Sardegna, un mondo che, seppur sembrando quasi non aver nulla a che fare con il “bel paese”, ha sempre regalato grandi emozioni al panorama sportivo italiano. Soprattutto, calcisticamente parlando, non si può non pensare all’ormai famosa realtà rossoblu di Cagliari, che negli ultimi anni, tra contestazioni della tifoseria e retrocessione in serie B dopo undici anni consecutivi nella massima serie, ha fatto molto parlare di sé. Voci che, tra l’altro, sono aumentate nell’ultimo periodo. Il presidente Giulini infatti, già da qualche tempo, ha avviato un progetto che sta interessando tutto il mondo calcistico, una vera e propria rivoluzione per migliorare la società e l’immagine del club rossoblu, sempre rimanendo con i piedi per terra e tenendo ben presente l’obiettivo principale, di un’immediata salvezza in una serie A appena riconquistata. Prima di fondare una squadra ambiziosa infatti, la società guarda oltre i novanta minuti della Domenica, volendo sponsorizzare, anche all’estero, l’immagine di un club che può far ben sperare nel campo della pubblicità. Il responsabile per la Sardegna di Infront, Renato Sanna, ha già specificato l’importanza di una società sempre più in crescita, ed in collaborazione con marchi di prestigio come “San Martino” o “Vodafone”, già in collaborazione con calciatori rossoblu, abbracciando un progetto che, nella migliore delle ipotesi, potrà spingersi anche oltre Oceano nei prossimi anni. Soprattutto considerando un piano che consenta la costruzione di un nuovo stadio durante l’ultima stagione al Sant’Elia. Giulini ha espresso la volontà di una struttura in grado di ospitare eventi extranazionali come la Champions League, una qualificazione mondiale o europea e addirittura, un’ipotetica competizione olimpica (esclusa la finale). Uno stadio con certificazione “Uefa 4” e 21 mila posti coperti, per una spesa complessiva di 55 milioni di euro, che, entro la stagione 2019/2020 dovrebbero assicurare una nuova ed efficiente sistemazione per il Cagliari, anche in concomitanza con il centenario del club, e dopo 50 anni dall’ultimo scudetto vinto. Il presidente è molto fiducioso e ha specificato un caloroso ringraziamento pubblico al Sindaco e a tutti i consiglieri Comunali, che si sono posti, secondo le sue parole, “con un atteggiamento costruttivo ed attento alle esigenze del territorio”, congratulandosi inoltre, per il poco tempo nel terminare il progetto. La società sarda intanto si sta già muovendo nel campo del marketing, qualche giorno fa è stato infatti stipulato il contratto con il nuovo marchio tecnico “Macron”. L’azienda bolognese già aveva collaborato con la compagine isolana, ottenendo ottimi risultati, e si sente in qualche modo appagata dalla scelta cagliaritana di iniziare una rifondazione proprio a partire dal loro logo, che apparirà, oltre che sulla divisa ufficiale da gara, anche sulle tute della squadra. Una crescita che quindi fa ben sperare una realtà che sta investendo quantità ingenti di tempo e denaro per ripartire alla grande, puntando inoltre su un settore giovanile molto promettente, con una società sempre attenta nel valorizzare il talento, formando “uomini ancora prima che calciatori”. La primavera rossoblu ha quest’anno conquistato il quarto posto nel girone B, perdendo poi ai play-off a Torino, contro le giovani promesse granata. Un cammino importante però, accompagnato da una prospettiva di ampio miglioramento per il prossimo anno. Anche la rosa principale non ha però di certo atteso la fine del calcio mercato per piazzare i primi colpi. Il tecnico del Cagliari Rastelli, avrà nella prossima stagione una formazione che, grazie anche alla cessione di Ibarbo al Panathinaikos e di Balzano al Cesena, ha potuto permettersi acquisti non indifferenti come Bruno Alves, centrale difensivo portoghese e titolare nella nazionale, Ionita, centrocampista moldavo in arrivo dal retrocesso Verona, Padoin, riserva di lusso alla Juventus, e Pajac, croato classe 1993. Inoltre la società, dopo il rifiuto di Rincon, non ha nascosto una certa simpatia per il finlandese Hetemaj, attualmente a Verona, sponda Chievo. I presupposti per un’ottima stagione, insomma, sono stati posti da società e giocatori, ora starà solamente al campo ed al lavoro attorno a tutta la realtà cagliaritana, a trasformare una cosiddetta “provinciale” in qualcosa di più importante, almeno in ambito nazionale.