Anche il settimo turno di Serie A è consegnato agli annali. Ora il campionato si ferma per quindici giorni per lasciare spazio alle nazionali impegnate nella corsa a Russia 2018. Approfittatene per riposarvi e tirare il fiato perché al rientro, il 14 ottobre, si ricomincia con Juventus-Lazio, Roma-Napoli e Inter-Milan: un turno che sa tanto di bivio. Di Milan-Roma abbiamo già scritto qui. Ecco allora il resto dell’analisi della settima giornata di Serie A in 5 punti.
Enigma Juventus
Non è da Juventus. Non è da Juventus andare avanti 2-0 e chiudere poi sul 2-2 al 90′. La squadra di Allegri in questa stagione è veramente un enigma complesso da decifrare. Un dato su tutti: sono zero i gol subiti nei match giocati allo Stadium (scusateci, Allianz non ci piace proprio); 11 invece quelli incassati lontano da Torino. Dr Jekyll e Mr Hyde? Dipende. Contro l’Atalanta, che ha confermato di essere una grande squadra, la Juventus ha probabilmente sbagliato la lettura della partita. Cosa che è capitata spesso in queste prime uscite stagionali. A Bergamo la squadra di Allegri ha provato a gestire il risicato vantaggio ma ha in realtà commesso il grave errore di sottovalutare l’avversario finendo per subirne il ritorno e soprattutto dimostrando una grande difficoltà a tenerne il ritmo. Gli orobici arrivavano alla sfida con la Juventus con un giorno in meno di riposo rispetto ai bianconeri; ma non si è assolutamente notato. La condizione atletica dei nerazzurri nel secondo tempo è apparsa impressionante. In sintesi, la Juventus a Bergamo ha giocato una buona partita. Non è stato sufficiente. E quello di Bergamo è un passo falso (la Juventus ha comunque sciupato il doppio vantaggio) che rischia di diventare pesante.
Che posticipo!
Atalanta-Juventus è stata una partita per certi versi spettacolare. C’è stato l’esordio da titolare con gol di Bernardeschi, la rete scaccia-crisi di Higuain, il gol del promesso sposo Caldara, due papere dei portieri, altrettanti interventi del VAR ed un rigore sbagliato da Dybala. Tante belle giocate di qualità, tanto ritmo, tante occasioni ed anche qualche errore grossolano. La Juventus può recriminare per il fatto che quando è in giornata Higuain non lo è Dybala. L’Atalanta dal canto suo ha invece una certezza assoluta: Alejandro Dario Gomez, in arte El Papu.
Sarà la volta buona per il Napoli?
Una prima risposta a questo quesito ce la darà la sfida dell’Olimpico tra la squadra di Sarri e la Roma di Di Francesco. Mertens e compagni, in campionato, vanno che è una meraviglia. Anche con il malcapitato Cagliari è andato in scena il solito godibilissimo esercizio di stile (che spettacolo il primo gol). Sette vittorie in altrettante uscite rappresentano una novità per gli azzurri. Numeri che non possono certo essere solo frutto del caso. Il Napoli vince e convince. Continua a segnare gol a raffica, caratteristica che ha sempre contraddistinto l’undici di Sarri; continua a giocare un gran calcio, probabilmente il migliore della nostra Serie A. Anche questa è una caratteristica storica del Napoli targato Sarri. Le vere novità sono invece il cinismo e pragmatismo che hanno consentito di conquistare i tre punti anche quando le cose sembravano non mettersi per il meglio. Alla ripresa il Napoli è atteso da un test probante. Per l’Olimpico di Roma la squadra di Sarri è già passata in questa stagione e lo ha fatto travolgendo una Lazio che attraversava (ed attraversa) un ottimo periodo di forma. Anche la Roma sembra essere un bel pezzo avanti nella strada che porta al raggiungimento dell’equilibrio. Vincere contro l’undici di Di Francesco sarebbe un bel segnale. Quello che ci farebbe capire definitivamente se il Napoli quest’anno fa o meno sul serio.
Tre indizi fanno una prova; che succede con quattro?
Se tre fanno una prova, che succede quando gli indizi sono quattro? Si aspetta la ripresa del campionato; soprattutto se in programma c’è il derby. L’Inter di Spalletti è in evidente stato di affanno. E si che gli avversari incontrati recentemente, con tutto il rispetto per Crotone, Bologna, Genoa e Benevento, non è che fossero di quelli temibili. Tirare il fiato ci sta, ma è chiaro che qualcosa deve essere aggiustato in fretta dal tecnico di Certaldo. Resta comunque un dato di fatto: l’Inter continua a vincere. E lo fa di misura facendo grande affidamento su di un’inaspettata solidità difensiva. È vero che i campionati li vince chi prendo meno gol; è vero che l’Inter non è partita per vincere il campionato. È anche vero però che la lotta per il terzo e quarto posto vede in campo almeno quattro squadre per due soli posti. Al rientro dalla sosta l’Inter avrà il derby contro un Milan sull’orlo di una crisi di nervi (e dunque con motivazioni da vendere) e poi andrà al San Paolo per incrociare i tacchetti con il Napoli. Se l’Inter è più o meno sopravvalutata lo scopriremo probabilmente in questi 180’ minuti.
Chi è sottovalutata è la Lazio
Sicuramente c’è una squadra sottovalutata, almeno alla vigilia di questa stagione. Si tratta della Lazio di Simone Inzaghi che dopo un primo tempo opaco travolge il Sassuolo 6-1 e porta a casa l’ottava vittoria su 10 uscite stagionali. I biancocelesti hanno pagato più del dovuto nella sfida con il Napoli ma, considerata anche l’emergenza in difesa, hanno saputo rialzare prontamente la testa portando a casa tre vittorie in altrettante partite giocate in questa ultima settimana. Facile individuare in Luis Alberto la grande sorpresa in questo avvio di stagione della Lazio. Ma il merito più grande è, evidentemente, di Simone Inzaghi che ha saputo ridisegnare la squadra anche senza Biglia (e Felipe Anderson), che ha saputo trovare il ruolo giusto a Luis Alberto e che, scorrendo la storia recente dei biancocelesti, è l’unico allenatore che (i laziali facciano tutti gli scongiuri del caso) non sta fallendo l’impatto con il secondo anno; quello che, per intenderci, in passato ha invece travolto Petkovic e Pioli. La Lazio di Inzaghi va che è una meraviglia. Ha gioco, idee, sostanza, qualità ed un finalizzatore straordinario. Allo Stadium, dopo la sosta, la squadra biancoceleste è attesa dall’esame di maturità. Le ultime uscite a Torino hanno visto la Lazio scendere in campo con l’atteggiamento della vittima predestinata. Tornare dunque a Roma con punti ed una prestazione convincente cambierebbe completamente i programmi di Inzaghi & co.. E perché no, anche l’opinione degli addetti ai lavori; una volta per tutte.