Come di consueto, analizziamo la Serie A, giunta alla sua dodicesima giornata, in cinque punti.
EURO-ATALANTA
Una partenza così forte non si vedeva dalla stagione 2000-2001: la nuova Atalanta di Gasperini è un rullo compressore, che macina gioco e fa divertire i tifosi. La vittoria esterna contro il Sassuolo per 3-0 è il punto più alto della stagione, secondo Gasperini: quarta vittoria di fila e settimo risultato utile consecutivo da dopo la sconfitta interna contro il Palermo, la sfida che probabilmente ha fatto scattare qualcosa. Le reti di Caldara e Conti (ad aprire l’incontro è il “Papu” Gomez) certificano inoltre la presenza di una certa linea verde (vedi anche i vari Petagna, Spinazzola e Gagliardini) con la speranza che possano tornare utili anche in ottica nazionale. L’obiettivo primario è sempre la salvezza, ma la sfida casalinga contro la Roma dopo la pausa per le nazionali potrebbe dirci se quest’Atalanta può entrare in pianta stabile nella colonna sinistra della classifica.
PJANIC PJANIC……
La prima punizione stagionale messa a segno dal Bosniaco ex Roma toglie un po’ le castagne dal fuoco per la Juventus, dopo una settimana di fuoco per via delle dichiarazioni di Buffon e in una gara che si era complicata contro un Chievo ben piazzato e per nulla intimorito. Gli uomini di Allegri continuano a non convincere pienamente, ma l’aver sbloccato Pjanic da calcio piazzato potrebbe essere un’arma importantissima per il proseguo della stagione, con parecchi punti che potrebbero essere portati a casa nonostante la fatica. Chiaramente in casa Juve ci si aspetta un’ulteriore evoluzione nel gioco, ma almeno fino a Gennaio (apertura del mercato invernale) non potranno essere fatti serie modifiche in tal senso.
SIR MARTUSCELLO
Domenica scorsa contro la Roma sembrava una tantum, e invece stavolta è arrivata la risposta: l’Empoli di Martuscello distrugge in trasferta il Pescara per 4-0 e si porta a 10 punti, momentaneamente a +3 dalla zona salvezza. Dopo due reti siglate nelle prime 11 giornate, arriva un poker con a segno gli uomini chiave Maccarone e Saponara, oltre al gregario e stakanovista Pucciarelli. Con le contemporanee sconfitte di Palermo e Crotone contro le milanesi, per i toscani potrebbero aprirsi nuovi spiragli. Sempre ricordando che non bisognerà dare per morti gli abruzzesi di Massimo Oddo, confermato ancora una volta dal presidente Sebastiani, i Siciliani, sconfitti ma giocando una buonissima partita, e i calabresi, che hanno resistito fino al minuto 83 nella prima alla Scala del Calcio.
ROMA D’EGITTO
La classica partita che può esser presa sottogamba, e invece gli uomini di Spalletti vincono e convincono con un secco 3-0 ai danni di un Bologna troppo rinunciatario e pericoloso soltanto nei primi minuti di gioco. Le fatiche di coppa sembrano non esserci, e i capitolini sfoderano un calcio a tratti devastante, aiutati da un formidabile Salah autore della sua prima tripletta in carriera. A +1 dal Milan, +4 da Lazio e Atalanta e +5 dal Napoli (che ha pareggiato sabato sera proprio contro i biancocelesti), da dopo la pausa fino a Natale ci sarà un miniciclo più complesso in cui vi saranno da affrontare l’Atalanta in trasferta, il Pescara in casa, il derby contro la Lazio, il Milan all’Olimpico e la Juventus a Torino, per concludere con la sfida casalinga contro il Chievo. Cinque gare per capire se la Roma potrà tenere ancora il passo dei bianconeri.
GRANDE TORINO
Serviva una scossa, dopo quattro partite senza vittorie, e sono arrivate ben cinque reti: il nuovo Torino di Sinisa Mihajlovic è un’autentica macchina da gol (secondo attacco del campionato) con qualche meccanismo difensivo ancora da migliorare. Sugli scudi certamente Andrea Belotti, autore sabato di una doppietta, e i compagni di reparto Iago Falque e Adem Ljajic, dieci reti in due al momento. In rampa di lancio il terzino sinistro Antonio Barreca, classe 1995 ed autore di diverse gare di livello. Chiamato in causa per sostituire l’infortunato Molinaro, ha convinto a tal punto da vedersi blindare sotto la Mole fino al 2021. Con grande piacere di Giampiero Ventura, che non vede l’ora di convocarlo in nazionale maggiore.