Uno stadio San Paolo da record d’incassi fa da cornice alla sfida più attesa della settimana, in cui Napoli e Inter si giocano il primo posto provvisorio in una partita pirotecnica.
Alle 21.00 Orsato fischia l’inizio ed è subito gol. Higuain rovista una palla dalla spazzatura in area di rigore, l’aggiusta sul destro e fa esplodere tutta la tensione nel tiro in girata che batte un Handanovic con potenza e precisione. La partita inizia sull’1-0 per il Napoli, che si presenta in campo con il solito 4-3-3 interpretato dai titolari ormai inamovibili, mentre l’Inter si schiera a specchio schierando un 4-3-3 di qualità con Brozovic ed Icardi in campo, Felipe Melo e Jovetic in panchina. Il Napoli controlla la partita gestendo con qualità il possesso palla e tentando l’affondo quando riesce a penetrare il centrocampo avversario, mentre i nerazzurri giocano di rimessa pressando i due centrali e fissando Brozovic, autore di un’ottima prestazione, in marcatura su Jorginho. L’Inter soffre le incursioni degli esterni napoletani, ma lo stesso succede ai partenopei quando la retroguardia interista innesca con lanci profondi Perisic e Ljajic che infilano alle spalle la linea difensiva azzurra, sempre molto alta. Il secondo episodio che cambia la partita è l’espulsione di Nagatomo per doppia ammonizione: il giapponese interrompe l’azione del Napoli con due entrate in ritardo e Orsato non esita ad estrarre il giallo in entrambe le occasioni. A 5′ dalla fine del primo tempo l’Inter rimane in dieci, ma resiste fino all’intervallo senza subire altri gol.
Nella ripresa il Napoli si limita a gestire, sempre con discreta padronanza, il possesso palla, ma affonda con meno cattiveria e sembra più compassato. Mancini inserisce Telles e toglie Icardi, ma con il 4-3-2 i suoi non riescono ad impensierire i padroni di casa. Al 62′ Albiol svetta su un rinvio di Handanovic e il suo colpo di testa diventa un filtrante per la corsa di Higuain, che si ritrova a rincorrere un pallone invitante inseguito ai fianchi da Miranda e Medel, che tentano in ogni modo di sbilanciarne il passo. L’argentino però non sente altro che l’odore della porta, continua a percorrere imperterrito i suoi binari, arriva primo sul pallone e alza una palombella che scavalca e termina la sua corsa dentro la porta accarezzando la rete. Il 2-0 del Napoli però dura poco: dopo un primo momento di euforia i napoletani sembrano stanchi, mentre la formazione ospite ha ancora quella freschezza che serve per tentare una rimonta. Il gol che scuote gli animi dei nerazzurri e di Ljajic, uno dei migliori dell’Inter, che protegge incredibilmente il pallone in area di rigore, e braccato da tre maglie azzurre trova lo spiraglio per seccare Reina con un mancino che si infila sul primo palo. I padroni mostrano i segni di quello che nel basket si chiama braccino corto, ovvero stanchezza emotiva, paura di vincere, che abbinati a carenza di ossigeno possono essere letali. L’Inter nonostante l’inferiorità numerica avrebbe tutti i numeri per pareggiare, le sue incursioni sono pericolose e pungenti, ma quando è il momento di compiere il passaggio decisivo o il tiro vincente si perde in soluzioni fumose. I quattro minuti di recupero sono invece un vero assedio da infarto collettivo: negli ultimi 40 secondi l’Inter colpisce due pali, uno clamoroso di Perisic e uno con Miranda all’ultimo secondo: determinante l’intervento di Reina che salva il risultato con una parata che vale un gol. La fortuna non assiste gli uomini di Mancini che perdono 2-1 al San Paolo lasciando il primato della classifica al Napoli.