Non è un momento facile per Maurizio Sarri. Gli ultimi risultati non particolarmente brillanti del Chelsea e soprattutto la sfuriata seguita alla sconfitta rimediata all’Emirates Stadium nell’ultimo turno di Premier League contro l’Arsenal hanno fatto finire sul banco degli imputati il tecnico toscano.
Una netta inversione di tendenza rispetto al clima idilliaco che aveva accompagnato i primi mesi a Londra dell’ex tecnico del Napoli. Mesi caratterizzati da risultati brillanti e gioco spumeggiante che avevano fatto perdutamente innamorare non solo dirigenza e tifosi dei Blues ma anche la generalmente severa stampa inglese che non perdeva occasione per lodare metodi e tattiche di mister Sarri.
Sono però bastati i primi balbettii di stagione ad incrinare significativamente i rapporti. Con tutti. L’uscita poi a caldo nella pancia di Emirates dopo la sconfitta nel derby ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Al termine del match con l’Arsenal, infatti, Maurizio Sarri ha puntato il dito contro i suoi giocatori imputandogli una scarsa attitudine caratteriale per competere a certi livelli.
Un’uscita che probabilmente nelle intenzioni del tecnico di Figline aveva il solo intento di scuotere uno spogliatoio reduce da un mese di parziali delusioni iniziato il 22 dicembre con la sconfitta casalinga di misura contro il Leicester, proseguito poi con il pari, sempre a Stamford Bridge, contro il Southampton e culminato per l’appunto con la sconfitta contro la squadra di Emery del 19 gennaio. Nel mezzo anche la sconfitta nell’andata della semifinale di EFL Cup contro il Tottenham e ad onor di cronaca anche le vittorie contro Watford, Crystal Palace e Newcastle in campionato e quella contro il Nottingham Forrest nel terzo turno di EF Cup.
A ben vedere, quindi, non è solo una questione di risultati. Sebbene gli inciampi in Premier League abbiano fatto riavvicinare Manchester United ed Arsenal, ad oggi il Chelsea conserva ancora il quarto posto in classifica ed è in corsa in tutte le altre competizioni, Europa League compresa.
A creare malumore, allora, sono in realtà diventati i metodi inizialmente tanto osannati. La stampa inglese dopo la sconfitta con l’Arsenal è andata giù pesante imputando a Sarri non solo il fatto che la mentalità ed il carattere dovrebbero essere impressi anche dall’allenatore; ma anche il fatto che il Chelsea è ormai da qualche mese vittima di un gioco monotono e basato su una stretta cerchia di giocatori con il turnover praticamente accantonato per privilegiare sempre gli stessi tredici-quattordici giocatori. Musica non certo nuova per il tecnico che già ai tempi del Napoli veniva fortemente contestato per lo stesso motivo dallo stesso patron degli Azzurri, De Laurentiis.
Non solo. Sul banco degli imputati insieme a Sarri è finito anche il suo pupillo Jorginho che, nello specifico, è stato duramente attaccato dall’ex difensore del Manchester United Rio Ferdinand che a BT Sport ha dichiarato:
Non serve a niente. E’ solamente uno che detta i ritmi di gioco. Sicuramente è bravissimo quando gli arriva il pallone tra i piedi; ma in tutta la stagione quanti assist ha fatto? Neanche uno in 2000 passaggi”.
Rio Ferdinand
A rincarare la dose è arrivato anche José Mourinho che nella nuova veste di opinionista per BeIN Sports ha dichiarato: “Il Chelsea è scomodo da affrontare ma il suo gioco è facilmente analizzabile”.
In effetti qualcosa di vero deve esserci. Accantonato il centravanti (Morata) e spostato Hazard ad agire da falso nove alla Mertens, i numeri parlano chiaro: il Chelsea è la squadra che gioca con più tocchi (21 mila circa) in tutta la Premier, ma difficilmente riesce a mettere l’uomo davanti alla porta. Non solo. I Blues sono anche il club meno falloso del campionato (circa 9 a partita), quello che spazza meno via il pallone e quello che fa registrare il minor numero di tackle dopo 23 giornate di campionato. Il tutto ha fruttato ad oggi 47 punti in classifica (-13 dalla vetta) a fronte di 40 gol segnati e 19 subiti. Per rendere meglio l’idea, anche il Manchester United, in crisi fino ad un mese fa, ha segnato più di Hazard e compagni (46 gol) mentre le prime tre squadre in classifica, Liverpool, City e Tottenham, hanno realizzato rispettivamente 54, 62 e 48 gol con i Reds ed i Citizens che ne hanno incassati rispettivamente 6 e 2 in meno degli uomini di Sarri.
I metodi del tecnico del Chelsea, secondo la bene informata stampa inglese, sembrano cominciare a stare stretti anche ai componenti della rosa. Molti avrebbero lamentato il fatto che gli allenamenti sono ripetitivi; altri che a giocare sono sempre i soliti noti. Alcuni, riportava ieri l’Evening Standard, scherzano addirittura sul fatto che il mister non conosca il loro nome di battesimo.
La situazione, dunque, inizia a surriscaldarsi. La dirigenza del Chelsea, inoltre, resta notoriamente vittima di facili mal di pancia e pare che dopo le dichiarazioni dell’Emirates Stadium Maurizio Sarri sia finito sotto la lente di ingrandimento di Marina Granovskaja, il braccio destro di Roman Abramovich, alla quale l’oligarca russo ha affidato le sorti del club.
Nel frattempo però ai piani alti hanno deciso di assecondare ancora una volta almeno il volere del tecnico di Fligline. Proprio in queste ore Gonzalo Higuain si appresta a sbarcare a Londra. Un’operazione che dovrebbe comportare il trasferimento di Alvaro Morata all’Atletico Madrid. Lo spagnolo ha deluso la dirigenza del Chelsea che quindi ha deciso di fare una deroga alla politica di non tesserare over 30 e concedere ancora un asso da giocare a Maurizio Sarri portando a Stamford Bridge un altro dei suoi pupilli.
Una bella sfida quella che attende ora il tecnico ed il centravanti ex Milan che tornano così ad abbracciarsi sperando di ricreare il connubio degli anni d’oro di Napoli. Una bella scommessa per entrambi. Per Higuain che non può fallire nuovamente dopo lo sciagurato semestre al Milan. E per Maurizio Sarri, che è stato accontentato nonostante i malumori della piazza e che ora ha cinque mesi per meritarsi la conferma sulla panchina di Stamford Bridge.