Correva l’anno 1886. Siamo a Chicago, in una delle prime giornate di maggio che passerà poi alla storia: quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici vengono impiccati in quanto organizzatori di uno sciopero che limitasse a otto le ore di lavoro giornaliere. Il suddetto sciopero, programmato per il 1 maggio, è rimasto da allora segnato in rosso sui nostri calendari e puntualmente ci rimanda a quell’avvenimento. Centoventiquattro anni dopo, nel 2010, anche in Portogallo si celebra la “festa del lavoro“: proprio in quel giorno, gli incessanti rumors di mercato che non risparmiano nemmeno le più tradizionali festività hanno accostato per la prima volta al Benfica il nome di una giovane stella argentina del Boca, in evidente ascesa dopo 77 partite, 13 gol e 12 assist con club di Buenos Aires.
Gaitán, l’hombre vertical del Benfica
Come al solito, almeno negli ultimi anni, O Glorioso è sempre tra i club più attivi in quanto allo scouting in Sudamerica. Scontato dunque che dopo aver inviato i propri osservatori a tastare dal vivo le reali potenzialità del giovane, il club abbia tentato con ogni mezzo di far giocare il talento in questione oltreoceano, nel monumentale Da Luz. Il suo nome? Nicolas. Il suo cognome? Gaitàn. Il suo ruolo? Semplice: fantasista, termine che in sé vuol dire tutto e niente.
Di certo si fa riferimento alle innegabili qualità in termini di tecnica del giocatore, ma viene anche sottintesa tutta l’imprevedibilità di un giocatore con licenza di svariare su tutto il fronte offensivo per mettere le sue qualità al servizio dei compagni. Un ruolo privilegiato insomma, specie se confrontato con quello meno piacevole dei mediani per cui ciò comporta ancor maggior fatica in copertura, ma denso di responsabilità e aspettative. Pensateci un secondo: siamo a Lisbona, dove con quella camiseta encarnada la gente ha ancora ricordi di un tale Eusebio (del quale è presente una statua fuori dal Dal Luz, ndr), e soprattutto in uno dei club che possono vantare un palmares di primo piano.
Il Benfica, la crisi, le offerte
Non ci si accontenta del primo che passa: solo i migliori possono avere l’onore di indossare quell’aquila al petto (gli ultimi anni a dire il vero non fanno testo, in quanto la crisi del Banco Espirito Santo ha tagliato drasticamente i fondi alla società). E questo Nico, tutto questo non solo l’ha sempre avuto, ma lo ha anche dimostrato dentro e fuori dal campo. Dal 3 maggio 2010, quando la trattativa lampo che lo portò alla corte di Jorge Jesus fu definitivamente condotta in porto e ufficializzata, Gaitán non ha mai avuto altro pensiero se non quello di far bene a Lisbona. Eppure Nico è nel periodo migliore della sua carriera (28 anni tra poche settimane), e ha da anni una lunga fila di estimatori in giro per l’Europa.
Dopo nemmeno un anno dal suo passaggio al Benfica, si parlava già dell’interesse del Liverpool pronto ad avanzare un’offerta di 16 milioni di euro. In poco tempo, la lista aumenterà esponenzialmente: il ragazzo di San Martin prima ha stregato lo United di Ferguson (ammaliandolo a tal punto che il manager scozzese ordinò alla società di stoppare ogni trattativa con l’Inter per Sneijder allo scopo di buttarsi sull’argentino), poi PSG, Valencia e Barcellona. Dopo il prolungamento firmato nel frattempo, che lo legava al Benfica fino al 2016, sono arrivate pubbliche dichiarazioni d’amore nei confronti della piazza (“Resto qui, voglio continuare a giocare con Aimar“), seguite da nuovi rumors di ambivalente valenza (da una parte gli interessamenti anche di City, Juventus e Bayern, dall’altra i rifiuti del Zurdo e del club che avrebbe rinunciato a 20 milioni dai Citizens).
Gaitán è rimasto al Da Luz
Eppure il leitmotiv di Nicolas, fino ad oggi, è rimasto praticamente lo stesso: “Penso a far bene qui“. Nel frattempo anche l’Italia si accorge del potenziale del talento benfiquista, ma come al solito arriviamo tardi: l’Inter e il Napoli si inseriscono alla corsa per il numero 20 proprio quando il suo agente dichiara che difficilmente avrebbe rifiutato lo United. Sì insomma, il solito tourbillon di nomi, numeri e probabili destinazioni che non si placa mai per tutto l’anno. Tra dichiarazioni del suo agente pur’esse abbastanza discutibili e nuove pretendenti (l’Anzhi che avrebbe offerto 90 milioni al Benfica per i cartellini di Gaitàn, Rodrigo e Witsel) e immediate smentite (sia dal club del Daghestan, che dall’entourage del giocatore), il tempo passa e il talento di Nicolas non sembra accusare la pressione dei top club europei.
Anzi, la professionalità con la quale ha sempre dato il massimo al Benfica nonostante una carriera finora sempre vissuta con le valigie pronte, lo rende un esempio. In un mondo in cui i trasferimenti si concretizzano sempre più frequentemente, in cui non è più lecito né possibile parlare di “bandiere“, in cui le commissioni ai procuratori spingono maree di professionisti a cambiare continuamente casacca, Nicolas rimane d’esempio. Ora l’Inter comincia a seguirlo, il suo agente Josè Rafael Iribarren ammette chiaramente che “se ne andrà dal Benfica se dovesse arrivare un’offerta conveniente, sia per il ragazzo, sia per il club” e che “Gaitán fa gola a molti ed in tanti paesi“. Il Benfica nel frattempo arrivò in finale di Europa League ad Amsterdam, che poi perderà col Chelsea, e su Gaitán piombò anche il Bayer Levekusen che vide in lui l’erede di Shurrle.
Niente da fare. “Nessuna proposta ufficiale per lui“. “Resta al Benfica“. Ma anche: “C’è sempre la possibilità che possa partire, mi piacerebbe giocare in un altro campionato”. E l’eco: “il mercato è ancora lontano dai suoi pensieri“. Com’è strano il calciomercato, a volte.