Nel deserto dell’Olimpico Miro Klose trova i primi due gol di questo campionato che regalano contro l’Atalanta tre punti ad una Lazio che a nove giornate dal termine mantiene ancora in vita il sogno della qualificazione alla prossima Europa League. Si fa invece ora seria la situazione di classifica degli orobici che si ritrovano coinvolti nella lotta retrocessione dopo un girone d’andata giocato da protagonisti. Partita piuttosto noiosa che è stata decisa da due lampi nella ripresa.
Primo tempo – Complici gli infortuni, il ritorno di Europa League con lo Sparta Praga che incombe ed una posizione di classifica che poco lascia da chiedere al campionato, Pioli opta per una rivoluzione cambiando rispetto alla trasferta in Repubblica Ceca nove undicesimi della formazione titolare. Confermati i soli Marchetti e Hoedt e spazio per la prima volta dal primo minuto all’inedito duo Patric-Braafheid sugli esterni. Reja recupera Pinilla e lo schiera al centro dell’attacco con Gomez e D’Alessandro a supporto. Quello degli orobici è un 4-3-3 pronto a trasformarsi in 4-5-1 in fase di ripiegamento con un Cigarini forse non particolarmente ispirato ma senza dubbio concreto in cabina di regia. Non a caso, pur nella noia generale del primo tempo, le cose migliori le mostra proprio l’Atalanta che ha una maggiore fluidità nel giro palla rispetto al centrocampo biancoceleste dove Onazi e Cataldi faticano tremendamente quando hanno la sfera tra i piedi. La fase di studio è particolarmente lunga e prende tutto il primo quarto d’ora del match. La prima vera azione pericolosa arriva infatti al 16′ quando Mauricio con la consueta leggerezza sbaglia un disimpegno consegnando la palla a Gomez. El Papu è lesto a servire Pinilla che a sua volta allarga di prima intenzione su D’Alessandro. L’esterno a tu per tu con Marchetti si fa ipnotizzare dal numero uno dei biancocelesti. La conclusione finisce sul palo ed i pochi tifosi biancocelesti presenti all’Olimpico tirano un bel sospiro di sollievo. Un paio di minuti più tardi è però ancora D’Alessandro a trovare impreparato Braafheid. Da un rimpallo il pallone arriva a Gomez che prende la mira e lascia partire una conclusione a girare che trova però pronto Marchetti alla deviazione in angolo. Passata la buriana la risposta della Lazio sta tutta in un disperato tiro al volo di Onazi che finisce abbondantemente sopra la traversa. La squadra di Pioli è evanescente perché evanescente, oltre al centrocampo, è l’apporto del trio Kishna, Mauri e Felipe Anderson. L’unico che prova a suonare la carica correndo a destra e a manca come un ragazzino di vent’anni è Miro Klose. Un predicatore nel deserto comunque applaudito dal pubblico di casa. L’ultima azione degna di nota della prima frazione di gioco è una ripartenza pericolosa ancora dell’Atalanta ed ancora guidata dal solito D’Alessandro che si conclude con un cross basso che Mauricio devia in angolo un attimo prima che Pinilla trovi la zampata vincente. Siamo al 36′ e questo la dice lunga sullo spettacolo offerto dalle due squadre nei primi quarantacinque minuti di gioco.
Secondo tempo – La seconda frazione di gioco si apre nel torpore che ha caratterizzato la prima. Pioli e Reja tentano allora di rimescolare le carte spedendo rispettivamente in campo Keita e Borriello per Kishna e Pinilla. Il cileno non sembra prenderla con filosofia ed uscendo dal campo prima invita il suo tecnico ad andare in un certo posto e poi imbocca le scale che portano negli spogliatoi senza passare dalla panchina. Al 22′ arriva improvviso come un lampo il vantaggio laziale. Patric imbecca Keita bravo a lanciare di prima in profondità Mauri. Il brianzolo brucia tutti ed una volta davanti a Sportiello alleggerisce per Klose che sigla a porta vuota il suo primo gol in campionato. Palla al centro e l’Atalanta sfiora il pari con un rasoterra insidioso di Cigarini che Marchetti devia in angolo. Reja si gioca il tutto per tutto mandando in campo Gakpe e Diamanti ridisegnando i suoi in un 4-2-3-1. Pioli decide di regalare un po’ di fosforo al centrocampo richiamando l’impalpabile Cataldi e gettando nella mischia Biglia. Ma la mossa non funziona. L’argentino fatica ad entrare in partita e sebbene Keita tenti di vivacizzare un po’ gli attacchi biancocelesti sugli esterni la squadra di Pioli soffre tremendamente con Patric (meno) e Braafheid (molto di più) che faticano a tenere le accelerazioni di D’Alessandro e Gakpe. I minuti però passano e l’unica azione veramente pericolosa è di marca biancoceleste con Felipe Anderson che trova una accelerazione delle sue che si conclude con un diagonale che meriterebbe miglior sorte. In pieno recupero è ancora Felipe Anderson a rubare palla nella propria metà campo e partire indisturbato verso la porta di Sportiello. Una volta in area il brasiliano serve Klose che a porta sguarnita raddoppia. Vince la Lazio 2-0.