Mentre in Italia tiene banco la polemica sul sospendere o meno una partita in caso di cori discriminatori, in Inghilterra, come al solito, danno l’esempio e dettano la linea. Durante il sentitissimo derby del Nord di Londra tra Arsenal e Tottenham, dominato dalla squadra di Emery, si è infatti verificato un episodio increscioso che, come consuetudine da quelle parti, non è stato lasciato impunito.
In occasione dei festeggiamenti per il primo gol di Aubameyang (doppietta per lui) che sbloccava l’incontro, dalle tribune del settore ospiti dell’Emirates Stadium è piovuta in campo una banana chiaramente indirizzata al centravanti dell’Arsenal. Un episodio che, pur dovendone ancora accertare le intenzioni (come vedremo), è stato subito interpretato con connotazione discriminatoria.
Un gesto che ha stupito non solo per il fatto che certi gesti sciocchi continuino ad esistere nel 2018; ma anche per il fatto che a rendersene protagonista sia stata una tifoseria, quella degli Spurs, spesso presa (altrettanto stupidamente) di mira dagli avversari per il fatto che il Tottenham storicamente è la squadra della comunità ebraica londinese.
Comunque, come dicevamo, poiché ci si trovava in Inghilterra, il gesto a prescindere dalla reale intenzione non è stato lasciato impunito. La lotta agli hooligans ha stabilito un codice preciso in terra d’Albione: chiunque si comporti indegnamente all’interno di uno stadio (c’è decisamente però molto più lassismo per quello che succede fuori dagli impianti) deve pagarne le conseguenze.
E così, stando a quanto riportato dal Mirror, l’autore del gesto nei confronti di Aubameyang è stato immediatamente identificato e nel dubbio arrestato. Come dicevamo, resta infatti da capire, ed in merito è stata aperta un’inchiesta, se il lancio della banana sia avvenuto effettivamente con intenzione discriminatorie o meno.
Un’intenzione che intende appurare anche la Football Association che non vuole macchie nell’anno in cui la Federazione celebra i quarant’anni dalla prima convocazione con la Nazionale dei Tre Leoni di un giocatore di colore (Viv Anderson).