Da allenatore di passaggio a pietra portante della nuova gestione, da bersaglio di insulti a primo beniamino dei tifosi, questo in un anno e mezzo il percorso sulla panchina della samp del personaggio di oggi: mr Sinisa Mihajlovic.
Famosi erano i missili terra aria che scagliava da calciatore (anche della squadra da lui allenata ora) contro i portieri avversari, così come famosa sta diventando ora la sua rigidità nel far svolgere ai suoi giocatori duri programmi di allenamento rigorosamente a porte chiuse per avere la massima concentrazione.
Ma Mihajlovic allenatore non è esclusivamente un burbero uomo capace solo di far correre fino allo stremo i suoi: è anche un tecnico capace di dare fiducia e schierare al meglio ogni giovane risorsa a sua disposizione. Da quest’ultimo punto ha iniziato, molto bene, il campionato la Sampdoria, capace di prendersi la quarta posizione a suon di grinta e forza fresca. Da Okaka e Gabbiadini a Obiang e Soriano la Samp sembra avere tutte le carte in regola per fare bene questa stagione e sperare anche qualcosa in più di una modesta salvezza. Se a queste forze giovani ci aggiungiamo poi Romero, portiere titolare della finalista di mondiale Argentina, le speranze che la Sampdoria possa far bene in Italia aumentano.
Tutto sta nel capire come Mihajlovic sfrutterà questo potenziale che può dare si tanta corsa e voglia di mettersi in mostra, ma può anche mostrarsi discontinuo e fragile se arrivassero sconfitte contro avversarie nettamente superiori. Ecco perché l’allenatore della doria rivestirà un ruolo fondamentale nella crescita della propria squadra e nella formazione dei suoi giovani: Mihajlovic dovrà essere in grado di tenere sempre alta la concentrazione delle forze fresche, di dar loro il giusto carico di responsabilità e continuare ad avere fede nella gioventù. Anche Ferrero sembra essere d’accordo con tutto ciò, tant’è che ogni volta che gli si domanda qualcosa sul piano tecnico questi risponde di volgere la domanda al tecnico, l’unico in grado di dare la risposta giusta e che è in grado di fare tutto ciò che occorre per il bene della squadra.
Il tecnico serbo ha capito benissimo qual è il suo ruolo ed è anche per questo che si è conquistato il favore di tutti e per il futuro della sua Samp continuerà ad affidarsi alle nuove leve ripetendo loro queste parole: “Giocare nella Sampdoria deve essere per tutti un onore. Questo è un club prestigioso, con 67 anni di storia. E se qualcuno dei miei giocatori questa storia non la conosce gliela ricorderò io. Ricorderò ai miei giocatori, che la maglia che indossano è stata vestita in passato da grandi giocatori e grandi uomini.[…] Qui solo vent’anni fa si vinceva una Coppa delle Coppe, uno scudetto e si è persa ai supplementari una Coppa dei Campioni. […] Perché nella sua storia la Samp è anche caduta ma si è sempre rialzata.”