Franco Foda ovviamente. Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Ma è anche vero che spesso e volentieri le minestre riscaldate non funzionano. Ed infatti puntuale arriva anche l’esonero di Foda. Roba recente a dire il vero, perché avvenuto nel dicembre 2017. È qui che sulla panchina dello Sturm Graz arriva a sedersi l’ex allenatore di Basilea e delle giovanili del Bayern Monaco Heiko Vogel.
Un lungo calvario per i tifosi dello Sturm Graz che, peraltro, si reputano essere i più numerosi dopo quelli del Rapid Vienna (700mila), a pari merito con quelli del Red Bull Salisburgo (360mila). Una cifra che è drogata dalla struttura societaria del club: una sorta di azionariato popolare nel quale il presidente riveste la funzione rappresentativa dei membri soci, lasciando il compito prettamente gestionale a un dirigente qualificato. La tipica impostazione tedesca per intenderci.
Un calvario che non sembra ancora essere giunto al termine. Foda è stato esonerato a dicembre con la squadra prima in Bundesliga. L’arcano si spiega con l’accettazione, da parte del tecnico, dell’incarico di diventare commissario tecnico dell’Austria nonostante il suo impegno con il club di Graz. L’esperienza di Vogel non è certo cominciata nel migliore dei modi in virtù di due sconfitte consecutive.
Foda aveva perso solo 4 partite su 20 uscite, vincendone ben 14. Il peggioramento è sotto gli occhi di tutti. Ma è anche vero che nelle ultime cinque partite di campionato il Salisburgo ha pareggiato in tre occasioni. Tutto sommato il divario non si è allargato troppo e lo Sturm Graz può continuare a sognare. La squadra della Red Bull è al comando con 49 punti, lo Sturm è secondo a 44; il Rapid Vienna è terzo a 35, troppo lontano. A 14 giornate dalla fine del campionato e con il delicatissimo scontro diretto da giocarsi il 5 maggio alla Red Bull Arena, sono solo cinque i punti che lo Sturm Graz deve recuperare per agguantare un titolo che manca da sette anni. Quattordici giornate in cui lo Sturm può ancora scatenare la sua tempesta.