Nella corsa a Russia 2018 l’Italia di Ventura tiene il passo della Spagna superando 2-0 l’Albania a Palermo. Una sfida che nascondeva molte più insidie di quante non si possa pensare e che qualche brivido nella schiena dei tifosi italiani ha fatto scorrere quando, dopo 45 secondi di gioco, Cikalleshi sparava un diagonale velenosissimo che usciva a lato di poco. Sta a vedere che è l’ennesima gara che nasce storta e finirà peggio? Per fortuna no. Quella di Cikalleshi sarà infatti l’unica occasione pericolosa del match per l’Albania di Gianni De Biasi. I nostri vicini di casa, accorsi in massa al Barbera gonfi d’orgoglio, “siamo venuti col gommone ed ora abbiamo uno squadrone” il coro più intonato nel settore ospiti dell’impianto palermitano, l’hanno messa sul piano fisico impostando una gara volta al contenimento. Una trama che per certi versi ha funzionato se è vero che ne è uscita fuori una partita onestamente poco piacevole da vedere e con poche occasioni da gol. Una partita che però ha detto che l’Italia è in crescita se è vero che ieri la vittoria è arrivata soffrendo quasi nulla al contrario delle precedenti sfide contro Israele e Macedonia dove fino all’ultimo il risultato era rimasto incerto.
Se l’atteggiamento mentale è quello giusto, a non convincere è il modulo. Il 4-2-4 scelto da Ventura contro l’Albania dovrebbe permettere agli azzurri di lasciar correre sulle fasce i due esterni Candreva e Insigne. Ma finisce per scollare il centrocampo dall’attacco. I due centrali titolari ieri, De Rossi e Verratti, non sembrano in grado di reggere da soli il reparto in sfide più impegnative come, ad esempio, quella che a settembre ci aspetta in Spagna e che sarà probabilmente decisiva per le sorti della qualificazione diretta (o meno) a Russia 2018. Il giallorosso dovrebbe svolgere il ruolo di interdittore mentre il regista del PSG dovrebbe alimentare la manovra. Compiti che, entrambi, svolgono anche diligentemente; ma è evidente che manca un terzo uomo a centrocampo. Il pendolo, in sostanza, in grado di far arrivare rifornimenti ad una coppia d’attacco, quella composta da Belotti ed Immobile, che finalmente sembra in grado di restituire nuovo lustro alla tradizione dei centravanti italiani.
Ventura ha la fortuna di trovarsi a lavorare con una nuova generazione di talenti che offre un ampio ventaglio di soluzioni anche a centrocampo. Sarebbe un peccato non capitalizzare al meglio un tale potenziale per incaponirsi su un impianto tattico che non usa più nessuno. Tanto più quando si è reduci da un triennio (Conte prima, Ventura ora) dove il mantra sembrava dovesse essere il 3-5-2. Modulo che, in effetti, sembra calzare meglio a questa squadra dal momento che ne esalta le caratteristiche degli interpreti che popolano quei reparti dove, attualmente, l’Italia è meglio rifornita: difesa ed attacco. Sarebbe probabilmente sufficiente allargare uno tra Belotti ed Immobile, sacrificando Insigne ed uno tra Zappacosta e De Sciglio, per rendere il potenziale azzurro veramente devastante. In tal senso è anche abbastanza anacronistico che il mister abbia deciso di chiudere la partita con l’Albania senza effettuare cambi. Non accadeva dal dicembre 1990 quando l’avversario era Cipro. La partita, soprattutto dopo il gol del raddoppio di Immobile, consentiva forse qualche esperimento in più.
Esperimenti che di certo non mancheranno contro l’Olanda quando, Ventura lo ha già annunciato, ci sarà un ampio turnover che darà modo di vedere all’opera sul grande palcoscenico i vari Rugani, Spinazzola, Gagliardini, Donnarumma e magari anche Andrea Petagna, chiamato dall’under 21 per sostituire l’infortunato Gabbiadini, e Matteo Politano, che scalpitano per poter entrare a pieni ranghi nel reparto forse che in questo momento da maggiori garanzie (9 degli 11 gol siglati sino ad ora nel girone di qualificazione sono arrivati da attaccanti). Giovani che già iniziano ad assaggiare il contesto azzurro, anche se l’Europeo under 21 di giugno sarà un’altro crocevia importante per capire se le parole di Buffon nei confronti della nuova linea verde sono veritiere. Le parole di Ventura (“Sta nascendo un bel gruppo: questa nazionale farà divertire”) sembrano di buon auspicio.
Al giro di boa l’Italia non si è smarrita ed anzi percorre con maggiore sicurezza la strada che porta direttamente in Russia. Dopo l’amichevole contro l’Olanda, a giugno ci sarà ancora tempo per gli esperimenti contro l’Uruguay. Poi si farà nuovamente sul serio con il Lichtenstein prima e la trasferta in terra iberica del 2 settembre poi. Due gare, soprattutto quella con la Spagna, da dentro o fuori. Alle quali sarà opportuno arrivare con le idee molto chiare.