Legia Varsavia-Real Madrid, Davide e Golia, Spartani contro Persiani, la bella favola del Leicester, poco più di una piccola cittadina, che domina tra i grandi del panorama calcistico inglese: la storia, così come il calcio è ricca di esempi del genere, di rivalse, clamorose debacle ed inaspettate rinascite. Ed allora basta poco per vivere intense emozioni sui campi di calcio più prestigiosi del mondo in una Champions League pronta a regalare spettacolo ed estrarre dal cilindro prestazioni fuori dal comune. E’ quanto è accaduto nel corso della sfida, valevole per la fase a gironi del gruppo F, tra il Legia Varsavia ed il nettamente più blasonato Real Madrid. Fanalino di coda della classifica, la formazione polacca, a dispetto di qualsiasi rosea previsione, mette a segno un insperato 3-3 contro i Blancos, costretti ad un amaro quanto inaspettato ritorno in patria.
Non basta il micidiale potenziale offensivo di Bale, Benzema e Ronaldo a piegare la resistenza del Legia, che memore di un primo approccio attendista e timoroso, mette da parte ogni sudditanza psicologica ed affronta il Real Madrid a viso aperto e senza esclusione di colpi. Le pregevoli parate di Malarz, come sempre tra i migliori in campo e perno centrale della formazione polacca anche in quest’occasione, e le reti di Odjidja Ofol, Radovic e Moulin sul finale, accendono le speranze dei padroni di casa che finiscono per sfiorare una leggendaria impresa sul 3-2 prima del goal di Kovacic a ristabilire le gerarchie in campo e salvare gli spagnoli in extremis. Alla Pepsi Arena di Varsavia, in un match che si disputa a porte chiuse in virtù degli scontri verificatisi il 18 ottobre nella sfida d’andata e del clima quanto mai teso tra le due tifoserie, protagonista assoluto della serata è il bel calcio, l’imprevedibilità e la determinazione.
Militante nell’Ekstraklasa, la massima divisione prevista dal campionato polacco, il Legia Varsavia può fregiarsi di essere considerata una delle squadre più titolate della Polonia: nel suo ricco palmares si annoverano infatti dieci trofei vinti in campionato, diciotto coppe nazionali, quattro supercoppe ed una coppa di Lega. Vecchia conoscenza del campionato italiano (il Legia Varsavia ha affrontato nel dicembre dello scorso anno i partenopei, usciti vincitori per 5-2 nel match di Europa League), la compagine polacca, dopo anni trascorsi ai margini dei palcoscenici europei più prestigiosi, ritorna in auge centrando un’importante qualificazione che le garantisce l’accesso alla competizione calcistica maggiormente ambita. I ragazzi guidati da Jacek Magiera, dopo aver superato Zrinjski Mostar, Trencin e Dundalk, hanno infatti regalato un sogno ai propri tifosi, riuscendo a coronare l’impresa di approdare alla fase a gironi di Champions League dopo un’assenza protrattasi per ben 21 anni. Da iscrivere senza dubbio tra i club maggiormente intrisi di storia e passato glorioso, il Legia fu fondato nel 1916 nel periodo della prima guerra mondiale nel quartiere di Volinia, antecedente dell’attuale sede del club, situata a Varsavia. Si impose fin da subito in campionato, ma la svolta si verificò nella stagione 1969/1970: impegnati a disputare la Coppa dei Campioni, i Wojskowi, dopo aver archiviato la pratica contro i francesi del Saint Etienne ed i turchi del Galatasaray, riuscirono a strappare un difficile pass per la semifinale, nella quale però dovettero cedere allo strapotere del Feyenoord, che si aggiudicò poi il trofeo dalle grandi orecchie.
Tra le peculiarità del Legia Varsavia, che predilige un modulo a chiara trazione anteriore composto dal 4-3-3, il tridente d’attacco riveste un ruolo fondamentale: in particolare, la pedina insostituibile dello scacchiere è rappresentata da Nemanja Nikolic, talento ungherese e capocannoniere dello scorso campionato con 28 goal all’attivo, spalleggiato da Guilherme e Radovic. A proteggere la retroguardia formata da Bereszynski, Pazdan, Rzezniczak e Hlousek, l’estremo difensore Malarz, vero e proprio asso nella manica del Legia Varsavia, che in numerose occasioni ha mostrato di dipendere dalle miracolose prodezze del proprio portiere. Il centrocampo definito da Kopcynski, Moulin e Ofoe completa l’assetto tattico della compagine polacca, in un sapiente mix che amalgama con estrema compattezza ed organicità giovani talenti e veterani ricchi d’esperienza: imprescindibile punto di forza e chiave del successo del Legia, un’oasi felice nel cuore della Polonia.