Lazio-Juve, una sfida che non vale lo scudetto dal 2000, e chissà ancora per quanto tempo non assegnerà certi traguardi: ma anche un confronto tra due formazioni che hanno dato tanto al calcio italiano, spesso condividendo grandi giocatori. Vediamo la Top 11, dal nuovo millenio in poi, schierata con un rigoroso 4-4-2:
Gianluigi Buffon in porta. Troppo facile inserire il portiere della nazionale nella nostra formazione tipo, anche dopo l’errore di Milano contro la Croazia: la seconda scelta però sarebbe stata senza dubbio Angelo Peruzzi, il portiere che ha regalato alla Juve una Champions League e che nell’era Lippi ha sempre rappresentato una sicurezza tra i pali. Il dopo-Peruzzi per la Juve è stato difficilissimo da gestire, per fortuna dei bianconeri a mettere ordine c’ha pensato il Gigi nazionale.
Nel pacchetto difensivo a quattro i due centrali sono Alessandro Nesta e Fabio Cannavaro. La scelta è un po’ nostalgica perché sono i due centrali titolari con cui l’Italia del 2006 iniziava il Mondiale, poi vinto con Marco Materazzi al posto dell’infortunato ex laziale e milanista. Un grande rimpianto, per Nesta, non poter strappare quell’alloro da protagonista: alla fine della fiera l’eroe è stato il meno talentuoso “Matrix”, con due gol pesantissimi, a la coppia centrale Nesta-Cannavaro è stata per anni una garanzia di difesa doc, avrebbe meritato un altro epilogo.
Laterali difensivi: posto fisso per Stephan Lichtsteiner, altro giocatore condiviso dalle due società. A destra il pendolino svizzero non si schioda, mentre a sinistra collochiamo, forzatamente ma ormai c’è abituato, Giorgio Chiellini, centrale bianconero che per anni ha sognato di ripercorrere le orme dei due mostri sacri di cui sopra con la nazionale azzurra. Spendiamo il bonus per lui, anche se stava benissimo nell’undici pure Gianluca Zambrotta.Motivo della nostra scelta assicurare un pizzico di “attualità” a una rosa che, come vedrete in seguito, farà un tuffo nostalgico verso i tempi in cui la Serie A era ancora un campionato rispettabile.
Per il centrocampo decidiamo di andare con due giocatori di qualità, perché la nostra è una fanta-formazione e quindi sentiamo l’esigenza di sbilanciarci. Andrea Pirlo in cabina di regia per iniziare, ma non solo, perché al suo fianco piazziamo la Brujita Juan Sebastian Veròn. Il duo di esterni non può prescindere invece da un nome come Pavel Nedved a sinistra: classe, corsa, un Pallone d’Oro e una carriera divisa tra entrambe le società. Per l’occasione ricostruiamo la coppia di esterni con Dejan Stankovic, giocatore “polarizzante”, per cui i tifosi bianconeri sono scesi in piazza, nel senso che non volevano nemmeno s’avvicinasse a Torino. Peccato, perché la classe di “Deki” è indiscutibile.
In attacco è durissima, considerato che mancano due maglie, la 10 e la 9. Per la 10, bussiamo in casa Juve e prendiamo Alex Del Piero perché oltre ai numeri porta con sé l’immagine del numero in bianconero: in casa Lazio più difficile trovare un giocatore-simbolo, anche se il fresco mister interista Roberto Mancini è una bella tentazione. Come facciamo invece per il 9? C’è David Trezeguet, c’è Zlatan Ibrahimovic che a dire il vero potrebbe prendersi sia la maglia del fantasista che quella del centravanti, c’è un giocatore condiviso da entrambre (ma con esiti molto diversi) come Marcelo Salas. Per una questione di equilibrio prenderei un laziale, andiamo col cileno…Anzi no. Si fa avanti un giocatore, un argentino, col vizietto del gol…Scegliamo lui. Per chiudere la formazione, il nostro nome è Hernàn Crespo.
L’allenatore? Bussare in casa Juve, perché la Lazio ha portato in dota tanti buoni mister, ma nessuno appartenente a una categoria d’indiscutibile eccellenza. Facile se si guarda ai bianconeri dire Marcello Lippi, ma noi vogliamo lanciare un segnale e in un momento in cui tanti sparano a zero sul ct, noi scegliamo Antonio Conte. Per sostegno e per auspicio verso una persona che, si è visto sempre più durante la sosta delle nazionali, dovrà traghettare sino agli Europei una rosa di mediomen sperando di fare il miracolo. Specchio di un calcio in crisi.
Già, perchè parlando di Lazio-Juve abbiamo citato grandi campioni, ma pochi contemporanei. Ben sette giocatori del nostro undici non calcano più i campi o lo fanno in realtà discutibili, i quattro rimasti sono tutti bianconeri, alcuni con gli anni migliori di carriera alle spalle. Tra i biancocelesti attuali, c’è il pedigree di Miroslav Klose e c’è il talento molto grezzo di Antonio Candreva. Ma è blasfemo avvicinare un giocatore come Candreva, torello con tecnica e buon tiro da fuori, all’enorme contributo che portano e portavano alla squadra i quattro menzionati a centrocampo. La Lazio non trova più giocatori come quelli e il dinamico duo Lotito-Tare dovrebbe pensare anche a questo: i biancocelesti, oggi, non hanno più campioni con cui sognare. Ma, se è per quello, nemmeno la maggioranza del calcio italiano.