L’isteria del Napoli, la fortuna Real ed un quesito sulla Premier League: il punto del Direttore

La 31ima giornata di Serie A rappresenta probabilmente la chiave di volta di questo campionato 2015-2016. La caduta del Napoli contro l’Udinese chiude infatti il discorso scudetto e riapre invece incredibilmente la corsa al secondo posto grazie alla strabordante vittoria della Roma nel derby. Non ce ne voglia Sarri, ma che questo Napoli giocasse ormai da alcune giornate sul quel filo sottile che delinea il confine tra la calma apparente e l’isteria collettiva era evidente ai più. Finché i risultati arrivano è anche capace che le dichiarazioni del mister, se non di rinuncia quanto meno di giustificazione preventiva, passino anche in secondo piano. Difficile invece ora che è bastata una sconfitta a far esplodere la polveriera mettersi lì a ricucire i pezzi. Anche perché gli azzurri perdono per quattro (probabilmente ridotte a tre) giornate la loro punta di diamante, Higuain, e nel mezzo ci sono le partite con Inter e Roma, sfida quest’ultima che è quarta nella serie e che sia con che senza l’argentino ha tutta l’aria di essere quella decisiva per le sorti dell’accesso diretto alla prossima Champions League. Lungi da noi giudicare l’operato dell’arbitro alla Dacia Arena. Parlando del Napoli ci limitiamo a fare una considerazione sul carattere e sulla mentalità vincente. Doti che non difettano certo alla Juventus schiacciasassi che vince anche quando (neanche troppo comunque) soffre. Lo scudetto è nelle mani dei bianconeri che hanno dalla loro anche la cabala. La Roma di Spalletti continua a mietere vittorie e dunque vittime. In questo caso il conto è stato particolarmente salato per Pioli esonerato al termine del derby perso dai suoi 4-1. Il tecnico biancoceleste, per altro liquidato dalla società con poche e scarne righe prive di ogni traccia di un ringraziamento che sembrava d’obbligo quanto meno per il brillante campionato dello scorso anno, ha tutta l’aria di essere solo l’agnello sacrificale di una stagione che, tutti colpevoli nessuno escluso anche se ci sarebbe da distinguere tra attori protagonisti e non, è stata veramente fallimentare. Come rischia di diventare fallimentare la stagione del Milan che è arrivato in finale di Coppa Italia grazie ad un tabellone di colpo così agevole che per un attimo si è perso di vista l’andamento ondivago (eufemismo) in campionato. Che i rossoneri si giochino il loro destino europeo nella finalissima di Roma e che al preliminare di Europa League vada il Sassuolo sempre più realtà affermata del nostro calcio. La vittoria del Genoa sul Frosinone ed il punto strappato dalla Samp al Franchi contro una Fiorentina tornata ormai da tempo nel mondo reale sembrano circoscrivere la lotta salvezza alla squadra di Stellone, al Carpi ed al Palermo. Occhio al Verona che con la vittoria sul Bologna dista solo sei punti dai rosanero. L’elogio alla follia di Zamparini insomma tiene ancora viva la speranza di tre squadre che in una situazione normale sarebbero ad un passo dalla matematica retrocessione. Eppure il numero uno dei siciliani non cede di un metro e continua mettere allenatori a libro paga. Soldi suoi, affari suoi. Ma prima o poi qualcuno dalle parti del Barbera potrebbe anche averne le scatole piene.

 

Il Real Madrid vince El Clasico più per demeriti del Barcellona che per meriti propri. Una bella lezione per i blaugrana che a volte concedono troppo al leziosismo. Una bella soddisfazione per Zidane che è però ancora lungi dal poter essere considerato un allenatore adatto a certi livelli. Ma se ce l’ha fatta Benitez allora sognare è lecito. A proposito, il tecnico spagnolo del Newcastle cede al 90’ nello scontro diretto con il Norwich rendendo ancor più ripida la sua parabola discendente. Che fretta c’era Rafa? Perchè il Newcastle? Ce lo vedete, in caso di salvezza, il prossimo anno Benitez a competere con Mourinho, Guardiola, Klopp e Conte? Restando sempre in tema Premier continua la favola del Leicester City di Ranieri. Se le Foxes reggono altri due turni probabilmente alla terzultima portano a casa il titolo. Una bella favola che anche noi di Tabser come probabilmente molti di voi seguiamo con interesse facendo il tifo Vardy e compagni. In un campionato però dove il Leicester si gioca il titolo principalmente con il Tottenham e nel frattempo vengono strapazzate le presunte corazzate United, City, Chelsea e Liverpool; dove West Ham, Southampton e Stoke sono in lizza per un posto in Champions; dove le rose delle big (City a parte) sono infarcite di giovani promesse o presunte tali; dove il colpo di mercato è il passaggio di Sterling dal Liverpool al City per una cifra superiore a quella sborsata dalla Juve per Dybala. Insomma, in uno scenario del genere la domanda è quasi d’obbligo. Siamo sicuri che la Premier è effettivamente il miglior campionato del mondo o ci facciamo semplicemente illudere dai guadagni che genera? Forse dovremmo chiederlo agli allenatori.