Si ricomincia. La Roma 2.0 targata Monchi-Di Francesco è tornata al lavoro per preparare al meglio la stagione. Dopo diversi giorni d’allenamento nella cornice di Trigoria, contrariamente al passato fra le valli del Trentino, e un paio di amichevoli, è giunto il momento di poter tracciare un primissimo bilancio sul lavoro del tecnico abruzzese. Siamo ancora in fase embrionale della stagione, i carichi di lavoro si fanno sentire e non sempre è facile essere lucidi. Prime bozze di ciò che sarà o quantomeno potrà essere però ce ne sono.
Partiamo da un numero: il dieci. La maglia con cui Totti ha incantato e che è rimasta intonsa ma soprattutto il numero di acquisti sin qui effettuati da Monchi. A Fronte di due cessioni pesanti (Alisson e Nainggolan), la doppia cifra di innesti: Mirante, Fuzato, Bianda, Marcano, Santon, Zaniolo, Coric, Pastore, Cristante, Kluivert. Un mercato più ponderato e partito con largo anticipo rispetto allo scorso anno: i botti in Champions hanno impennato le casse assieme ad una gestione più oculata dei conti che hanno permesso al ds Monchi di costruire nel modo migliore possibile incassando le giuste cifre dalle cessioni e portando praticamente 3/4 della squadra pronti dal primo giorno di ritiro. Il modulo da cui ripartire è sempre il 4-3-3 Di Franceschiano, accompagnato da sprazzi di 4-2-3-1 a seconda degli interpreti di gioco. Nelle primissime battute troviamo una difesa molto attenta e già allenata: in attesa di Robin Olsen, il sostituto designato di Alisson, Mirante e Fuzato compiono diverse prodezze non facendosi trovare impreparati. Marcano elemento in grandissimo spolvero, mentre Karsdorp nonostante le falcate offensive molto convincenti deve ancora migliorare sui movimenti. A spiccare inoltre c’è un certo Luca Pellegrini, classe 99 e appartenente alla scuderia Raiola: scaramanzia a parte, con il giusto impegno può diventare un crack del calcio italiano. Per quanto riguarda invece l’altro nuovo centrale William Bianda, tanta prestanza fisica e una certa rapidità nel recupero palla. Qualità da affinare ulteriormente nel tempo con la giusta attenzione.
Per quanto riguarda dalla mediana in su, come evidenziato anche da Di Francesco nell’ultima conferenza stampa, c’è ancora da lavorare: Cristante molto veloce ad assimilare gli schemi mentre Pastore fisicamente un po’ indietro ma con tanta qualità e grandi motivazioni. Coric pure sembra di assoluto avvenire, mentre per quanto riguarda i volti già noti si registra uno Strootman più che mai leader del gruppo nonostante il fisico non sia più quello di una volta. Tuttavia, in queste prime battute si registra una maggiore lucidità e soprattutto tanta voglia di lasciarsi alle spalle le critiche della scorsa stagione. De Rossi non sembra sentire l’età sempre più pesante mentre Gonalons si adegua al compito, anche in attesa di possibili sviluppi sul fronte mercato: perché se è vero che gran parte dei soldi incassati dalla cessione di Alisson serviranno per un nuovo portiere e per l’esterno destro non è escluso che nelle ultime battute del mercato non si possa pensare ad un qualcosa in cabina di regia valutando soprattutto qualche elemento in scadenza.
In attacco invece la musica sembra esser cambiata: c’è un nuovo Patrick Schick a far parlare di sé. Una gran voglia di mettersi in gioco e di rubare il posto all’intoccabile Dzeko, giunto comunque alle sue 32 primavere. Sulle corsie esterne uno fra El Shaarawy e Perotti andrà via, ma al momento entrambi sembrano non badare assolutamente alle voci di mercato che incappano su di loro quasi a volere cambiare in corso d’opera la possibile operazione in uscita. Il giovane Kluivert invece rinviato a giudizio: il talento c’è e si vede, ma la mancanza d’esperienza si fa sentire e sarà fondamentale che per la prima parte della stagione ci sia un’alternativa più pronta. Sull’altra fascia invece dopo il sogno Malcom spento quasi sul gong da un’inserimento del Barcellona che ha fatto naufragare la trattativa, è tempo di pensare ad altri nomi, che di certo non mancano. Chiunque esso sia, sarà qualcuno che possa rappresentare un’ottima alternativa a Cengiz Ünder, voglioso di darsi da fare sin dall’inizio della stagione. Il possibile tridente composto dal turco con Schick e Kluivert (62 anni in tre!) rappresenta esattamente quella politica societaria che la Roma vuole mandare avanti con Monchi: arrivare sui grandi nomi quando ancora non lo sono ed, eventualmente, farceli diventare. Una politica con cui il ds spagnolo ha trasformato il Siviglia e spera di fare lo stesso per la Roma, ormai ancorata a quella cerchia di club medio-alti, sempre presenti in Europa ma ancora ben distanti dai top club mondiali.