Kolarov contestato, ma non fa notizia
Kolarov contestato non fa più notizia, sembra essere normalità da troppo tempo. Da quando il terzino della Roma è arrivato nella capitale, le belle prestazioni sul campo sono state oscurate da un amore mai sbocciato tra lui e la tifoseria. La prestazione negativa dei giallorossi nel derby perso contro la Lazio non ha aiutato, la sua doppia ammonizione che gli è costata l’espulsione per una quasi rissa nel finale nemmeno. La città di Belgrado è fredda come il carattere di un giocatore che fa Aleksandar di nome e Kolarov di cognome. Un classe ’85 Glaciale, perfetta antonomasia per il calciatore che ha vissuto tante vite in quasi due anni di giallorosso. Giocatore inamovibile sulla fascia, in questo campionato è sceso sempre in campo per 90’, tranne nella sconfitta con il Bologna del settembre scorso in cui è subentrato a Fazio al 64’. Un dato che vorrà pur testimoniare l’importanza del rapporto Kolarov-Roma per gli equilibri delle idee di Eusebio Di Francesco. Qualità, forza ed esperienza: un regista sulla fascia che nelle ultime otto partite stagionali si è travestito da goleador segnando quattro reti. Sebbene Carnevale sia alle porte, il serbo sta indossando il costume da supereroe da molto tempo nonostante quelli che vedono solo il lato di Kolarov contestato. Eppure, il rigore realizzato poco più di una settimana fa nella gara di ritorno contro il Bologna è servito per riappacificare la Curva Sud con il giocatore. Una particolarità contraddittoria dopo tutto quello che si è detto fin qui, di positivo, su di lui. Cosa è successo per arrivare ad un Kolarov contestato?
Kolarov contestato, all’ordine del giorno
Nonostante quanto scritto sopra, tra record personali e l’importanza dello stesso Kolarov, il terzino della Roma ha trascorso un ultimo periodo negativo. Al netto di prestazioni quasi sempre sufficienti e, come abbiamo visto, condite anche da alcune gioie personali, i tifosi non gli hanno perdonato un avvio di nuovo anno al ribasso, almeno dal loro punto di vista. Fischi e insulti a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. L’esultanza con l’inchino dopo il gol contro il Chievo al Bentegodi ha scatenato l’ira sui social. Lo striscione in Roma-Porto di Champions League è stato abbastanza emblematico: “Kolarov b….” lasciando a voi l’immaginazione di quanto ci possa essere stato scritto. Kolarov contestato sembra essere un punto all’ordine del giorno del tifo romanista. Uno di quei fatti inspiegabili. Quotidianamente sentiamo dire “Quello a pelle non mi piace”. Potrebbe essere l’uomo più gentile al mondo, la persona che ti salverà la vita, però tutti questi aspetti rimarranno sempre delle barriere che non ci faranno accettare a pieno l’individuo in questione. Così è per l’ambiente giallorosso e la contestazione Kolarov non smetterà fino all’ultimo giorno della sua permanenza nella capitale. Il rapporto Kolarov-Roma continua a viaggiare tra alti e bassi: ingiustificabile se ci si limitasse a quanto emerge dal solo campo di gioco. Purtroppo non sempre il giudizio di un calciatore è limitato a quanto fa dal punto di vista professionale. Gol, presenze e belle prestazioni non bastano. C’è qualcosa di più profondo in quello che rischia di diventare un odio sportivo verso un giocatore che in qualunque altra realtà sarebbe innalzato a re. Il problema principale è proprio questo: Kolarov contestato è la conseguenza di aver scelto proprio la Roma, tra tutte le altre squadre.
Kolarov contestato, il tradimento (nella) capitale
Fredda l’origine di Kolarov, freddo anche il rapporto tra lui e la tifoseria. Già nel 2017 un gruppo di ultras giallorossi lo aveva fischiato durante la trasferta di fine agosto a Bergamo contro l’Atalanta. Precisiamo: in quel frangente la tifoseria si è spaccata in due. Da una parte c’era chi ha protetto il serbo, riconoscendo nella società la bravura di portare buona esperienza a Trigoria. Tutti gli altri hanno visto in lui un semplice ex giocatore della Lazio. Di conseguenza: da condannare. Il rapporto tra le due tifoserie lo conosciamo tutti e se tra Roma e Lazio esiste una rivalità che culmina almeno due volte all’anno nel derby, qualcosa vorrà pur dire. Kolarov, seppur forte, ha dato fastidio ai molti. Lo si può dire tranquillamente anche parlando al presente: dà fastidio. Questo pensiero negativo nei confronti del giocatore ha accompagnato sempre le prove di Kolarov che, nonostante tutto, ha dimostrato di meritarsi questa maglia, con attaccamento e professionalità. Passato senza rancore, ma non per tutti: ecco che il Kolarov contestato a prescindere sembrerebbe essere costretto a non sbagliare nulla durante le sue partite, o comunque molto poco. Pressione tale che in caso di sconfitta giallorossa o sua scarsa prova, lo hanno reso sempre uno dei primi capri espiatori su cui scagliarsi. Stranezze da calcio, da extra calcio. Le scelte di ognuno determinano che tipo di persona sei e quella parentesi alla Lazio durata tre anni (ormai 9 stagioni fa) è diventata una macchia indelebile da cui è impossibile scappare. Avesse dichiarato odio nei confronti dei giallorossi all’epoca, sarebbe un conto, ma nulla: Kolarov-Roma è una storia incredibile che rischia di rovinare il finale di carriera di uno dei giocatori più maturi in quel ruolo, attualmente in circolazione. Contestazione Kolarov, manco fosse un film: dopo la furia nel finale di derby cosa diranno i tifosi?