L’analisi del big match dello Stadium Juventus-Napoli. Novanta minuti analizzati in cinque punti che rappresentano anche spunti di riflessione per il futuro prossimo delle due squadre.
QUANDO È VIETATO SBAGLIARE LA JUVENTUS NON SBAGLIA…
Il match dello Stadium ha premiato la Juventus. I bianconeri non stanno certo attraversando un periodo di forma smagliante e sono lontani anni luce dall’essere quella macchina da guerra che è lecito attendersi dopo il faraonico mercato estivo. Non solo, l’andamento in campionato è piuttosto altalenante e le due sconfitte in dieci partite, entrambe rimediate a San Siro contro Inter e Milan, sono per certi versi, parlando in generale, un’anomalia per la squadra di Allegri. Fatto sta che poi al momento della verità, perché la partita di ieri questo era sia per i bianconeri che per i partenopei, vuoi per bravura, vuoi per fortuna ma la Juventus non sbaglia. Vince una partita che probabilmente avrebbe avuto nel pari il risultato più giusto, mette il Napoli a 7 punti (più lo scontro diretto) e psicologicamente deprime un po’ la Roma di Spalletti che già pregustava il sorpasso. Insomma, quando la posta in palio è veramente alta la Juventus si comporta sempre da grande squadra. Ed in questo, almeno in Italia, continua a non avere rivali.
…CERTO È CHE I BIANCONERI NON HANNO RISOLTO I LORO PROBLEMI
La vittoria di ieri ha sicuramente allontanato ma non certo cancellato i problemi della Juventus. Numero uno: manca un regista. Ed il gioco ne risente. Numero due: probabilmente conseguenza del primo problema, ma la manovra è lenta e prevedibile ed il gioco non sembra costruito per mettere in condizione il centravanti di segnare. A volte questo è il punto di forza di una squadra. Altre volte, se il centravanti si chiama Higuain, potrebbe essere un limite. Non si può sperare sempre che l’argentino trasformi in gol almeno uno degli unici tre palloni giocabili che fino ad oggi mediamente riceve in una partita. Numero tre: gli acquisti estivi sembravano dover rappresentare il punto di frattura definitiva tra la Juventus ed il resto del campionato di Serie A. Oltre a dover rappresentare la fortuna dei bianconeri in Europa. La sintesi è però che Pjanic non ingrana, Dani Alves quando c’è da metterla sul piano tattico viene relegato in panchina e Higuain, per i motivi già detti, sembra limitato piuttosto che valorizzato. Se Allegri risolve queste grane i giochi sono chiusi.
IL CALCIO È QUESTIONE DI TATTICA…
Un’altra grande verità che, per fortuna, emerge da questo Juventus-Napoli è che il calcio, il grande calcio almeno, è e deve essere questione di tattica. Il Napoli sale a Torino rinunciando a Jorginho per Diawara e Allegri sacrifica Pjanic, ieri più operaio che architetto, incollandolo all’ex Bologna. Il tecnico bianconero lascia fuori l’estroso quanto non impeccabile da un punto di vista di applicazione tattica Dani Alves per il più quadrato Lichtsteiner con l’obiettivo di limitare Insigne. Sarri, sull’1-1, si copre rinunciando proprio al folletto azzurro per gettare nella mischia il più diligente Giaccherini. Magari a risentirne è lo spettacolo se è vero che alla fine i tiri nello specchio della porta degni di nota sono cinque in tutto, tre dei bianconeri e due dei partenopei. Ma la verità è che il 2-1 finale che ne viene fuori (tre gol su cinque tiri è un bottino niente male) spacca comunque in due il campionato mettendo almeno tre partite di distanza tra Juventus e Napoli. Giocare a viso aperto non avrebbe cambiato la sostanza? Per i partenopei forse. Per la squadra di Allegri, a giochi fatti, forse un po’ meno.
…E QUANDO C’È EQUILIBRIO LA DIFFERENZA LA FANNO I FUORICLASSE
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Il risultato più giusto sarebbe probabilmente stato un pari. Ma quando a regnare è l’equilibrio finisce sempre che la differenza la fanno i fuoriclasse. E quello di maggior peso, perché è quello che segna, quest’anno veste la maglia bianconera. Parliamo ovviamente di Gonzalo Higuain che da vero campione non ha accusato la doppia pressione di trovarsi davanti al suo recente passato in un periodo di forma per altro non certamente esaltante. L’argentino ha dimostrato grande freddezza al momento del gol. Non solo nel trovare da vero rapace la giocata che è valsa tre punti. Ma anche nel riuscire a non urtare la suscettibilità dei suoi ex tifosi e compagni rinunciando ad esultare. Nonostante gli debba essere pesato veramente tanto considerato quante gliene hanno dette. Del resto quel sorriso colto dalle telecamere che affiora sulle sue labbra e che cerca in tutti i modi di reprimere subito dopo aver trafitto Reina parla più di mille gesti o parole.
IL NAPOLI HA DISPERATAMENTE BISOGNO CHE ARRIVI PRESTO IL MERCATO
Nonostante gli azzurri non abbiano demeritato è evidente che la squadra di Sarri è monca. Le manca un centravanti. Non solo quello titolare, ma pure quello di riserva. L’assenza di Milik ha dimostrato l’inadeguatezza di Gabbiadini. Per chi deve fronteggiare un doppio impegno gravoso come l’accoppiata campionato-champions è impensabile non avere alternative. Il rischio è che il mercato di gennaio arriverà quando potrebbe essere ormai troppi tardi. Uno svincolato di lusso (Klose?) potrebbe forse rappresentare una valida soluzione per non compromettere i giochi prima ancora che arrivi il freddo vero.