Gallina vecchia fa buon brodo direbbe qualcuno. Una massima non sempre veritiera. Così come non è verità assoluta il concetto di minestra riscaldata; concetto che si utilizza spesso (quasi esclusivamente a dire il vero) con una evidente chiave di lettura negativa. Ora, gallina vecchia e minestra riscaldata non sono la stessa cosa. Ma dei punti in comune ci sono, specialmente quando parliamo di calcio. Ed è a Londra, in casa del Crystal Palace per la precisione, che i due modi di dire si sono sposati. Perché le Eagles dopo un avvio disastroso in Premier League si sono completamente trasformate da settembre ad oggi grazie ad uno di quei nomi che non ti aspetti. Uno di quegli allenatori con una reputazione discutibile. Un nome che gira nel mondo del calcio da più di 30 anni raccogliendo poca gloria ma nonostante questo sempre in voga in Terra d’Albione. Parliamo ovviamente di Roy Hodgson.
A inizio settembre il rendimento del Crystal Palace era disastroso: con 4 sconfitte, 7 gol subiti e zero (avete letto bene) reti all’attivo, le Eagles giacevano sul fondo della classifica contendendosi lo scettro di peggior squadra d’Europa con il Benevento. Numeri sufficienti a convincere la proprietà del club a dare il benservito a Frank De Boer. Per rilanciare le sorti del club la scelta è quella di lasciare tosto la strada esotica intrapresa con l’ingaggio dell’allenatore olandese e virare immediatamente verso un profilo home made. Fra quelli a disposizione, Roy Hodgson è la scelta. Tra lo stupore generale.
Dopo l’umiliante eliminazione per mano dell’Islanda ad Euro 2016, il calcio inglese sembrava voler dimenticare quello che, tra l’altro, è stato l’allenatore anche di Inter ed Udinese. Troppo vergognosa la spedizione di Francia per trovare spazio nel cuore e perdonare il vecchio Roy. Ancora vive le critiche per un gioco scadente e spesso non congeniale alle caratteristiche degli interpreti a disposizione (si ricordi Kane ridotto a battere gli angoli o Rooney spostato quasi sulla linea mediana).
Per questo quella del Crystal Palace è stata una scelta a sorpresa. Una scelta difficile da accettare per i tifosi del club e difficile da comprendere anche per chi non tifa le Eagles. Una scelta rivelatasi azzeccata col senno di poi. Perché quando siamo ormai alla fine del girone d’andata il Crystal Palace è più vivo che mai; e soprattutto, sopra la zona rossa (1 punto di vantaggio sul Bournemouth terz’ultimo).
La strada è ancora lunga e tortuosa, ma intanto vi sono tutte le componenti per notare il miracolo che i Glaziers stanno compiendo. Non tanto per la rosa a disposizione che, per quanto inferiore ai top club, può contare comunque su elementi discreti come Mamadou Sakho (26 milioni di sterline sborsate in estate al Liverpool), Jairo Riedewald (in finale di Europa League lo scorso anno con l’Ajax), Yohan Cabaye, Ruben Loftus-Cheek, Andros Townsend, James McArthur e, soprattutto, Chris Benteke. Quanto, più che altro, per le premesse da cui si partiva.
La prima vittoria e le prime reti sono arrivate soltanto all’ottava giornata quando per altro è stato un autogol di Azpilicueta ad aprire le danze nell’incredibile ed inattesa vittoria (2-1) contro il Chelsea. Da allora è stato tutto in discesa per il Crystal Palace di Roy Hodgson. Nonostante due sconfitte (entrambe in trasferta per 1-0 contro Tottenham e Newcastle, con nel mezzo un pareggio in uno dei tanti derby londinesi contro il West Ham) sono arrivati ben 14 punti nelle ultime 8 giornate (3 vittorie e 5 pareggi) che hanno permesso ai Glaziers di risalire la china.
Punto di forza del Palace di Roy Hodgson è la difesa: soltanto 7 reti subite (a fronte di 13 gol fatti) con fondamentale lavoro di Julian Speroni che si è ripreso la titolarità dopo due stagioni rimaste a guardare Hennesey, che i più esperti si ricorderanno certamente durante Euro 2016 con quel Galles che raggiunse la semifinale. Ancora un po’ indietro di condizione invece Benteke, fermo ad una sola rete: uno degli obiettivi di Hodgson sarà anche risvegliare la fame del centravanti belga, che lo scorso anno raggiunse quota 15, ancora in lizza per un posto verso Russia 2018.
Con l’anno nuovo i tanti dettami già assimilati dovranno completarsi per chiudere il cerchio e consentire al Crystal Palace di andare a centrare la sesta salvezza consecutiva. Un risultato che vorrebbe dire migliorare il record del club stabilito lo scorso anno. Fra Svezia, Svizzera e Fulham, Roy Hodgson nella sua carriera è stato anche artefice di imprese memorabili con pronostici sovvertiti quando tutto sembrava già scritto.
I miracoli con l’Hamstad e col Fulham (ricordate la finale della primissima edizione dell’Europa League) devono essere usati assolutamente come contrappesi alle poco memorabili imprese di Brasile 2014 o Francia 2016, senza scomodare la Gialappa’s Band e la buon’anima di Maurizio Mosca. Perché nel giusto ambiente, con le giuste corde toccate, quella vecchia volpe di Roy Hodgson sa dire sempre la sua.