“C’è del marcio in Danimarca”
La famosa massima che Marcello rivolge ad Amleto nell’opera di Shakespeare sembrerebbe piuttosto inappropriata per descrivere la Danimarca odierna. Quello dipinto dall’autore inglese è un paese in preda a sommosse e rivolte; un paese dove il sangue scorre a fiumi e trame, dubbi ed ambiguità sono all’ordine del giorno. Dove la vita è vissuta in bilico sul filo invisibile della dicotomia tra pensare ed agire.
Un paese insomma lontano anni luce da come siamo soliti immaginarlo oggi. Perché, almeno stando alle statistiche, la Danimarca è insieme a Svezia e Finlandia in cima alle classifiche dei posti migliori in cui vivere per qualità della vita e ricchezza. Una nazione che sembra afflitta da un unico problema: il rigido inverno.
Un problema che deve aver afflitto anche l’infanzia di Pione Sisto, ugandese classe ’95 che in Danimarca si trasferisce al seguito della sua famiglia quando ha solo due mesi. Concorderete che, nonostante la giovane età, per uno nato a Kampala l’impatto con il nord del mondo non deve essere cosa facile. Non la pensate così? Allora è forse opportuno fare qualche precisazione.
Diciamo che Shakespeare per bocca del suo Marcello ci aveva visto giusto. Non è infatti tutto oro quel luccica in Danimarca. Sebbene ad esempio i danesi siano euforici della loro linea green è anche vero che producono petrolio e che la maggior fonte di approvvigionamento energetico del paese arriva dalle centrali a carbone. Statisticamente i paesi scandinavi, e la Danimarca non fa eccezione, saranno anche popolati da cittadini tendenzialmente felici. Ma è anche vero che la Danimarca, così come Svezia e Finlandia, è tra i paesi con il più alto tasso di depressione e suicidi al mondo. C’è poi un ultimo fatto.
Che in occasione dell’ondata migratoria che ha coinvolto il Vecchio continente in questi ultimi anni la Danimarca si è distinta nella mala gestio generalizzata dell’emergenza a livello europeo per aver introdotto il sequestro forzato dei beni dei migranti (fedi nuziali e gioielli di famiglia esclusi), misura etichettata dalla stampa inglese come “la legge dei gioielli”.
Una scelta questa che va a sommarsi ad altre misure individuate – come ricostruisce Laura Bisaschi in un suo articolo di qualche mese fa per Q Code Magazine – con “il chiaro intento di spaventare i richiedenti asilo. Infatti, fra le novità introdotte vi è un prolungamento da uno a tre anni del tempo d’attesa per iniziare le lunghissime procedure volte al ricongiungimento familiare. Inoltre, i migranti non dovranno soltanto dimostrare di fuggire da situazioni di imminente e grave pericolo ma anche di “essere disposti ad integrarsi ed a riconoscersi nei valori dello stato danese”. Questo criterio, piuttosto vago e indefinito, probabilmente avrà semplicemente l’effetto di rendere più difficile il riconoscimento di richiedente d’asilo”.
Dovrebbe ora essere più chiaro perché è lecito pensare che l’infanzia di Pione Sisto potrebbe non essere stata delle più semplici.
Ma Pione Sisto ha una fortuna. La dote, innata, di saper giocare a calcio. Che, unita insieme all’altra sua qualità principale, la corsa (questione questa forse di genetica), gli ha consentito di affermarsi presto come astro nascente del calcio danese. Perché Pione Sisto è uno abituato a pensare ed agire rapidamente.
Pione Sisto inizia a tirare i suoi primi calci ad un pallone nel Tjørring dove milita fino al 2010, anno in cui si trasferisce nelle giovanili del Midtjylland. Esordisce in prima squadra il 18 novembre 2012 contro il Copenaghen. Da qui inizia la sua ascesa. Undici giorni più tardi gioca titolare contro il Randers in Coppa di Danimarca. Il 21 agosto 2014 arriva l’esordio europeo; nei preliminari di Europa League contro i greci del Panathinaikos. A fine stagione il Midtjylland si laurea campione di Danimarca e si guadagna l’accesso ai preliminari di Champions League.
L’avventura nella coppa dalle grandi orecchie non va come sperato. La squadra retrocede in Europa League regalandosi però la doppia sfida con il Manchester United ai sedicesimi di finale. Passano i Red Devils, ma Pione Sisto pone la firma sul 2-1 rifilato all’andata e sul gol del momentaneo vantaggio ad Old Trafford nella gara di ritorno. Quanto basta per guadagnarsi la chiamata del Celta Vigo.
L’avventura di Pione Sisto in Liga inizia a stagione in corso. Il trasferimento si perfeziona per 5 milioni di euro circa e l’esordio è datato 22 agosto nel match contro il Leganes. Al caldo della Spagna, nazione più mite rispetto alla Danimarca, Pione Sisto germoglia. Il primo anno si chiude con numeri più che discreti: 56 presenze complessive con un bottino di 12 gol e 4 assist.
Il fatto è che Pione Sisto nasce come trequartista. Perché è uno che vede la porta e che ha il piede sensibile (soprattutto il sinistro). Ma Pione Sisto è anche un tipo che corre, che dribbla e che ha un’ottima tecnica (ed appena 22 anni). In un calcio dove la tattica toglie fiato ai trequartisti, uno come lui basta spostarlo sull’esterno perché diventi devastante.
Come infatti è successo quest’anno. Ad oggi Pione Sisto ha già collezionato 18 presenze stagionali con il Celta Vigo con 3 gol (l’ultimo ieri nell’andata del match di Coppa del Re con il Barcellona) e la bellezza di 10 assist. Numeri incredibili per un giocatore che ha ancora margini di crescita enormi data la giovane età. Ed il cui valore di mercato oggi si è già triplicato.
Nei 5 campionati principali solo Neymar è stato più incisivo in rifinitura; sono 10 gli assist del brasiliano in 14 partite con il PSG. C’è un altro giocatore, il tedesco Philipp Max, ventiquattrenne terzino sinistro dell’Augusta, che eguaglia le statistiche di Pione Sisto. Ecco, teneteveli bene a mente questi due nomi. Perché ne sentiremo parlare a lungo. Probabilmente già da Russia 2018.