La chiamano Piazza dei Miracoli: forse adesso abbiamo capito il perché

“La gara contro il Novara andava giocata con umiltà e senso di appartenenza e così abbiamo fatto; mi aspettavo più sofferenza. La strada però è ancora lunga, questo campionato è una maratona, mancano appena 41 partite. La Serie B è una maratona e noi dobbiamo migliorare nonostante tutti i problemi che abbiamo. Dobbiamo inoltre risolvere alcune problematiche che ci sono ancora a livello societario. Con tutto quello che abbiamo passato la bravura nostra deve essere quella di stare con i piedi per terra e di vivere alla giornata. Dobbiamo riuscire a diventare il prima possibile una società tranquilla e stabile, con precisi punti di riferimento”. Sono state queste le parole con cui Gennaro Gattuso, tecnico del Pisa,  ha commentato il vittorioso esordio nel campionato cadetto (1-0 casalingo al Novara, si fa per dire, si giocava sul campo neutro di Empoli) e al contempo ha presentato il match infrasettimanale che vedrà i nerazzurri impegnati sul campo della Ternana. Le parole del Campione del mondo 2006 non sembrano quelle di un tecnico di una neopromossa che ha sorpreso all’esordio; non sembrano guidate dall’entusiasmo. Piuttosto sembrano parole misurate e ponderate con estrema attenzione, quasi come trascinate dal peso di un’estate tortuosa e imprevedibile che ha portato la squadra toscana a un passo dal baratro, a un passo dal fallimento. Gennaro Gattuso lo sa e da condottiero navigato ed esperto qual è sa che la tensione non va abbassata, ma gestita, manovrata e destreggiata con cura.

PERCHE’ IL PISA HA RISCHIATO IL FALLIMENTO

Il pareggio sul campo del Foggia, ottenuto il 12 Giugno sembrava dover essere l’ultimo travaglio estivo per i nerazzurri. Quello della promozione con vista sul calcio che conta: il Pisa, dopo 7 lunghi anni, ritrovava la Serie B. L’ultima volta tra i cadetti per i toscani era datata 2008/09. Per intederci la stagione in cui si affacciavano al grande calcio Giampiero Ventura ed Alessio Cerci. Sembrava l’ultimo travaglio dicevamo. Ma si trattava solo di un’illusione. Presto infatti all’ombra della torre si sono ripresentati vecchi fantasmi. Nuovamente l’incubo che attanagliava i pensieri di chi ama il Pisa anche in quel lontano 2009: l’incubo della bancarotta finanziaria. E’ il 31 Luglio 2016. E’ passato solo un mese dall’ufficialità della promozione e il Pisa rischia già di scomparire da quel calcio d’élite riconquistato al termine di una scalata durata sette anni. Si vivono giorni turbolenti e afosi sotto la torre. Non tanto per il classico clima estivo, ma perché la società da un momento all’altro sostanzialmente non esiste più. Il Pisa attraversa una nuova, grave, crisi societaria, a causa della quale il 31 luglio Gattuso si dimette. Nelle settimane seguenti la situazione precipita a causa del mancato accordo per il passaggio della proprietà del club da Fabio Petroni al fondo d’investimento Equitativa rappresentato da Pablo Dana. I giocatori, inoltre, saltano gli ultimi allenamenti per l’assenza dello staff tecnico guidato da Gianluca Colonnello. Il sindaco di Pisa cerca di mediare per riaprire la trattativa in tempi brevi, ma alla prima giornata del campionato, Ternana-Pisa, i giocatori sono impossibilitati a raggiungere Terni e la Lega Calcio decide di rinviare la partita al 7 settembre. O la svolta arriva in tempi rapidi o il banco salta.

LA SVOLTA

La svolta per fortuna del Pisa e dei pisani arriva il 31 agosto, giorno in cui si chiude peraltro un mercato piuttosto avaro per la squadra. Il sindaco annuncia durante la trasmissione Diario Nerazzurro che le parti sono vicine a trovare un accordo per il passaggio di proprietà. A queste dichiarazioni si aggiungono anche quelle di Pablo Dana, che conferma, e quelle di Gattuso che si dice pronto al ritorno in panchina. Il resto è storia recente, con il comandate che ri-sale sulla nave quando sembrava aver ormai lasciato il porto. Ringhio ritorna a campionato già in corso, ma il legame tra l’ex rossonero e i suoi uomini è straordinario. Talmente straordinario da creare, in pochi giorni, una vera simbiosi che sfocia in una partita tatticamente perfetta che fa sognare in grande i tifosi nerazzurri. Ma il loro condottiero lo sa: mai abbassare la tensione. Piuttosto, controllarla e dominarla. Lo chiamano Piazza dei Miracoli il posto più bello di Pisa. Quello per intenderci dove una torre pende ma non cade. Come la squadra della città, che ambisce anch’essa a diventare un capolavoro.