Per vincere le partite di calcio è necessario fare almeno un gol in più degli avversari. Questo a prescindere dal numero di conclusioni a rete che si riesce ad effettuare nell’arco dei 90’ di gioco. Il calcio infatti non è come il pugilato dove la vittoria può arrivare anche ai punti. Se così fosse stato la Lazio sarebbe oggi potuta tornare senza dubbio da Marassi con una vittoria anziché con una sconfitta che definire immeritata sarebbe ingiusto. Non tanto per la Sampdoria che sa di aver comunque raccolto più di quanto meritato. Quanto piuttosto perché quando una squadra, quella di Inzaghi, non è in grado di capitalizzare le almeno cinque nitide palle gol avute a disposizione dopo la rete in apertura di Djordjevic, allora parlare di sola sfortuna diventa senza dubbio più complicato. Il 2-1 blucerchiato chiude definitivamente il discorso europeo e bolla indelebilmente come fallimentare la stagione dei biancocelesti mentre regala alla squadra di Montella un finale di stagione morbido che, a prescindere dall’esito dell’attesissimo derby di domenica prossima, porterà in dote con grande probabilità una salvezza raggiunta con livelli di sofferenza impronosticabili ad inizio stagione o comunque prima del preliminare di Europa League. Pensare che per la Lazio la partita si era messa subito in discesa con Djordjevic bravo a capitalizzare un perfetto cross di Candreva dalla destra regalando il vantaggio ai suoi quando l’orologio non aveva ancora completato il terzo giro. I primi venti minuti sono un monologo laziale con Keita e Candreva che mandano ripetutamente in tilt i diretti avversari. In particolare è Dodo che ha davanti a se il senegalese ad avere i grattacapi peggiori. L’ex Barça semina ripetutamente il panico sulla fascia destra dei blucerchiati e propizia all’11’ la prima occasione per il raddoppio ospite con una discesa che si conclude con un cross al centro che non trova però nessun compagno pronto alla deviazione in rete. Un minuto dopo è proprio il numero 14 ad avere il pallone buono sul destro spedendo però di poco a lato. Intorno al quarto d’ora arriva la prima timida risposta dei padroni di casa con un tiro senza pretese di Muriel che Marchetti blocca senza problemi. Ma la Lazio risponde poco dopo con Biglia che pennella per Candreva che spedisce però al volo di poco a lato. Sembra insomma che il raddoppio della Lazio debba arrivare da un momento all’altro ed invece al 20’ è la Samp a trovare il pari. Imbucata centrale dei blucerchiati con Gentiletti, ancora una volta disastrosa la partita dell’argentino, che si fa portare fuori posizione abboccando al movimento di Quagliarella. Il pallone fila via e Fernando si trova a tu per tu con Marchetti, complice la dormita di Lulic che non segue il brasiliano, e ristabilisce la parità. La Lazio accusa il colpo e la Samp ritrova fiducia. Prima è Muriel da calcio di punizione a spaventare Marchetti. Poi, e siamo già al 37’, è Dodo a trovare un tiro ad incrociare che per poco Diakité non trasforma in rete mancando la deviazione vincente da due passi. La squadra di Inzaghi rimette seriamente la testa fuori dal guscio negli ultimi sei minuti del primo tempo. Prima sfiora la rete ancora con Keita che prova una conclusione ravvicinata sulla quale Viviano è decisivo deviando in corner. Poi al 44’ arriva la grande occasione per il colpo del ko. Su calcio d’angolo il pallone arriva a Keita che anticipa Dodo. Il difensore brasiliano non trova niente di meglio da fare che abbattere il folletto laziale. E’ rigore. Dal dischetto si presenta Candreva che tira però malamente consentendo a Viviano di parare il quarto penalty stagionale. Si chiude così un primo tempo divertente cui fa seguito una ripresa non certo dello stesso tenore ma comunque a suo modo interessante. La Sampdoria rientra in campo con un piglio più propositivo e si rende pericolosa in avvio con una conclusione velenosa di Quagliarella che trova pronto Marchetti anche sulla successiva ribattuta di Muriel. Il match è più spigoloso ed il gioco è meno fluido. Le occasioni non mancano ma si tratta più di pericoli potenziali che di vere occasioni da gol. Questo almeno fino al 69’ quando è Djordjevic su invito di Keita a divorarsi un gol ciccando di destro un pallone che chiedeva solo di essere spinto in rete. La girandola di cambi, da una parte e dall’altra, non serve a sovvertire gli equilibri di un match che, come da migliore tradizione calcistica, finisce per essere deciso da un episodio che, dopo tanto ben di dio sciupato dalla Lazio, premia la squadra che ha prodotto meno in termini di occasioni. Punizione di Fernando dalla destra. La palla arriva a Silvestre che di testa svetta e colpisce da due passi trovando però la reattiva risposta di Marchetti. La palla si impenna e sembra destinata ad oltrepassare la traversa. Ma non è così. La sfera colpisce la parte alta del legno e torna in campo con Diakité che in qualche modo riesce fortunosamente a ribattere a rete. L’azione è confusa e ci potrebbe essere un fallo di ostruzione su Marchetti. Il pallone invece, lo conferma anche la tecnologia, supera la linea. Rizzoli concede il gol e la partita non ha più molto da dire. Vince la Samp.