L’ 11 agosto scorso Carlo Tavecchio è stato eletto nuovo presidente della Federcalcio italiana con il 64% delle preferenze, e subito dopo, ai giornalisti presenti, ha dichiarato: “Adesso via alle riforme“. Ma quali sono le riforme che il neopresidente ha in mente? E come intende metterle in pratica? Proviamo a riassumere il programma del nuovo presidente federale, ricordando che tra un mese circa dovrebbe essere convocato un nuovo Consiglio federale in cui si discuterà, appunto, delle nuove riforme.
Rose a 25 calciatori. La proposta che troverà (probabilmente) tutti d’accordo è l’adeguamento delle rose ai limiti Uefa: tetto massimo di 25 calciatori per squadra. Otto giocatori della rosa dovranno provenire dai vivai nazionali (almeno 4 da quello dello stesso club, altri 4 anche dal vivaio di altri club). L’attuazione di tale riforma dovrebbe avvenire già dal prossimo campionato, con l’inserimento, però, di “criteri di gradualità”, per permettere alle società che hanno tanti giocatori di adeguarsi nel tempo, un po’ come è avvenuto per le comproprietà. La norma, inoltre, prevederebbe la sostituzione di qualsiasi calciatore che abbia subito un infortunio che lo terrà fuori dai campi almeno per un mese.
Extracomunitari. Su questo punto il modello di riferimento dovrebbe essere quello della premier (tra l’altro, adottato anche dalla Uefa). Gli extracomunitari previsti rimarrebbero due ma si stabilirà che almeno uno dei due abbia un curriculum adeguato: un certo numero di presenze nella sua nazionale d’origine oppure un certo numero di gare internazionali giocate con il proprio club.
Serie A a 18 squadre. La riforma dei campionati professionistici italiani è stato il cavallo di battaglia di Tavecchio nella corsa alla presidenza della Federcalcio. L’idea di fondo è quella di portare il massimo campionato Italiano a 18 squadre, in modo da non logorare fisicamente i calciatori. Non solo. Cambierebbero anche la serie B, che passerebbe a 20 squadre (dalle 22 attuali) e la Lega pro (dalle 60 attuali alle 40 previste). Tale norma è stata pensata osservando il modello tedesco, che arruola “solo” 54 squadre professionistiche. E’ da sottolineare, comunque, che la riforma potrà essere attiva solo due stagioni dopo la sua approvazione, quindi non prima della stagione 2017-2018.
Multiproprietà. Il tema più delicato è quello legato alle multiproprietà. Molte società, su questo punto, differiscono da Tavecchio e preferirebbero importare il modello spagnolo (le squadre b) ma l’ipotesi è stata subito bocciata dal leader maximum e dai suoi sostenitori (Lotito in primis). Tornando alle multiproprietà, la riforma che Tavecchio intende portare a termine prevederebbe l’acquisizione, da parte dei club più forti economicamente, di altre società che non giochino nella stessa serie. Su questo punto Lotito, spalla destra di Tavecchio, spiega:”le multiproprietà danno la possibilità di far coesistere la valorizzazione dei giovani, l’aumento dei ricavi e la tutela sociale del territorio“.
Sintesi campionati stranieri
Liga. Il massimo campionato spagnolo prevede che i club abbiano una rosa di 25 calciatori, con l’inserimento massimo di 3 extracomunitari. Sono previste le squadre b che non possono partecipare allo steso campionato delle squadre principali.
Bundesliga. La Federcalcio tedesca non ha previsto nessun limite né alla rosa né agli extracomunitari ma i club devono avere in squadra 12 tedeschi di cui 4 provenienti dal proprio vivaio.
Ligue1. Come in Germania, nemmeno nel campionato francese sono previste limitazioni alla rosa. I club, però, potranno avere massimo 4 calciatori extracomunitari.
Premier. Nemmeno in Inghilterra vi sono limitazioni alla rosa ma è stata prevista una limitazione “particolare” per gli extracomunitari: devono aver giocato almeno il 75% delle gare della propria nazionale negli ultimi due anni e il loro paese deve essere di media (almeno) 70° nel ranking.