Qualcosa si è incrinato a Marsiglia. L’Olympique di Bielsa non sa più vincere. Anzi, sembra si stia sempre più specializzando nel subire rimonte al novantesimo. Sono due, per altro consecutivi, infatti i pareggi incassati all’ultimo sospiro da Gignac & Co. che hanno allontanato i marsigliesi dalla vetta e che rischiano ora di compromettere, sebbene il cammino sia comunque ancora lungo, l’incredibile corsa al titolo della Ligue 1 che nonostante i soldoni degli sceicchi del PSG mai come quest’anno risulta incerta.
Chissà come stanno vivendo questo momento un po’ così dalle parti del Velodrome. Magari cercando di chiarire i malintesi a suon di ceffoni. Già, perché sembra infatti che lo spogliatoio dell’OM se no una bella polveriera pronta ad esplodere sia comunque composto da un gruppo di locos degno esercito di un condottiero che della pazzia ne ha fatto il suo emblema. Risse, insulti, tradimenti. Anche questo è infatti l’Olympique Marsiglia. Le prime avvisaglie di tanta focosità al di fuori del campo si sono cominciate ad intravedere proprio quanto le cose sul rettangolo verde hanno iniziato a girare nel senso storto. A tracciare la via chi poteva essere se non il giocatore più rappresentativo dell’OM, Pierre Gignac?
Pare infatti che il bomber abbia voluto chiarire in mensa a suon di pugni un malinteso sorto con Dja Djédjé quando qualche giorno prima, sul campo del Rennes, Gignac aveva rimproverato al difensore ivoriano gli insulti al giovane Ntep, ala del club avversario. Sia ben chiaro. Si trattò di una rissa tra amici dato che venne derubricata dal club ad episodio banale per altro giustificato dal fatto che il centravanti marsigliese ed il giocatore del Rennes condividono lo stesso procuratore. Ma non finisce qua. Sempre Rennes è stata teatro degli insulti a distanza tra Thauvin e Payet (destinatario del “Vaffa”) per un passaggio non avvenuto con i tempi giusti. Anche qui pare che l’episodio passò in cavalleria complice il fatto che Thauvin viene dai più considerato come il cocco di Bielsa e del Presidente.
Ecco allora che le voci su gruppi e divisioni interne si fanno sempre più insistenti. Mandanda, rispettato capitano, Imbula e Lemina farebbero vita solitaria. Payet e Romao condividerebbero invece tutto mentre i giovani Samba, Mendy e Batshuayi farebbero gruppo a se divertendosi per altro a postare i loro fatti privati e quelli del club su Twitter (furono loro ad anticipare la cessione di Doria al San Paolo). Gignac, per non farsi mancare niente, starebbe un po’ con tutti con una predilezione però per il gruppo dei marsigliesi doc che annovera, tra gli altri, Fanni e Alessandrini, non disdegnando comunque neanche la compagnia del trio Ayew, NKoulou e Dja Djédjé.
Come gestisce Bielsa questa vita da separati in casa dello spogliatoio? Semplice, dando i voti. Sembra infatti che il Loco, come riportato dall’Equipe e confermato dallo stesso tecnico argentino, a fine partita si riunisca con il suo staff e dia i voti ai giocatori scesi in campo. Nulla di particolare se non fosse che queste votazioni diventano poi la base per decidere la formazione della domenica successiva cosa che, a quanto pare, è costata il prestito di Doria che col club francese non ha giocato neanche un minuto in campionato. Il motivo? I suoi compagni di reparto continuavano a prendere sette in pagella: perché prendersi il rischio di schierare il brasiliano? Evidentemente Doria non è un tipo focoso e socievole, altrimenti avrebbe potuto provare a risolvere la questione con una bella scazzottata magari supportato dal suo clan.
C’è da dire una cosa. Seppur con le dovute differenze, lo spogliatoio dell’Olympique ricorda tanto quello della famigerata banda di pazzi che condusse la Lazio allo scudetto nel 1974. E sebbene i risultati delle ultime domeniche abbiano portato i biancocelesti di Francia a -4 dal Lione, il campionato è ancora lungo.