Non solo Messi e CR7, ecco 10 fenomeni che non hai visto se sei nato negli anni 2000

Da qualche anno a questa parte assistiamo all’egemonia di due grandissimi calciatori: Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Sono questi due fenomeni che dominano la scena internazionale del calcio, che fanno man bassa di trofei di squadra (ben 48 in due) e di trofei individuali (un esempio: dal 2008 la classifica del pallone d’oro ha sempre visto uno dei due al comando, 5 volte è stato vinto da Lionel Messi e 3 da CR7), che illuminano le partite con le loro giocate. Prima di loro, e insieme a loro, nel corso degli ultimi 15 anni, ci sono stati tanti grandissimi campioni che hanno regalato grande spettacolo e grandi giocate a tutti gli appassionati del mondo del calcio ed anche ai ragazzi nati negli anni 2000 o giù di lì (Parliamo di calciatori del calibro di Maldini, Zidane, Ronaldo (il fenomeno), Shevchenko, Kakà, Iniesta, Buffon, Pirlo, Nesta, Cannavaro ecc ecc.). Quello che, però, i ragazzi nati negli anni 2000 non hanno potuto vedere sono i fenomeni del passato recente. Proviamo a raccontare alcuni di questi fenomeni.

MICHEL PLATINI: protagonista assoluto durante la prima metà degli anni ’80. Tra le altre cose ha vinto una Coppa dei Campioni (con la maglia della Juventus, stagione ’84-’85), un Europeo (1984) e tre palloni d’oro consecutivi (’83, ’84, ’85). Ribattezzato “Le Roi (Il RE)”, era dotato di grande tecnica e fantasia ed aveva una gran visione di gioco. Pochissimi altri calciatori possono vantare la capacità di giocare sempre a testa alta, anche con il pallone tra i piedi. Non possedeva una grande velocità, ma grazie alle sue finte riusciva spesso a saltare l’avversario per poi assistere un compagno oppure concludere a rete con il suo destro. Nel corso della sua carriera ha indossato le maglie di Nancy, Saint-Etienne e soprattutto Juventus, con la quale ha ottenuto ottimi risultati sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista della squadra.

RUUD GULLIT: la prima cosa che ti colpiva quando guardavi Ruud Gullit era la sua capigliatura: una grossa quantità di treccine rasta che gli coprivano il capo, simile alla criniera dei leoni. Fisico imponente, abile nei colpi di testa, grande progressione e facilità di dribbling: è questo il ritratto del trequartista olandese che tra la fine degli anni ’80 e inizi anni ’90 s’impose come uno dei migliori giocatori al mondo. Ha indossato diverse maglie, ma i suoi anni migliori li ha trascorsi nelle sette stagioni con il Milan. Con la maglia rossonera ha vinto diversi trofei: tre Scudetti, due Coppe campioni consecutive (il Milan è stata l’ultima squadra a riuscire nell’impresa), due Intercontinentali. Nel 1987 si è aggiudicato il Pallone d’Oro, e nell’anno successivo ha dato una grossa mano alla sua nazionale, l’Olanda, a vincere il suo unico trofeo conquistato fino ad ora: l’Europeo.

DIEGO ARMANDO MARADONA: secondo molti il più forte giocatore di tutti i tempi. Tecnica sopraffina, dribbling ,fantasia, velocità, senso del goal erano le caratteristiche principali del “El Pibe de Oro (il ragazzo d’oro)”. Nel corso della sua carriera non ha mai vinto il pallone d’oro, ma solo perchè all’epoca non lo si poteva assegnare a calciatori non europei. I suoi anni migliori li vive a Napoli, nella seconda metà degli anni ’80. Fondamentale nella conquista degli unici due Scudetti vinti dalla squadra Campana, è stato protagonista assoluto anche al Mondiale del 1986, trascinando la sua Argentina alla vittoria finale. La sua immensa carriera è, però, macchiata dal suo stile di vita (diciamo, poco professionale): prima venne trovato positivo ad un controllo antidoping (1991), dopo si diffuse la notizia che Diego fosse un accanito consumatore di cocaina, ed infine sono emersi vari problemi con il fisco. Nulla di tutto ciò, comunque, può mettere in dubbio le sue immense qualità calcistiche.

MARCO VAN BASTEN: lo sfortunatissimo centravanti olandese è stato sicuramente uno dei migliori calciatore della storia del calcio, nonostante ben tre infortuni alla caviglia, con l’ultimo che gli è costato il ritiro prematuro (a soli 29 anni) dal mondo del pallone. La carriera del bomber è divisa in due periodi: i primi sei anni all’Ajax, con i quali vince tre Campionati ed una Coppa delle Coppe, e gli ultimi 8 otto anni con il Milan, con il quale ha vinto tutto. Nonostante altezza elevata e fisico imponente, era dotato di grande tecnica e rapidità nei movimenti. Utilizzava con grande maestria entrambi i piedi ed era implacabile in area di rigore. E’ stato l’unico centravanti a vincere tre palloni d’oro. protagonista assoluto anche nell’Europeo vinto nel 1988, risultando il capocannoniere della competizione.

