Il confronto è di quelli impietosi. Uno studio effettuato dal britannico Guardian rivela come, nella prima giornata di campionato, la Serie A sia ultima per percentuale di riempimento degli stadi tra i maggiori campionati Europei, cioè Premier League, Bundesliga tedesca, Liga Spagnola, Eredevise Olandese e la francese Ligue 1. Il campionato nostrano si piazza ultimo con un misero 55,8% di affluenza.
Non a caso ai primi posti troviamo quei campionati, Premier League e Bundesliga, che più di tutti hanno investito sugli impianti sportivi che, nella maggioranza dei casi, sono inoltre di proprietà dei Club che ne traggono dunque giovamento dal punto di vista economico con introiti enormi. Inghilterra e Germania registrano percentuali di presenze (98.4% e 93.6%) incredibili quanto allo stato attuale irraggiungibili per il nostro calcio che si traducono molto spesso nel tutto esaurito, come infatti successo al Bayern Monaco ed al Borussia Dortmund. Da sottolineare anche il dato di presenze all’Old Trafford che, nonostante la non esaltante stagione dello United lo scorso anno, ospitava 75.000 spettatori. Nel frattempo in Italia il Milan di Pippo Inzaghi, proveniente da una stagione simile a quella dei Red Devils e senza coppe europee da disputare, giocava davanti ad appena 37.000 spettatori, meno della metà della capienza di San Siro, il match comunque di cartello contro la Lazio. Il dato forse più inquietante è che davanti l’Italia si piazzano anche Olanda (90%), Spagna (75,4) e Francia (69,3).
Se la Serie A vince il cucchiaio di legno con appena il 55.8% di spettatori, vuol dire forse che i tifosi italiani sono i meno attaccati alle loro squadre? Naturalmente no, la percentuale cosi esigua si deve a moltissimi fattori: gli stadi sono vecchi e non all’altezza di quelli europei né per comfort né per organizzazione; cadono a pezzi, sono mal collegati e i biglietti hanno spesso prezzi esorbitanti per le tasche dei tifosi nostrani. L’esempio da seguire è quello della Juventus, e prossimamente della Roma, che sul modello europeo hanno costruito o costruiranno stadi di proprietà nella speranza di riavvicinare il pubblico ed incrementare il fatturato. Ma i tempi stringono. Tra legge sugli stadi mai definitiva, conti spesso in rosso e mancanza di importanti capitali privati, colmare il divario già enorme rischia di diventare impossibile.