Sono tre i motivi per cui ricorderemo questo Milan-Lazio. Il primo, probabilmente l’unico destinato a rimanere a lungo impresso nella memoria, è Berlusconi che scarica Mihajlovic quando la partita deve ancora cominciare. Il numero uno dei rossoneri intervenendo a Rai Radio 1 risponde infatti con una battuta eloquente a chi gli chiede se apprezza il calcio del tecnico ex Samp: “Scusi, ma lei da quanto tempo segue il calcio? Da tanto tempo? E allora che domande mi fa”. Una battuta che potrebbe sembrare innocua se non fosse che in maniera analoga iniziò anche la parabola discendente di Seedorf ed Inzaghi. Il secondo motivo, del quale ci dimenticheremo invece presto, è il dubbio se Donnarumma abbia o meno compiuto il miracolo sul tiro ravvicinato di Felipe Anderson. Poco conta. La palla è finita fuori e l’arbitro ha concesso rimessa dal fondo. E’ già così evidente che il portiere del Milan ha un grande futuro davanti a se (ed un grande presente) che non è questo intervento a fare la differenza. Il terzo, anche questo destinato a passare presto di moda nel mare magnum della moviola, è il rigore solare che Tagliavento non decreta in favore della Lazio quando mancano due minuti alla fine del match per un fallo di mano di Zapata tanto goffo quanto evidente. Per il resto la partita di San Siro è veramente noiosa nonostante gli interpreti nel post partita si affrettino a parlare di grande intensità. E’ vero che nella vita tutto è relativo ma forse basterebbe dare un’occhiata ad un qualsiasi match di Premier League per riscoprire la vera essenza del termine. Quella tra rossoneri e biancocelesti è invece la tipica partita tra due squadre che poco hanno da chiedere al campionato. La Lazio sale a Milano per cercare di non prenderle e salvare la faccia dopo la brutta (eufemismo) figura di Europa League contro lo Sparta Praga. Il Milan scende in campo per limitare i danni e complice lo stop parziale del Sassuolo evitare di complicarsi la vita facendosi sorprendere dai capitolini rimettendo in discussione un sesto posto che, finale di Coppa Italia in tasca, ad oggi vuol dire Europa League a prescindere dall’esito della partita di Roma con la Juventus. Scelta condivisibile considerando che dalle parti di Milanello l’Europa negli ultimi tempi è solo una chimera. Eppure, nonostante le premesse, la Lazio si porta subito in vantaggio. Calcio d’angolo battuto alla perfezione da Biglia e Parolo sorprende Antonelli insaccando di testa alle spalle di Donnarumma. Il gol, arrivato al 9′, spiazza un po’ tutti ma per fortuna del Milan e per sfortuna di Pioli i centrali di difesa della Lazio sono quello che sono. Così Luiz Adriano, schierato in campo per sovvertire la tendenza delle ultime partite con zero tiri in porta (citazione di Mihajlovic) più che per compiacere Silvio Berlusconi presente in tribuna, trova in Bisevac, che brutta settimana la sua, il perno ideale per lavorare splendidamente un pallone che Bacca deve solo spingere in rete. Siamo al 15′ ed il risultato è di nuovo in parità. Il match intenso finisce però qui. Le buone intenzioni ci sono tutte, da una parte e dall’altra. Ma è la sostanza che spesso e volentieri latita. La Lazio ha un Felipe Anderson in serata ed un centrocampo schierato a tre che regge bene il confronto facendo il giusto lavoro di filtro che consente a Hoedt e Bisevac di contenere gol a parte tutto sommato senza affanni Luiz Adriano e lo scatenato Bacca. Indicativo del fatto che forse una maggiore sapienza tattica contro lo Sparta avrebbe consentito alla squadra di Pioli di giocarsi i quarti di finale di Europa League. Il Milan dal canto suo non appare convinto e quindi non convince. La squadra di Mihajlovic viene fuori nella ripresa o quanto meno è nella seconda frazione di gioco che cerca il vantaggio con maggiore insistenza. Ma non basta la verve di Bacca per fare la differenza. La regia di Montolivo è scolastica ed a basso voltaggio così come non sono incisive le percussioni di Honda. L’unico che spalleggia a dovere le iniziative dell’ex Siviglia è il sempre di moda Bonaventura che nella prima frazione di gioco coglie una traversa con un calcio di punizione sul quale Marchetti, colpevolmente in ritardo, non sarebbe mai potuto intervenire se la sfera fosse stata indirizzata in porta. Sempre sui piedi dell’ex Atalanta le altre due occasioni dei rossoneri. La prima al 51′ quando Marchetti si fa trovare pronto a deviare in angolo una potente conclusione del numero 28 rossonero dall’altezza del vertice sinistro dell’area di rigore. La seconda al 68′ quando su un traversone di Honda dalla sinistra il rossonero calcia al volo sul primo palo trovando ancora pronto Marchetti. Un minuto prima era stata la Lazio a sfiorare il colpo del ko con una folata di Felipe Anderson che supera Abate sulla fascia sinistra ed una volta in area cerca una diagonale che finisce di pochissimo a lato. E’ l’occasione sulla quale non si riesce a capire se Donnarumma interviene o meno. Interviene invece di sicuro con il braccio Zapata al 91′ in un goffo tentativo di rinviare un cross dalla destra di Patric indirizzato a Djordjevic. Per Tagliavento l’intervento non è volontario ma il replay suggerisce il contrario dal momento che il difensore, in campo al posto del non recuperato Alex, ciccato il rinvio abbassa il braccio verso il petto per tenere il pallone vicino a se. Nel frattempo c’era stata l’espulsione per doppia ammonizione di Lulic con il secondo giallo forse un po’ troppo fiscale. Una notizia che, almeno scaramanticamente, farà sorridere la Roma prossima avversaria della Lazio.