Lucas Tolentino Coelho de Lima è un nuovo acquisto del Milan. Di chi si tratta? Lo semplifichiamo subito: come tutti i brasiliani vanta un’anagrafica curiosa (il nome è Lucas, Paquetà è semplicemente il nome dell’isola su cui è nato) e perdipiù arriva a Milano con quella sottile rima con Kakà. Una discriminante decisiva per chi proviene dal paese verdeoro e gioca sulla trequarti: ora, lo scettro di un Kakà arrivato in Italia e preso in giro per il cognome, salvo diventare colonna portante rossonera, potrebbe passare nelle mani di Paquetà. Se a Kakà bisognerebbe dare del “lei” a prescindere, per l’eleganza che ha fatto ammirare a San Siro e a tutto il mondo, tra le giocate, i trofei e quel Pallone d’Oro che resta l’ultimo rossonero e l’ultimo proveniente dalla nostra Serie A, negli ultimi anni il Milan ha perso quel fosforo che spessissimo era decisivo laddove le partite che contano si fanno rarefatte. Non per altro, il Diavolo ha appena assistito all’eliminazione dall’Europa League per mano dell’Olympiakos (ai gironi, tra Coppa dei Campioni e Uefa, era successo solo una volta prima di oggi: stagione 1999-2000).
Perché Lucas Paquetà?
Bene, dicevamo di Paquetà. Classe ’97, connazionale di Kakà, arriva già con un record saldamente in mano: è il giocatore brasiliano più pagato della Serie A (35 milioni), superando in questa speciale classifica il più famoso Gabigol (29,5) e un altro ex rossonero, Pato (24), che secondo alcune voci di mercato potrebbe tornare a gennaio. Tuttavia il caso Paquetà ha del curioso: il calciatore non ha fatto nemmeno in tempo a sbarcare in Italia per assistere allo 0-0 di Milan-Torino e già l’opinione pubblica calcistica s’era divisa. Nei bar e per le strade di tutta Italia, la domanda è stata questa: Paquetà sarà il nuovo Kakà o semplicemente un altro Gabigol? Con tutto il rispetto per quest’ultimo, il discorso è complicato: senza chiaramente nulla togliere all’interista, che ha segnato da poco il 18° gol stagionale con la maglia del Santos e il 2 gennaio tornerà in Italia all’Inter per fine prestito. In attesa di chiarezza sul futuro, i due potrebbero fronteggiarsi nel derby di inizio 2019 e già si sprecano le parole e si delineano due fazioni: critici di Paquetà ed entusiasti.
Chiaramente il Milan appartiene alla seconda e in Lombardia sperano fortemente in un Kakà-bis. I detrattori del ragazzo però non mancano, non solo avversari ma pure addetti ai lavori: in altri termini, Paquetà sarebbe un pacco regalo confezionato dal Flamengo in tempo per far incetta di premi sul rendimento peggiore in Serie A. Nato a Rio de Janeiro, con i colori della maglia della sua città ha già segnato 52 gol in 95 apparizioni. Mezz’ala sinistra e all’occorrenza trequartista, Paquetà è però dotato di buona corsa, tecnica e fisicità, senza dimenticare una notevole visione di gioco. Trattasi di una delle caratteristiche più significative dei talenti brasiliani: e se invece si rivelasse un colpo azzeccato?
Dove gioca Paquetà?
Può esser bravino, ma chi lo ha visto giocare? Perché è sempre così, è successo per Kakà, per Neymar, per Gabigol, per Coutinho e ora per lui ma la lista potrebbe continuare. Un nome, spesso un po’ bizzarro, e ci si ferma a quello additando sedicenti opinionisti e le loro maldestre presunzioni di conoscenza. Affidarsi a YouTube può essere un’arma a doppio taglio, in un 2018 tale per cui Hachim Mastour ha accettato un ulteriore declassamento della sua carriera trasferendosi in Grecia al modesto PAS Lamia. Pure il marocchino era un fenomeno da web. Questo per ribadire: il campo è un’altra cosa. La verità, unica vera e pura ad oggi, è che Paquetà serve come il pane a questo Milan. Tralasciando il discorso del ruolo (per molti è un doppione dei Suso, Castillejo, Calhanoglu già in rosa), i rossoneri hanno bisogno di una speranza, di una nuova stella. Qualcuno che, come Kakà, riuscisse a donare all’ambiente una motivazione per svoltare.
Tra colpi di classe e giocate di vario tipo, Paquetà potrebbe aumentare la presenza di pubblico a San Siro (già massiccia quest’anno) a suon di colpi di classe, donando ai compagni qualcosa in più dal punto di vista tecnico e qualitativo. Il solo impiego di Paquetà fece registrare 60.000 biglietti staccati il giorno del suo addio al Flamengo, nell’ultima partita disputata contro l’Atletico Paranaense al Maracanà (non uno stadio qualunque). Nonostante la tanta paura, rinvenuta pure nelle interviste brasiliane in cui Lucas si dice spaventato all’idea di lasciare la città e la sua squadra, confidenza sussurrata a sua madre e a sua moglie ma rapidamente data in pasto ai giornali, Paquetà ha tanta voglia di fare l’ennesimo passo. A 21 anni ha denotato responsabilità da adulto nella sua scelta di lasciare il Brasile per abbracciar l’Europa. La personalità non manca e la sua esultanza ne è un segno chiaro: la “dancinhas” e mosse caratteristiche che fanno di lui già un emblema sono pronte all’esportazione in Serie A.
In tutto questo, dove giocherà in questo Milan? Se Gennaro Gattuso continuerà a puntare sul 4-3-3-, lo potremo vedere sia al posto di Bonaventura in una posizione un po’ sacrificata – ma attualmente l’italiano ex Atalanta è infortunato fino a fine stagione – che come da esterno d’attacco al posto di Calhanoglu, del quale sarebbe un diretto concorrente.
Cosa può dare Paquetà al Milan?
Che l’ingaggio di Paquetà sia un ottimo pretesto per vedere il Milan disposto a mo’ di 4-3-1-2? Sono in tanti ad invocarlo, più timidamente per non esporsi troppo e per evitare eventuali critiche dei sostenitori di cosiddetti schieramenti moderni. Ciononostante, questo può essere considerato alla pari del 4-4-2: moduli che coprono bene tutto il campo, sicuri, ma poco considerati dagli attuali allenatori. Il 4-3-1-2 ha fatto vincere tutto al Milan e chissà che Paquetà non possa ricoprire davvero il ruolo di Kakà che, tra musica e magia (Pellegatti cit.), assisteva l’allora duo composto da Inzaghi e Shevchenko. Cutrone e Higuain ringrazierebbero solo, ma ovunque giocherà Paquetà dovrà prima di tutto raggiungere un obiettivo: la fiducia dell’ambiente e la conferma di poter stare a questi livelli.
Proficuo in zona gol, preciso nella battuta dei calci d’angolo (dato importante per l’attuale Milan, che da corner fa ancora molto fatica), in mezzo al campo Lucas è capace di tutto. Dribbla con il condimento di alcune giocate da vero brasiliano, crea spazio sulla trequarti, controlla fino alla mediana e corre moltissimo. Elegante e raffinato nei movimenti, agli occhi degli appassionati del calcio latino non può che essere risultato leggero, fine, come se giocasse sul velluto.
Al Milan servirà questo giocatore? Farà bene? Tante le teorie. Come sempre, a parlare sarà solo e soltanto il campo. Sotto l’albero di Natale, il Milan ha già comunque un suo Paquetà.