Adem Ljajic ha deciso dal dischetto il derby diIstanbul Besiktas-Galatasaray. L’ex giocatore del Torino ha siglato il suo secondo gol in bianconero (il primo era arrivato il turno precedente nella vittoria 1-4 sul campo del MKE Ankaragücü) regalando alle Kara kartallar (Aquile Nere) una vittoria fondamentale in una partita come al solito molto sentita da entrambe le squadre e che ha regalato non poche emozioni.
Il rigore che decide il match arriva al 18’ del primo tempo ed arriva in circostanze controverse. L’arbitro dell’incontro è ricorso al VAR giudicando volontario il colpo di mano di Eren Derdiyok su una punizione battuta dallo stesso Ljajic. Una decisione che non ha lasciato particolarmente convinti quelli del Galatasaray che hanno poi protestato nel prosieguo della partita per tre episodi dubbi sui quali l’arbitro, nonostante l’ausilio della tecnologia, ha deciso di sorvolare facendo infuriare i giallorossi che, ad onor di cronaca, in almeno due occasioni sembravano avere ragione.
La sconfitta rimediata nella stracittadina complica e non poco la posizione di Fatih Terim. Il Galatasaray, infatti, è stato capace di centrare appena due vittorie negli ultimi 10 incontri ed ora si è visto raggiungere al terzo posto in classifica proprio dai cugini del Besiktas che, al contrario, con la vittoria nel derby proseguono il loro momento magico trovando la quarta vittoria consecutiva dopo un avvio di stagione decisamente stentato.
Entrambe le squadre, con 24 punti raccolti in 14 giornate di Super Lig, veleggiano ancora distanti dalla vetta occupata con 30 punti dall’Istanbul Basaksehir. La capolista però sabato è stata sconfitta in casa dal Sivasspor. Ad approfittarne per accorciare le distanze potrebbe essere allora stasera la seconda forza attuale del campionato turco, il Kasimpasa, impegnato però alle 18 sul campo di un Fenerbahce quartultimo in classifica, con un solo punto di vantaggio dal terzultimo posto che vorrebbe dire retrocessione, e mai così in difficoltà come in questa stagione. Ma questa, in fin dei conti, è un’altra storia.