Rudi Garcia, capitano sabotatore della sua stessa nave. In questo modo Pierre Martine, firma di France Football, ha voluto celebrare l’impresa dell’ex tecnico della Roma che domenica sera, allo stadio Louis II di Montecarlo, ha visto il suo Olympique Marsiglia affondare sotto i colpi di uno scatenato Monaco.
6-1 il risultato finale di un match che al 45’ vedeva i padroni di casa già avanti 4-0. Una débâcle che, secondo la stampa transalpina ed i tifosi dell’OM, ha un unico colpevole: Rudi Garcia, ça va san dire.
Del resto il tecnico transalpino, curriculum alla mano, non è nuovo a certe catastrofi sportive. Anzi, a voler essere onesti mostra in effetti una certa confidenza con i risultati tennistici. A partire dai tempi Lille, unica esperienza, a conti fatti, a risultare sin qui vincente nella carriera di Garcia.
È sulla panchina del LOSC infatti che il buon Rudi incassa la prima batosta della sua carriera. La prima delle due ad opera del Bayern. È il 7 novembre 2012 quando la squadra di Heynckes vince 6-1 all’Allianz Arena un match della fase a gironi della Champions League. I bavaresi vinceranno poi la competizione. Il Lille invece non riuscirà a superare il raggruppamento che chiuderà anzi all’ultimo posto alle spalle del Bate Borisov vedendo svanire dunque anche il premio di consolazione della qualificazione all’Europa League. È inevitabile però quando vinci una sola partita su sei incassando 13 reti e segnandone appena 4.
Il secondo set con i tedeschi si gioca invece all’Olimpico di Roma. Rudi Garcia allena i giallorossi mentre sulla panchina dei bavaresi siede Pep Guardiola. È in questa occasione, 21 ottobre 2014, che il tecnico francese compie quello che probabilmente resta ad oggi il suo capolavoro tattico schierandosi con un 4-3-3 che manda sul rettangolo verde, tutti in contemporanea, Totti, Iturbe ed il trio Gervinho-Pjanic-Cole allineato sulla stessa fascia. Robben e compagni ancora non hanno finito di ringraziare per il favore.
Siccome errare è umano ma perseverare è Garcia, arriva anche il terzo set. Il palcoscenico è quello preferito dal tecnico francese: quello prestigioso della Champions League. Vittima è ancora la Roma che, non ce ne vogliano gli amici giallorossi, a volerla dire tutta anche lei con i punteggi tennistici in Europa ha una certa familiarità. Questa volta a passeggiare all’Olimpico è il Barcellona di Luis Enrique; ironico pensando a come il tecnico asturiano era stato defenestrato in fretta e furia dalla Roma a stelle e strisce. Il 24 novembre 2015 i blaugrana si impongono per 6-1 accelerando le pratiche di un divorzio, quello tra la società giallorossa e Rudi Garcia, che si consumerà circa un mese più tardi con i capitolini che nel frattempo dovranno ingoiare anche l’ennesimo boccone amaro della gestione Garcia: uscire dalla Coppa Italia (ai calci di rigore) per mano dello Spezia.
Salutata la capitale Rudi Garcia, dopo aver ricaricato le pile, nell’ottobre del 2016 decide di ripartire da Marsiglia. Le cose, almeno all’inizio, sembrano andare anche discretamente. All’esordio sulla panchina dell’OM ad esempio arriva un pari a reti inviolate contro la corazzata PSG. La Ligue 1 però la vincerà il Monaco che rifilerà a Garcia 4 reti sia all’andata che al ritorno.
Ed eccoci infine al capitolo finale, almeno per il momento, della saga, il 6-1 di domenica scorsa. Garcia si è presentato nel principato in preda ad un delirio tattico stravolgendo di fatto la sua squadra. Sicuramente conscio dei limiti del suo OM e forse memore delle figuracce del passato, decide di rinunciare completamente a giocare la partita schierandosi a cinque in difesa. Il primo gol del Monaco è arrivato dopo 69 secondi di gioco. La serata degli orrori è continuata poi fino al 90’ con i primi cambi del tecnico arrivati solo all’intervallo quando il match, come detto, era già abbondantemente compromesso.
Rudi Garcia, insomma, è un recidivo. Ed a quanto pare soffre particolarmente tutto ciò che nella sua denominazione sociale presenta il nome Monaco. E pensare che alla vigilia del match contro i biancorossi di Jardim il tecnico dell’OM aveva dichiarato: “Le ultime due volte in cui li abbiamo affrontati abbiamo subito 4 gol; quindi non può andare peggio di così”. E invece ai limiti di Garcia non c’è mai fine.