Dopo l’Arabia Saudita, l’Iran

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Dopo l’Arabia Saudita, adesso l’Iran. È notizia di oggi (fonte ANSA) che anche la repubblica del Presidente Rouhani ha deciso che da ora in avanti anche le donne potranno assistere alle partite di calcio maschili. L’iniziativa di abolire il divieto, avanzata dal presidente dello stato islamico al Ministro dello sport, Masoud Soltanifar, è stata appoggiata e resa ufficiale dal vicepresidente iraniano Masumeh Ebtekar, che ha anche deleghe per le materie riguardanti donne e famiglia.

La notizia rappresenta senza dubbio una grande novità sebbene già negli anni passati era successo di frequente che le donne si fossero intrufolate di nascosto allo stadio, dietro travestimento, per poi postare le foto sui social network più per rivendicare un loro diritto che per passione nei confronti del calcio.

Sull’onda del sentimento nazionale che aveva portato numerose celebrità ed attivisti a chiedere con insistenza la revoca del divieto, un primo passo importante in tal senso si era apprezzato durante i Mondiali di Russia 2018. Proprio qualche settimana, infatti, era stato permesso ad alcune donne di accedere allo stadio di Teheran per assistere alla diretta sui maxi-schermi dei match della nazionale iraniana contro Portogallo e Spagna.

Si trattava della prima volta dalla rivoluzione islamica del 1979 e seguiva le proteste montate dopo che il divieto di accedere allo stadio era stato mantenuto in occasione del vittorioso debutto dell’Iran contro il Marocco. Proprio in quell’occasione a San Pietroburgo, dove si giocava il match, erano stati esposti degli striscioni a sostegno del diritto delle donne iraniane di accedere alle manifestazioni sportive che rimandavano all’hasthtag della protesta su internet #nobanforwoman.

Su Il Fatto quotidiano Tiziana Ciavardini, dopo l’apertura dei cancelli per i match con Portogallo e Spagna, ha parlato della mossa del governo iraniano come di uno specchietto per le allodole spiegando che si sarebbe potuto cantare vittoria solo dopo la rimozione del divieto. La rimozione adesso è avvenuta. Ma, come spiega meglio la Ciavardini nel suo articolo, l’auspicio è che non si tratti esclusivamente di un semplice mezzo per un fine più grande: distogliere l’attenzione dai problemi dell’Iran.