Tra pochi minuti allo Stade de France l’Olanda di Dick Advocaat si gioca contro la Francia di Deschamps le sue possibilità di qualificazione a Russia 2018. Terza nel raggruppamento A con 10 punti alle spalle di Svezia e Francia (capolista con 13) e tallonata dalla Bulgaria a quota 9 punti, la nazionale Orange rischia seriamente, dopo Euro 2016, di non prendere parte neanche alla campagna di Russia. Ma come è possibile che una nazione così ricca di talenti stia attraversando una tale crisi di identità? Abbiamo provato a chiedere a Simone Gamberini, ideatore e direttore del progetto editoriale Footbola, sito specializzato in calcio internazionale, di spiegarci cosa sta accadendo all’Olanda.
Di Simone Gamberini – Crisi d’identità, ricambio generazionale, forse anche sfortuna ma la nazionale olandese sta vivendo un periodo di buio totale che rischia di toccare il fondo con l’ennesimo fallimento di questa era. Da Euro 2012 in poi il declino Orange è stato progressivo ed inesorabile spezzato solo da un lampo d’orgoglio nel Mondiale brasiliano dove la guida di Van Gaal aveva riportato la luce dopo la figuraccia in Polonia e Ucraina.
Poi però la generazione d’oro ha cominciato a spegnere un numero importante di candeline e le nuove leve hanno tutte incontrato problemi non indifferenti nel loro processo di crescita tanto da consegnare ai successivi commissari tecnici rose incomplete e con un peso specifico non all’altezza di una nazionale capace di laurearsi vice campione del mondo nel 2010.
Caos organizzativo oltre che tecnico, continui cambi di allenatore per portare ancora più confusione ad una nazionale che ha a disposizione di base un buon potenziale tecnico, certo non del calibro di quello della spedizione sudafricana ma certamente valido per centrare una qualificazione, ma che non riesce a trovare la giusta guida per assemblare e valorizzare il tutto. Ci ha provato il veterano Hiddink ma la sua missione da traghettatore è stata la più fallimentare della sua carriera; ha fallito anche Danny Blind, invocato a furor di popolo ma ampiamente inadatto per un incarico così prestigioso; ed infine è toccato all’attuale commissario tecnico Advocaat, uno che di esperienza ne ha da vendere (70 primavere il prossimo mese) ma che a fatica riesce a riportare sulla retta via una nazionale impegnata in un girone estremamente competitivo.
E infatti i fantasmi che avevano impedito agli Orange di presenziare ad Euro 2016 sono gli stessi che minacciano di far saltare il banco anche in vista del Mondiale russo del prossimo anno la cui strada adesso è in ripida salita. Due avversarie da rincorrere, almeno una da superare per tentare l’accesso almeno passando per la porta di servizio, quella degli spareggi.
Solo che la partita con la più accreditata della due, la Francia, si giocherà questa sera a Parigi e vede un’importante differenza di potenziale tecnico che potrebbe dare il colpo di grazia all’Olanda nella rincorsa iridata. Perdere contro i vice campioni d’Europa e la loro generazione di giovani stelle potrebbe significare una sentenza quasi definitiva qualora la Svezia facesse il suo compito in Bulgaria (campo comunque non facile e noi italiani lo sappiamo bene). Infatti qualora le cose andassero nel peggiore dei modi i punti di distacco dalla zona qualificazione sarebbero 6 da recuperare in sole 3 partite di cui una è l’altro scontro diretto, quello con la Svezia che però è programmato per l’ultima giornata e potrebbe non avere più un’utilità di classifica almeno per l’Olanda.
I due scontri tra Francia e Svezia già ci sono stati e difficilmente queste due nazionali potranno perdere troppi punti per strada. Ecco perché è fondamentale per gli olandesi fare la partita della vita nella sfida di Parigi, perché poi potrebbero non esserci più occasioni di risalita. E la crisi da nera diventerebbe un fallimento totale.