Un mese così, Ljajic, forse nemmeno se l’aspettava dopo quell’avvio condizionato dagli infortuni di inizio stagione. Dal suo ritorno in campo per mezz’ora contro la Fiorentina, lo scorso 2 ottobre, Adem non si è praticamente mai fermato e ha inanellato prestazioni importanti e gol a grappoli.
Doppietta spettacolare contro il Palermo, gol in casa contro la Lazio la settimana dopo, quindi la rete contro l’Udinese di ieri sera che ha consentito al Torino di pareggiare una partita che si era complicata. In quindici giorni Ljajic è diventato l’uomo chiave, il faro del Torino.
Quattro gol in quattro partite e la fiducia incondizionata di Mihajlovic che lo ha voluto con se a tutti i costi in questa nuova avventura al Toro. L’allenatore serbo ha scommesso sulle qualità del ragazzo, che si era un po’ perso nelle avventure con Roma ed Inter, ed ora sta raccogliendo i frutti.
Il segreto di tanta grazia forse sta nella continuità di rendimento, quella che Ljaijc non ha potuto mai avere nelle scorse stagioni a Roma e Milano. Il 10 granata è come se avesse ritrovato per magia il suo calcio, quello che aveva fatto vedere a Firenze con Montella in panchina. Tutti si domandavano se quel Ljaijc si fosse ormai perso nel tempo e invece no, rieccolo qui, nella sua seconda giovinezza calcistica a Torino. E che giovinezza…