Finalmente! Dopo la breve parentesi di Euro 2016 ed oltre un mese di chiacchiericcio da ombrellone, la Serie A è pronta a riaprire le danze. Si parte domani con l’anticipo tra Roma ed Udinese dell’Olimpico e con il piatto forte della prima giornata di campionato, Juventus-Fiorentina. La sfida dello Stadium è senza ombra di dubbio la più attesa tra quelle in programma tanta è la voglia di vedere all’opera la squadra di Allegri, favoritissima per la vittoria finale, in un match che vale qualcosa. Ma cosa dobbiamo aspettarci da questa stagione? Noi di Tabser-Talking about soccer abbiamo provato a delineare gli scenari di questo campionato di Serie A 2016-2017.
CAPITOLO SCUDETTO
Lo abbiamo detto e ridetto (leggi anche qui): il discorso scudetto è affare della sola Juventus. Fino a prova contraria ovviamente. Errare è umano ma dalle parti di Torino, sponda bianconera, almeno per questa stagione non è assolutamente concesso. E’ assolutamente necessario infatti giustificare la faraonica campagna acquista condotta dai bianconeri in estate. E se la Champions League è il vero obiettivo di stagione, questo non vuol assolutamente dire che un fallimento in patria sarebbe accettabile (a meno forse di una vittoria nella finalissima di Cardiff). C’è da dire che il sesto scudetto di fila diventa quasi obbligatorio anche tenuto conto che gli acquisti di Madama hanno finito, volutamente, per indebolire la concorrenza. Higuain e Pjanic hanno di fatti ridotto notevolmente le chance di Napoli e Roma nella corsa tricolore. Anche perché all’ombra del Vesuvio e del Cupolone non sono arrivati sostituti di pari livello. Milik è un centravanti tutto da scoprire specialmente in un campionato, quello italiano, che per quanto venga da più parti considerato in declino ha sicuramente ancora un altro peso specifico rispetto all’Eredivisie. Per quanto riguarda Pjanic, è vero che la Roma può contare su uno Strootman in più, ma scommettere oggi sull’affidabilità dell’olandese per l’intera stagione, considerato anche il doppio impegno campionato-coppe, è più di un azzardo. Così come è un azzardo (forse anche qualcosa di più) dare retta a Spalletti quando afferma che Paredes è più forte del neo-juventino.
LA CORSA CHAMPIONS
Se il discorso scudetto rischia di trasformarsi ben presto in monologo, molto più complessa è la corsa ai due posti che valgono l’accesso, più o meno diretto, alla prossima Champions League. Napoli e Roma saranno sicuramente della lotta con i giallorossi che per organico sembrano un passo avanti rispetto ai partenopei. Nonostante gli infortuni di Rudiger e Mario Rui il buon Sabatini ha saputo rimboccarsi in fretta le maniche portando in riva al Tevere Juan Jesus, Vermaelen e Fazio per una difesa che resta dunque di tutto rispetto. Il punto di forza della Roma è senza dubbio il centrocampo dove oltre al già citato Strootman si muovono da titolari un De Rossi che sembra rigenerato da Euro 2016 ed il confermatissimo Nainggolan che ha resistito alle sirene inglesi. Paredes non vale probabilmente Pjanic ma resta comunque un discreto rincalzo. Ecco, forse il limite della Roma è proprio quello dei ricambi in mediana dove comunque eventuali soluzioni di ripiego, leggasi la duttilità di Florenzi e Perotti, non mancano. Il Napoli di Sarri sembra invece la squadra che più è uscita indebolita da questa finestra di mercato. La partenza di Higuain rischia di pesare notevolmente almeno in quelle partite difficili da sbloccare. Non potrebbe essere altrimenti quando si parla di un centravanti che lo scorso anno ha avuto il merito di mettere a segno la bellezza di 36 reti in campionato. Ma a prescindere dall’argentino è il resto del mercato che non ha convinto. Il Napoli aveva bisogno di completarsi in tutti i reparti con giocatori di livello. Invece sono arrivati in Campania i soli Milik (per sostituire Higuain), Zielinski e l’indisponibile Tonelli. In attesa di Rog, altro buon giocatore ma non certo uno di quelli che consente da subito il salto di qualità, rimane la sensazione che si poteva e doveva fare di più. Per questo è impossibile tenere fuori dal discorso Champions Inter e Fiorentina. I nerazzurri hanno due uomini di spessore in più a disposizione rispetto alla scorsa stagione: Banega e Candreva. La loro eccellenza tecnico-tattica gli consente inoltre di ricoprire più ruoli. Un’abbondanza di scelta che non potrà che far sorridere De Boer. Ecco, forse il ritardato sbarco alla Pinetina del tecnico olandese potrebbe essere l’unico punto debole dei nerazzurri. Il tempo buttato e che dovrà essere recuperato per far metabolizzare l’idea di calcio dell’ex Ajax rischia di pesare alla distanza. A meno che nel frattempo Icardi non si carichi la squadra sulle spalle. Il reparto debole dell’Inter è forse quello difensivo. Ma se da qui al 31 agosto arrivasse un acquisto di livello allora i nerazzurri potrebbero potenzialmente essere devastanti. Discorso completamente diverso per la Fiorentina. La squadra di Sousa in realtà potrebbe tanto rientrare nella corsa Champions quanto rischiare di restare fuori dall’Europa (in generale). I viola si presentano ai nastri di partenza praticamente con lo stesso vestito dello scorso anno. Dipenderà da quanto il tecnico portoghese sarà bravo a capitalizzare le basi gettate la scorsa stagione e la voglia di Pepito Rossi. I posti a disposizione sono però solo due.
