Il 144° derby della capitale lo vince la Roma. Risultato, numeri alla mano, abbastanza annunciato sin dalla vigilia nonostante la necessità della Lazio di aggrapparsi a questa partita per salvare la faccia facesse sperare in un match quanto meno più combattuto. Non è stato così. O almeno, non lo è stato per sessanta abbondanti minuti di gioco quelli cioè necessari alla Roma per portarsi avanti 0-2 nonostante una partita giocata per lunghi tratti a ritmi così blandi da sembrare degni della miglior partitella di allenamento del giovedì. Che la Lazio avesse poche opportunità di reggere il confronto era chiaro ai più e così incassato al 16′ il gol del vantaggio di El Shaarawy il diktat biancoceleste è stato evitare di sgretolarsi prima del dovuto. Troppa poca cosa presentarsi al gran ballo con Hoedt, Bisevac e Patric come cavalieri a competere con El Shaarawy, Perotti e Salah per entrare nelle grazie della gran dama. Ma la differenza più evidente tra le due squadre si è forse vista a centrocampo dove da una parte c’era un indemoniato Nainggolan a far cerniera con i comunque solidi Keita e Pjanic e dall’altra c’erano Biglia, Parolo e Cataldi per lunghi tratti persi a brancolare nel buio (l’argentino ed il centrocampista della Nazionale sono andati leggermente meglio nella ripresa). Un po’ più di cattiveria nella mediana biancoceleste avrebbe forse messo un po’ di timore ai giallorossi che hanno approcciato al match con l’atteggiamento di chi sa di essere più forte e di poter chiudere i conti quando vuole. Tutto vero. La storia della partita del resto questo racconta. Ma è altrettanto vero che per un quarto d’ora o forse venti minuti della ripresa, i primi di Keita in campo nella Lazio, la Roma ha sofferto e rischiato di complicarsi più del dovuto la vita in una partita per il resto per larghi tratti dominata. Al primo affondo del match i giallorossi trovano il vantaggio. E’ il 16′ quando Digne scende sulla sinistra approfittando di un Patric fuori posizione. Il cross del francese trova El Shaarawy al centro dell’area di rigore completamente indisturbato. Il Faraone deve solo spizzare di testa per portare in vantaggio la Roma con Hoedt e Bisevac che rimangono a guardare. Non appare esente da colpe neanche Marchetti. Pochi minuti, cinque per la precisione, e la difesa della Lazio si fa cogliere ancora una volta impreparata su una punizione battuta rapidamente dai giallorossi che lancia El Shaarawy lateralmente all’interno dell’area di rigore. Il cross non trova però pronto nessuno alla deviazione. La Roma, trovato il vantaggio, si limita ad amministrare senza mai spingere sull’acceleratore complice la scarsa verve della Lazio che non ha altra ragione di vita se non quella di affidarsi alle giocate personali. Su una di queste al 34′ Candreva trova l’intervento di Keita che porta in dote una punizione dal limite. Si incarica della battuta Biglia e la palla finisce di poco alta sopra la traversa con Szczsny che sembra comunque sulla traiettoria. Due minuti più tardi è la volta di una bella giocata individuale di Felipe Anderson che semina il panico nella retroguardia giallorossa. Una volta in area di rigore il brasiliano finisce a terra per un contatto con Rudiger. L’Olimpico di fede biancoceleste grida al rigore ma Banti non fischia e sembra avere ragione. Appaiono, seppur timidi, segnali di risveglio dei biancocelesti. Ed invece quando sta per scoccare il 40′ la Roma ha l’occasione per il raddoppio con una perla a giro di Pjanic dal limite dell’area che si stampa sul palo alla sinistra di un Marchetti rimasto impietrito. Proprio allo scadere è ancora la squadra di Spalletti a sfiorare il colpaccio con una bella penetrazione di Nainggolan che il belga conclude con una conclusione abbondantemente alta sopra la traversa quando invece poteva servire il liberissimo Perotti. Unico neo in una partita altrimenti perfetta per il centrocampista giallorosso.
