“Da anni provo a descrivere l’emozione vissuta al mondiale, in particolare quella dell’aver calciato l’ultimo decisivo rigore”. È con queste parole che Fabio Grosso esterna la sua difficoltà nell’esprimere i suoi pensieri al cospetto del rigore decisivo sotto il cielo azzurro di Berlino. Tutta questione di concentrazione e sangue freddo, due elementi che hanno tradito anche grandi campioni durante la loro carriera. Storia antica ma sempre attuale, i rigori non sono definiti “lotteria” per niente. Non sempre terminano con la palla in fondo al sacco. Ne sanno qualcosa i protagonisti della prossima particolare Top Ten che racchiude i dieci rigori calciati peggio nella storia del calcio italiano.
Iniziamo ricordando un rigore di poco conto in un Roma – Carpi 2014 dal 5-1 ormai ben definito. Nel finale è Matos a presentarsi di fronte a De Santis. Vigorosa rincorsa da chi non ha nulla da perdere ma la conclusione è centrale. De Santis si tuffa ma con i pugni respinge ancora sui piedi di Matos, che si fa neutralizzare anche la ribattuta dal portiere giallorosso. Una giornata storta per i biancorossi emiliani, sconfitti e umiliati.
Rimanendo sempre in tema Roma troviamo Edin Dzeko ed il suo famoso penalty calciato in curva un paio di settimane orsono ad Udine. Al diciottesimo minuto, sul risultato di 0-1, il bomber bosniaco ha la possibilità di portare la sua squadra al doppio vantaggio ma qualcosa va storto. Il rigore finisce in curva e sul web si scatena l’ironia. Tra immagini di astronauti con il pallone in mano e video di Holly e Benji modificati, l’errore di Dzeko diventa virale, con il gigante romanista che, sull’argomento rigori commenterà poi “Non è nulla di grave. Ma la prossima volta li farò calciare ad altri”.
Sempre attuale è anche la sfida tra Juventus e Inter, il derby d’Italia che in queste settimane è argomento di dibattito pubblico per presunti errori arbitrali. Tra le polemiche è anche la sfida del 1998, passata alla storia più per le proteste che per il risultato finale. A buttare benzina sul fuoco, alimentando il clima già rovente di quella sfida ci pensa Alex Del Piero, uno che di rigori non ne sbaglia molti, ma che in quel caso commette una leggerezza fondamentale, data l’importanza della sfida. Il tiro dagli undici metri, che, al settantatreesimo, potrebbe chiudere la partita sul 2-0 è potente ma sfortunato. Pagliuca a destra e pallone parato con le gambe ancora nel mezzo della riga bianca. Sfortuna e delusione colmate solo dall’1-0 finale che consente comunque 3 punti ai bianconeri.
Per la settima posizione non ci spostiamo più di tanto sulla linea del tempo. Il 1998 infatti, è noto anche e soprattutto per il Mondiale in Francia, con la nostra eliminazione nei quarti di finale proprio a opera dei transalpini. Sono gli avversari a sbagliare per primi dopo 120 minuti di match, ma gli errori di Albertini e di Di Biagio sono una condanna per gli azzurri. Barthez neutralizza l’ex Milan, Lazio e Atalanta, mentre è il romano a calciare, con un tiro di sola potenza, il quinto rigore decisivo sulla traversa. La rincorsa è breve e scoordinata e la conclusione è da dimenticare, centrale e in pieno montante alto. La Francia esulta per la qualificazione in una semifinale mondiale dopo 12 anni di digiuno.
Prima di tornare ai giorni nostri per la top five, torniamo ulteriormente indietro di qualche anno per la precisione a quel 1984 che vede il Liverpool sul tetto d’Europa, conquistato dopo aver vinto l’odierna Champions League in finale con la Roma. Sono ancora una volta i rigori a decretare la miglior squadra del vecchio continente e il nostro Ciccio Graziani ne sa qualcosa. Prima l’errore di Bruno Conti e poi il suo: un’autentica bomba che finisce alle stelle prima dell’ultima trasformazione di Alan Kennedy. Il tiro sfortunato guadagna ulteriore peso per ciò che significa.
E, se il peso della Champions è intrasportabile, quello del Mondiale 1994 non è da meno, vero Roberto Baggio? Certo, non è da dimenticare l’errore di Franco Baresi, nonostante il tiro del “Divin Codino” meriti sicuramente un’attenzione particolare. La finale, inutile dirlo, è quella famosa con il Brasile, e il rigore che ci confina al secondo gradino del podio è veramente inspiegabile, soprattutto se si conoscono i piedi del rigorista. Baggio è il ritratto della tensione una volta sul dischetto. Una rincorsa lunga e il corpo troppo indietro sul pallone non lo favoriscono di certo ed il pallone finisce in curva, mentre le speranze azzurre tornano in valigia all’aeroporto più vicino.
E, se fino a questo momento si è parlato di rigori tutto sommato calciati male, arrivati alla quarta posizione si comincia a narrare di veri e propri errori che rasentano il ridicolo. Appena fuori dal podio la brutta figura di Andrea Pirlo al Trofeo Gamper di 7 anni fa. Il rigorista bresciano, allora al Milan, sfida i riflessi di Josè Manuel Pinto, a difendere la porta blaugrana, rimediando però un’autentica delusione. Pirlo utilizza il famoso cucchiaio, ma l’estremo difensore spagnolo non si scompone e rimane in piedi con il pallone che arriva comodo comodo tra le sue braccia. Insomma, come a dire “Il cucchiaio è una specialità di Francesco Totti” ma non sempre.
Il gradino più basso del podio lo guadagna infatti il “Pupone”. Il suo rigore in un Roma-Lecce 2004/2005 sembra la fotocopia del penalty di Pirlo, con la differenza di avversario, competizione e minuti nelle gambe. Bravissimo è Sicignano a non gettarsi, intuendo forse le intenzioni del capitano giallorosso. Il pallone a palombella, lento ed impreciso, si fa strada anche in questo frangente verso mani del gigante di origini palermitane, tra le espressioni di sgomento del pubblico presente.
Medaglia d’argento invece per Billy Costacurta, ottimo difensore con un unico neo: l’errore dal dischetto dell’International Stadium a Yokohama nel 2003 in finale di Coppa Intercontinentale. Milan e Boca Juniors a contendersi la sfida, ancora una volta decisa dai calci di rigore. “Quei terribili penalty” direbbe un tifoso rossonero, costretto a sorbirsi gli errori di Pirlo e di Seedorf prima di giungere all’incubo Billy. Costacurta si accinge al cerchio bianco, la ricorsa è buona ma la ciabattata molto meno. Ne esce un tiro debole e centrale che Abbondanzieri para solamente sdraiandosi a terra. Il Milan perde la quarta finale intercontinentale mentre il Boca Junior festeggia il tetto del mondo.
Classifica che vede invece Simone Zaza conquistare l’oro grazie al suo rigore in Germania–Italia ad Euro 2016. Dopo una partita onorevole contro una delle nazionali più forti al mondo si va ai rigori. Zaza entra in campo esclusivamente per i tiri dal dischetto. Il penalty dell’attaccante è però imbarazzante. Una rincorsa assurda soprannominata “Il ballo della papera” è solo il preambolo ad un pessimo impatto con il pallone che probabilmente sarebbe finito ai margini superiori di un qualsiasi stadio provinciale. L’umiltà che soccombe alla spavalderia. E l’Italia fuori dagli Europei.