La Juve calpesta le flebili speranze europee della Lazio, ricaccia indietro il Napoli senza troppi affanni ed allunga le mani sul quinto scudetto consecutivo distante ormai appena tre punti. Allo Stadium finisce 3-0 per gli uomini di Allegri. Tutto abbastanza facile per i bianconeri che trascinati da uno strabiliante Dybala impiegano 40′ per scardinare la resistenza biancoceleste salvo poi straripare nella ripresa quando la Lazio scompare dal campo. Complice certamente l’espulsione di Patric per doppia ammonizione che arriva solo due giri di lancette dopo il rientro dall’intervallo. Ma è anche vero che il dominio juventino è apparso abbastanza evidente sin dalla prima frazione di gioco. Non da subito però. La Lazio tiene testa ai bianconeri per venti minuti abbondanti, quelli che servono a Pogba e soci per dare il via all’assedio. Ma anche nei venti minuti successivi, quelli che trascorrono tra il momento in cui Madama preme il piede sull’acceleratore ed il gol di Mandzukic che sblocca l’incontro, i biancocelesti danno l’impressione di tenere bene il campo pur non riuscendo mai di fatto a rendersi pericolosi. Costante di tutti e novanta i minuti di gioco a dire il vero. Il gol incassato in chiusura di primo tempo, l’inferiorità numerica ed il raddoppio di inizio ripresa deprimono e reprimono i capitolini che non possono far altro che tentare di limitare i danni ringraziando una Juventus che, una volta chiusa la partita, si limita ad amministrare l’incontro senza infierire su una preda a quel punto abbondantemente tramortita.
La partita inizia con Allegri che affida la regia ad Hernanes e non anzi a Lemina che sembrava il favorito alla vigilia. Sugli esterni spazio a Lichtsteiner e Alex Sandro con Cuadrado in panchina. Scelta azzeccata perché è proprio sulle fasce che la Juve vince probabilmente la partita. Inzaghi sceglie Patric nonostante il recupero di Basta e sulla sinistra si affida a Lulic. Scelta obbligata questa. Ma se da un lato l’ex Barça per tentare di limitare i danni può contare su un Felipe Anderson che si fa apprezzare più per il sacrificio in fase di ripiegamento che per il contributo in fase offensiva, dall’altra il bosniaco è esposto alla furia di Lichtsteiner perché Keita di rientrare a difendere non ne vuole proprio sapere. Così come di passare la palla. Ma questo è un’altra storia della quale forse si lamenterà Djordjevic costretto spesso a correre a vuoto. Non è dunque un caso se quasi tutte le occasioni migliori dei bianconeri nascono da destra. Come quella propiziata da Khedira che capita sul sinistro di Pogba al 20′ del primo tempo e che il francese calcia malamente addosso a Marchetti. E’ questa anche la prima vera occasione da gol della partita anche se la Juventus si era già resa pericolosa in altre due circostanze. La prima sempre con Pogba che dai 25 metri sfrutta un pallone ad uscire impegnando Marchetti alla deviazione in angolo. La seconda con una conclusione dalla distanza di Alex Sandro che fa gridare al gol tutto lo Stadium andandosi a spegnere per un soffio sull’esterno della rete, appena qualche centimetro più in la dell’incrocio dei pali. E’ il momento questo in cui la Juve inizia a spingere sull’acceleratore in cerca del vantaggio. I bianconeri hanno immediatamente un’altra occasione questa volta con Dybala che su un cross dalla sinistra di Alex Sandro gira di testa impegnando Marchetti. Al 33′ è Lulic a sventare il pericolo con una diagonale perfetta che si conclude con una scivolata ad anticipare Mandzukic pronto a spedire in rete quello che poteva essere il gol del vantaggio. Gol che arriva comunque al 39′. Pogba serve in profondità un ispiratissimo Dybala che di prima intenzione, da destra, tira a giro di sinistro sul secondo palo costringendo Marchetti alla deviazione in angolo. Sul corner battuto da Hernanes il pallone arriva a Pogba che vince il corpo a corpo con Lulic e lascia partire un tiro cross sul quale Mandzukic è lesto a mettere il piedone. Vantaggio meritato e partita che praticamente finisce qui. La ripresa si apre infatti con il secondo giallo a Patric per una trattenuta tanto vistosa quanto ingenua su Dybala. Altri due minuti, siamo così al 49′, e la trattenuta di un disastroso Gentiletti su Bonucci, non così netta a dire il vero, concede a Dybala l’occasione del raddoppio dal dischetto. L’argentino non sbaglia e realizza il quindicesimo gol in campionato concedendo il bis al 64′ capitalizzando una ripartenza di Khedira che coglie impreparata la retroguardia biancoceleste. Il resto è solo accademia. Il campionato delle due squadre, praticamente, finisce qui. La Juventus può perdere lo scudetto solo suicidandosi. Se il tricolore non arriverà domenica prossima a Firenze, ammesso che il Napoli vinca a Roma, la festa si farà comunque probabilmente il 1 maggio con il Carpi. Un campionato quello dei bianconeri semplicemente sensazionale con un ruolino di marcia nel girone di ritorno davvero impressionante. Un dato su tutti: la squadra di Allegri nella seconda metà del campionato ha subito appena due gol. La Lazio vede svanire definitivamente anche l’utopico traguardo dell’Europa League e chiude qui una stagione partita con altre attese e rivelatasi invece semplicemente disastrosa. E’ il tempo che il club decida cosa vuole fare da grande. Ammesso che abbia realmente voglia di crescere.