L’Angolo tattico – Roma-Juve: se Pjanic fa Pirlo e Padoin fa…Padoin

Se la partita con la Juventus doveva essere il banco di prova per testare le reali ambizioni in questa stagione appena iniziata, allora si, è possibile tranquillamente affermare che questo può essere l’anno della Roma. Quella con la squadra di Allegri è stata la prova di maturità per i giallorossi ed in particolare per Garcia. Il tecnico francese, che già ai tempi del Lille dovette aspettare il terzo tentativo per centrare lo scudetto, ha dimostrato di aver fatto tesoro dei tanti errori che, in particolar modo nella scorsa stagione, hanno accompagnato i suoi primi due anni romani. La scelleratezza, che costò un sonoro 1-7, con cui è stata affrontata la sfida di Champions con il Bayern dello scorso anno sembra essere stata gettata definitivamente alle spalle, così come l’ossessiva ed insistente ricerca della velocità di Gervinho, motivo ricorrente delle trame di gioco giallorosse delle ultime due stagioni e della prima giornata di campionato a Verona tanto da essere ormai ampiamente prevedibile. Il mercato prima, con l’arrivo di una prima punta di ruolo e due ali, Falque e Salah, degne di questo nome e la formazione schierata nel big match dell’Olimpico al cospetto dei Campioni d’Italia e vice campioni d’Europa sono la prova evidente del salto di qualità di Garcia.

L’arretramento sulla linea dei difensori di De Rossi è stata la prima chiave tattica del match. La robustezza del centrocampo e l’assenza del vincolo rappresentato da Totti (ancora zero minuti all’attivo) ha consentito a Pjanic di liberarsi e svariare a piacimento con libertà di inventare e senza eccessivi obblighi di impostazione. Anche perché oltre a De Rossi, regista mascherato, c’erano Nainggolan e Keita che oltre a fungere da frangiflutti hanno anche eccellenti qualità in cabina di regia. E’ così che il centrocampista bosniaco ha assunto il ruolo di catalizzatore del gioco, quello che con Totti in campo spetta al capitano e spesso finisce per mettere in ombra le qualità del numero 15 giallorosso. All’attivo per Pjanic ci sono la bellezza di 83 tocchi, 56 passaggi riusciti su 64 in totale, 3 lanci riusciti, 2 cross, 2 sponde e 2 occasioni create. Numeri da top player. La seconda intuizione è stata lasciare fuori Gervinho ed affidarsi alle qualità di Falque, Salah e dell’ottimo Digne. Attenzione perché la Roma con il francese ha trovato il giusto equilibrio difensivo sugli esterni con Florenzi bravo nella fase di ripiegamento e l’ex PSG superlativo (a tratti devastante) in quella offensiva. Proprio il supporto dei terzini ha fornito un appoggio e dunque reso meno prevedibile l’operato degli esterni alti. Le qualità di Falque e Salah, dribblatori e discreti crossatori (23 in totale i cross arrivati dalle fasce), sono funzionali alle caratteristiche di un bomber di razza come Dzeko e soprattutto profondamente diverse da quelle di Gervinho che, velocista, è ottimo quando c’è da giocare in spazi aperti dove è possibile sfruttare le ripartenze.

Cosa che domenica sarebbe stata impossibile. Anche perché è stato sufficiente leggere le formazioni per capire che la Juve è scesa all’Olimpico nel disperato intento di non prenderle. Tentativo fallito. Passi, nell’emergenza generale, la scelta di Sturaro titolare. Incomprensibile resta però l’accanimento su Padoin, proposto ancora una volta regista. Se Pirlo, nei suoi anni in bianconero, aveva una media di palloni giocati a partita pari ed anzi spesso superiore a 100, il numero di palloni toccati dell’ex Atalanta contro la Roma è stato pari ad appena 37. Numeri che spiegano facilmente la crisi di questo avvio di stagione juventino se letti insieme al numero di passaggi effettuati da Pogba che avrebbe dovuto essere l’alter-ego di Pjanic: 35 di cui ben 9 sbagliati (il 26%). Tutto ciò non può che determinare i numeri del possesso palla che premiano la Roma con un 62,7% complessivo (67,9% nella prima frazione di gioco e 56,8% nella seconda). Il francese è inoltre in evidente difficoltà a calarsi nel ruolo di quel 10 che porta sulla maglia. Posizione che invece ricopre adeguatamente Pereyra, ancora una volta invece lasciato fuori in avvio. Potrebbe forse essere meglio inserire dall’inizio l’ex Udinese ed arretrare in regia Pogba. Altrimenti il rischio è quello di incappare nuovamente in giornate come quella di Roma.