La quattordicesima giornata di Serie A in 5 (s)punti

In attesa del posticipo tra Atalanta e Benevento in programma questa sera allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia, ecco la nostra analisi della quattordicesima giornata di Serie A .

Fatal San Siro

La notizia della quattordicesima giornata di Serie A (e ci scuserete se arriviamo un po’ in ritardo con il nostro punto) è sicuramente l’esonero di Vincenzo Montella. Fatale all’ormai ex tecnico del Milan il pareggio a reti inviolate nel match di San Siro con il Torino. San Siro che sembra stregato per la squadra rossonera se è vero che Bonucci e compagni non vincono e non segnano tra le mura amiche, coppe escluse, da settembre. Con grande signorilità Vincenzo Montella si è accomiatato ringraziando la dirigenza rossonera per l’opportunità avuta e ha preferito prendersi le responsabilità di una stagione sin qui poco esaltante rispetto alle aspettative. Aspettative che, ha ragione l’Aeroplanino, sono state alzate un po’ troppo in estate dopo un mercato sicuramente faraonico ma che, ed anche questo è innegabile, ha completamente stravolto la rosa rossonera. Che sarebbe stato necessario del tempo per trovare equilibrio e giusta amalgama sembrava chiaro a tutti sin da principio; tranne forse a Mirabelli e Fassone, ancora oggi convinti di aver messo in mano a Montella una squadra in grado di competere sin da subito per la Champions. Basarsi su quanto di buono sta facendo l’Inter per trarre delle conclusioni è quanto di più sbagliato si possa fare. Per il Milan la differenza sostanziale con i cugini nerazzurri risiede nel fatto che alla Pinetina si è deciso di puntare forte su un tecnico di esperienza, Luciano Spalletti, confermando un blocco di giocatori e muovendosi sul mercato alla ricerca di innesti mirati ed in linea con le caratteristiche individuate dal mister di Certaldo. Montella sembra invece aver subito le scelte di mercato di Fassone e Mirabelli. Per carità, la bravura di un tecnico sta anche in questo: puntare i piedi per tempo o cercare di trarre il meglio da quanto si ha a disposizione. Se c’è un errore che si può rimproverare a Montella è quello di aver impiegato troppo tempo per capire che era meglio cercare di fare diventare quadrato (nel senso di equilibrato) un qualcosa che è nato tondo. Detto ciò, è altrettanto chiaro che le colpe vanno cercate anche altrove. Sebbene in questi casi esonerare il tecnico sia la via più semplice. Siamo sicuri che il carisma di Gennaro Gattuso sia sufficiente anche solo a traghettare il Milan fino al termine della stagione?

L’incognita Inter

Da una milanese all’altra. Non c’è dubbio che l’Inter sia la vera mina vagante di questo campionato. L’ingaggio di Spalletti è stato probabilmente il colpo di mercato dell’estate sebbene tutti ci abbiamo messo un po’ di tempo a capirlo. L’Inter non gioca bene; spesso da l’impressione di subire più del dovuto. Eppure vince e subisce poco. Volendo trovare una pecca, i nerazzurri ruotano poco. Ma è anche vero che, tra il sestetto in zona coppe, l’Inter è l’unica squadra insieme alla Samp (che, non ce ne vogliano gli amici blucerchiati, non può reggere il paragone con Icardi e compagni) a non avere l’onere delle coppe. Le squadre di Spalletti generalmente attraversano il loro momento terribile a cavallo tra febbraio e marzo. Ma al momento tutto gira senza intoppi; anzi, semmai c’è anche un pizzico di fortuna. Ma è anche così che alla fine si vincono i campionati.

Napoli-Juventus: il momento della verità

Anche perché l’Inter sta tenendo il passo delle favoritissime Napoli e Juventus. Due squadre che, seppur vittoriose anche nella quattordicesima giornata di Serie A, iniziano (i partenopei) o continuano (i bianconeri) ha dimostrare segni di evidente difficoltà. Il Napoli da qualche giornata sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori. Il doppio impegno Coppa-Campionato ed una rosa che, per volere di Sarri, appare come una coperta corta iniziano a pesare sulle prestazioni degli azzurri. Che tuttavia, e questa è forse la novità, riescono a prevalere anche in partite che lo fino a qualche mese sarebbero costate punti pesanti in classifica. La Juventus anche contro il Crotone, a prescindere dal 3-0 finale, ha dimostrato di non essere la squadra che tutti siamo abituati a conoscere. Allegri continua a sperimentare come sempre ha fatto in questa fase del campionato anche negli anni precedenti. Evidente che i bianconeri siano alla ricerca dell’assetto perfetto. Fatto sta che nel frattempo continuano a tenere botta tanto in Champions quanto in campionato. L’impressione è che questo tetris del tecnico toscano prima o poi dovesse portare agli incastri giusti, per gli altri sarebbero dolori. La Juventus per noi resta sempre la squadra da battere. Certo, i prossimi impegni di Dybala e compagni recitano nell’ordine: Napoli, Olympiacos, Inter, Bologna e Roma. La sfida del San Paolo sa già di momento verità per entrambe le compagini. Ma per sapere di che pasta è veramente fatta questa Juventus noi consigliamo di attendere la vigilia di Natale.

Le solite romane

Quando diciamo che il derby della Capitale non è una partita come le altre intendiamo che poi succede esattamente quanto è successo a Roma e Lazio in questa settimana. I giallorossi, forti dei tre punti nella stracittadina, hanno pagato dazio contro Atletico Madrid e Genoa complice, in questo secondo caso, l’ennesimo minuto di follia di Daniele De Rossi. La Lazio ha pareggiato in Europa League con il modesto Vitesse (con l’alibi di essere imbottita di riserve) e ieri è stata agguantata dalla Fiorentina allo scadere, complice il discusso utilizzo del VAR, al termine comunque di una partita giocata in maniera inadeguata dalla squadra biancoceleste nonostante il turnover di coppa. Un duplice campanello di allarme per Di Francesco ed Inzaghi. Specialmente quando il collaudato meccanismo di gioco si inceppa, mantenere alta la concentrazione è fondamentale; perché nonostante tutto Roma e Lazio erano riuscite a passare in vantaggio e le partite si devono vincere anche in maniera sporca (l’Inter docet) e non esclusivamente giocando sempre al limite.

Gesti che riconciliano con il calcio

Per la chiosa finale torniamo a San Siro dove da apprezzare nello 0-0 di Milan-Torino c’è stato almeno il siparietto finale tra la famiglia Bonucci ed il Gallo Belotti che, al termine dell’incontro, ha voluto regalare la maglia ed un gesto di affetto al figlio del capitano rossonero, notoriamente tifoso del Toro (con buona pace del papà). Una storia questa del nemico in casa Bonucci che anche se trita e ritrita non smette mai di strapparci un tenero sorriso.