La ripresa si apre con la Roma insistentemente a caccia del gol del raddoppio. Al 49′ un tiro cross rasoterra di Digne dalla sinistra costringe Marchetti alla deviazione in angolo. Quattro minuti più tardi è Salah a fallire sull’appoggio di Digne spedendo alto dal limite dell’area piccola nel tentativo di anticipare la chiusura di Hoedt. Pioli capisce l’antifona e pur senza ridisegnare il 4-3-3 di partenza decide almeno di mutarne gli interpreti. Fuori allora gli spenti Matri e Candreva e dentro Klose e Keita. La mossa darà temporaneamente i suoi frutti sebbene sia la Roma al 64′ a trovare il gol dello 0-2. Hoedt dimostra tutta la sua inadeguatezza per giocare a certi livelli sbagliando l’uscita e travolgendo Nainggolan. L’intervento è da ergastolo ma l’arbitro lascia giocare perché la palla arriva a Perotti. L’ex Genoa lascia partire dalla distanza una conclusione che rimbalza a pochi metri dalla porta ingannando l’ancora una volta non impeccabile Marchetti. La sfera colpisce il palo e torna sui piedi di Dzeko che deve solo appoggiare in rete per il 2-0 Roma. Sembrerebbe essere il colpo del ko ed invece la Lazio trova nuova linfa in Keita. Parliamoci chiaro, sempre di giocate individuali si tratta, ma almeno il numero 14 biancoceleste sembra più in palla di Candreva e di un Felipe Anderson partito bene e spentosi sulla distanza. Le giocate dell’ex canterano del Barça sono efficaci e la squadra di Pioli ne trae beneficio iniziando con una certa costanza ad impensierire la Roma. Al 68′ la Lazio colpisce una traversa clamorosa con Parolo che sugli sviluppi di un calcio d’angolo trova una deviazione di testa da posizione più che ravvicinata con Szczensny che d’istinto devia sulla traversa. Sul prosieguo dell’azione Keita viene atterrato in area in maniera sospetta. L’intervento è irruento ma sul pallone. Banti lascia proseguire. Al 72′ ancora una bella giocata di Keita, in palla, semina il panico sulla sinistra. Il numero 14 entra in area dal fondo e serve Klose ma il tedesco in spaccata spedisce a lato. E’ il preludio del gol laziale che puntuale arriva tre minuti più tardi quando ancora da una giocata di Keita, chi se no, la palla arriva a Klose che svetta su Digne e Szczesny mettendo al centro per Parolo che a porta sguarnita riapre i giochi. La Lazio sembra crederci ed al 76′ spaventa ancora i giallorossi. Keita costringe Florenzi alla deviazione in angolo. Sulla battuta di Biglia la palla arriva a Klose che non riesce però a colpire con la giusta forza spedendo comodamente tra le braccia di Szczensny. La Roma appare in difficoltà e Spalletti interviene richiamando Salah e spedendo dentro Zukanovic a dar manforte ad un Florenzi che con Keita come cliente sta faticando più del dovuto. Ancora prima di poter però apprezzare la bontà della mossa tattica del mister arriva il 3-1 giallorosso. Calcio d’angolo dalla destra con Patric che devia verso l’esterno. Arriva proprio Florenzi che batte al volo e con la complicità di Braafheid, deviazione decisiva quella dell’olandese, trova il gol della tranquillità per la Roma. La partita finisce con Perotti che all’87’ scende indisturbato nelle verdi praterie biancocelesti e sfruttando la staticità di Hoedt e Bisevac e la giornata no di Marchetti sigla il gol del definitivo 1-4. Festeggia la Roma che ora sogna l’aggancio al Napoli. La Lazio da domani va in ritiro a Norcia. Forse per rimuginare su una stagione semplicemente disastrosa.