QUELLA PER L’EUROPA LEAGUE
Anche qui le pretendenti sulla carta non mancano. Prendeteci per matti, ma Sassuolo e Torino hanno probabilmente qualcosa in più delle altre. Gli emiliani hanno dimostrato anche in questi preliminari di coppa di essere squadra in grado di autorigenerarsi e crescere anno dopo anno. Quella di Di Francesco, un tecnico dal sicuro avvenire, è una meravigliosa realtà del nostro calcio che ha per altro l’ulteriore pregio di fare del Made in Italy il suo fiore all’occhiello. Se Berardi poi dovesse confermare l’atteggiamento propositivo di queste prime uscite stagionali, le cose potrebbero farsi ancora più interessanti. Il Torino può invece contare sulla grinta di Mahajlovic, un allenatore che sembra incarnare in pieno lo spirito battagliero del popolo granata. La rosa del Toro era già di per se interessante lo scorso anno. L’innesto di Ljajic l’ha impreziosita ancora di più. Insomma, la squadra di Cairo potrebbe essere la vera rivelazione della stagione. Milan e Lazio, le altre due contendenti, sembrano avere qualcosa in meno. I rossoneri hanno investito su Montella ma non sul mercato. Il salto di qualità potrebbe arrivare a gennaio quando i cinesi apriranno il portafogli. Ma vi risulta che nel mercato invernale si facciano affari di livello? Più facile pensare allora che per l’Europa servirà un miracolo del tecnico ex Samp. Leggere la rosa attuale del Milan farebbe cadere nello sconforto assoluto anche il più tenace dei tifosi rossoneri. Che però almeno sembra potranno contare per un’altra stagione almeno sulla fame di gol di Carlos Bacca. Quello della Lazio è un discorso analogo a quello dei rossoneri ma con alcune essenziali differenze. Considerato che non giocherà le coppe, quella dei biancocelesti potrebbe essere sulla carta anche una rosa di livello almeno negli undici titolari. Ammesso che Felipe Anderson o lo scontento Keita decidano di provare a fare la differenza. Altrimenti quella di Inzaghi rischia di rimanere un’incompiuta. Anche perché gli innesti in difesa, reparto al limite del tragicomico la scorsa stagione, sono l’ennesima scommessa di mercato di Tare e Lotito.
LE ALTRE
Sulla carta suscitano un certo interesse Genoa, Samp, Cagliari e Udinese. Quella di Juric è una squadra abbastanza nota sebbene dovrà fare a meno di de De Maio, sostituito da Gentiletti, e soprattutto di Ansaldi vera rivelazione dello scorso campionato. L’impianto di gioco è però più o meno sempre lo stesso ed a fare la differenza potrebbe essere l’entusiasmo portato dal nuovo tecnico. Così come al nuovo tecnico, Giampaolo, è legata la fiducia riposta nella Samp. Quella blucerchiata è una squadra che potrebbe divertire soprattutto per la potenza di fuoco di cui dispone in attacco. Ed il tecnico ex Empoli è uno che ha tutte le carte in regola per saperla valorizzare a dovere. Il Cagliari anche ha qualcosa di interessante. Se poi l’intesa Sau-Borriello dovesse essere quella vista in Coppa Italia, allora si che c’è da stare attenti. Atalanta, Bologna e Chievo rappresentano invece certezze granitiche. Le rose sono rimaste praticamente immutate eccetto per gli orobici che possono contare su un Paloschi in più. Difficile dunque che arrivino particolari sorprese anche se i bergamaschi saranno in mano a Gasperini, uno che di bel gioco qualcosa ne capisce.
LA LOTTA SALVEZZA
Brutto a dirsi ma Crotone e Pescara sembrano avere il destino segnato ancora prima di cominciare. I calabresi sembrano aver puntato più sull’Io c’ero che su un mercato per affrontare una stagione, la prima in assoluto, in Serie A con l’obiettivo di rimanerci magari anche per la prossima. Gli abruzzesi hanno qualche prospetto interessante in più, ma in sostanza poca cosa. Per la terza retrocessione il discorso ad oggi sembra abbastanza circoscritto a Palermo ed Empoli. I rosanero non sembrano aver imparato la lezione dello scorso anno. Mercato deludente e tanti musi lunghi. Insomma, la solita polveriera in stile Zamparini. Lo scorso anno a salvare il Palermo è arrivato il Verona. Quest’anno? Se i rosanero non dovessero farcela da soli una mano potrebbe arrivare dall’Empoli che sembra aver rinnegato il suo progetto giovani puntando su due giocatori di esperienza come Pasqual e Gilardino. Forse la scelta è stata fatta per controbilanciare il fatto di aver affidato la panchina all’inesperto Martusciello. Insomma, quella toscana non sembra una squadra messa bene almeno alla partenza. Per fortuna di tutti però a parlare sarà il campo.