LOTHAR MATTHAUS: ha partecipato a cinque mondiali, scendendo in campo 25 volte in una fase finale del Campionato Mondiale (record per un calciatore). All’inizio della sua carriera, al Bayern Monaco, era visto come un centrocampista tuttofare che sapeva inserirsi bene in zona goal, sfruttando a pieno il suo magnifico tiro. Quando poi è sbarcato in Italia, all’Inter di Trapattoni, si è trasformato in un regista arretrato, un calciatore che copriva l’intero campo e per tutta la durata della partita. L’ennesimo cambio di ruolo è avvenuto dopo l’infortunio ai legamenti che lo costrinse ad abbandonare l’Inter per fare ritrono in patria, di nuovo al Bayern. In questi anni si trasformò in libero (l’uomo che comandava la difesa). Matthaus non era un genio particolare ma sapeva fare tutto: difendere, rubare palla, impostare, dribblare, tirare e segnare. Nel corso della sua carriera ha vinto diversi trofei con i due club in cui ha militato, ma soprattutto ha vinto un Europeo ed un Mondiale con la sua nazionale. Nella sua personale bacheca figura anche un Pallone d’Oro, vinto nel 1990.

ERIC CANTONA: pochi, pochissimi avrebbero il coraggio di sfidare Ibrahimovic. E lui qualche giorno fa lo ha fatto, affermando subito dopo l’ufficialità dell’arrivo di Ibra allo United “C’è un solo Re a Manchester, e sono io. Tu puoi essere il Principe, se vuoi”. Questa affermazione la dice lunga sul carattere dell’ex numero sette: presuntuoso, matto, arrogante, ma soprattutto matto. Una volta, durante una partita di Premier League contro il Crystal Palace, attaccò violentemente un tifoso avversario, tirandogli un calcio ed un pugno. Dotato di una buona tecnica, faceva del suo tiro potentissimo l’arma micidiale con cui scardinare le difese avversarie. Nel corso della sua carriera ha girato tante squadre, ma la sua esplosione è avvenuta a Manchester, verso la fine della sua carriera. Con i diavoli rosi ha vinto 4 premier in 5 anni. E’ tutt’ora adorato dai suoi tifosi, basti pensare che in un sondaggio di qualche anno fa della rivista Inside United è stato scelto come il miglior giocatore di sempre del Manchester United, davani a giocatori del calibro di Best, Charlton, Beckam, Cristiano Ronaldo.

FRANK RIJKAARD: con Gullit e Van Basten ha composto, sia nel club (Milan) sia in nazionale (Olanda) il trio delle meraviglie. Nasce come difensore centrale, ma si affermò nel Milan di Sacchi prima e Capello poi, come incontrista e rifinitore. Era bravissimo nello giocare senza pallone, negli inserimenti. Proprio da un suo inserimento, conclusosi con la rete, scaturì la vittoria della Coppa dei Campioni da parte del Milan nel 1990. Nel suo palmares vanta tantissimi trofei, tra cui tre Coppe dei Campioni, sette Campionati nazionali ed un Europeo.

ROBERTO BAGGIO: uno dei migliori calciatori italiani della storia del calcio. Definito da Platini un 9 e 1/2, perchè non era né un attaccante vero né un trequartista, aveva una classe ed una fantasia che pochissimi calciatori possono vantare. In possesso di una grande visione di gioco e di un ottimo tocco palla, era anche abilissimo nello smarcarsi e nel saltare l’avversario. Ad USA ’94 ha trascinato la nostra nazionale fino alla finale, persa poi ai calci di rigore contro il Brasile. Nel corso della sua carriera ha girato un po’ tutto il Nord Italia: fiorentina, Vicenza, Juventus, Milan, Bologna, Inter, Brescia, con le quali ha messo a segno 207 reti in Serie A, risultando il settimo miglior marcatore della storia. Non vanta, però, un grosso palmares: solo due scudetti (uno con la Juve e uno con il Milan) una Coppa Italia e una Coppa Uefa (entrambi con la Juve). A questi va aggiunto il pallone d’Oro vinto nel 1993.

HRISTO STOICKOV: talentuoso trequartista bulgaro. Ha girato l’Europa, ma la sua affermazione è avvenuta nel Barcellona allenato da Crujff. Grande dribbling, tocco di palla sopraffino, bravo con entrambi i piedi. E’ stato uno dei migliori interpreti del calcio offensivo del Barcellona e trascinatore della Bulgaria ad uno storico quarto posto al mondiale del 1994. Nel corso della sua carriera ha vinto tantissimi trofei: 4 Campionati Spagnoli, una Coppa dei Campioni, due Supercoppe Uefa ed anche un Pallone d’Oro.

FRANCO BARESI: uno dei migliori difensori del mondo del calcio. I tecnici dell’Inter lo scartarono per via del fisico troppo gracile; così, qualche anno dopo fu acquistato dai rivali cittadini del Milan. Nel Milan diventò una bandiera: ben 20 gloriosi anni di storia rossonera. Gianni Brera, uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani, ha così definito il difensore “Baresi è dotato di uno stile unico, prepotente, imperioso, talora spietato. Si getta sul pallone come una belva: e se per un caso dannato non lo coglie, salvi il buon Dio chi ne è in possesso! Esce dopo un anticipo atteggiandosi a mosse di virile bellezza gladiatoria. Stacca bene, comanda meglio in regia: avanza in una sequenza di falcate non meno piacenti che energiche: avesse anche la legnata del gol, sarebbe il massimo mai visto sulla terra”. Nel corso della sua carriera ha vinto tantissimo, ma non è mai riuscito a conquistare il tanto ambito Pallone d’Oro, piazzandosi “solo” secondo nel 1989. E per uno come lui, è davvero un peccato.