Gli Stati Uniti d’America hanno una caratteristica: per quanto possano apparire diversi, le sue città sembrano tutte dannatamente uguali. Sarà forse per questo che i centri urbani più iconici siano le varie New York, Los Angeles, Miami o Chicago. Non c’è quell’interdizione urbana che vede una vasta area periferica e architettonicamente bassa che si separa dai vari downtown metropolitani, che ammettono ai vertici del centro città dei picchi verticali ben riconoscibili. E come Columbus, o Akron o Sait Louis, Atlanta è fatta esattamente in questo modo.
Un centro città profondamente tecnologico e avanguardista che pian piano si distende verso il terreno fino a incontrare la pianura più esterna della metropoli, toccando le sponde della Georgia più ispida. Da questo polo cittadino – interamente raso al suolo a fine Ottocento – sono emersi storicamente Marten Luther King e la Coca Cola, senza dimenticare i più recenti Julia Roberts e Kanye West. L’America si riconosce e si esprime in tutte le sue forme, senza escludere la disciplina sportiva che tanto affascina il popolo di Trump, che due anni fa definì la capitale della Georgia una “città infestata” – effettivamente il tasso di crimine e la discriminazione razziali sono purtroppo delle costanti.
Il calcio ad Atlanta è nato tardi. Neanche a dirlo, è arrivato molto dopo le franchigie cittadine della NHL (Atlanta Flames), del football (Atlanta Falcons), del basket (Atlanta Hawks) e del baseball (Atlanta Braves); in Georgia, tra l’altro, verrà disputato anche il prossimo Super Bowl di football americano. Il teatro sarà dunque il Mercedes Benz-Stadium, costruito nel 2017 e da una capienza di 71’000 posti a sedere. L’impianto avveniristico ospita le partite dei Falcons e dell’Atlanta United, franchigia calcistica nata nel 2014 ma arrivata nella MLS solo nel 2017. A poco più di un anno di vita, l’Atlanta è diventata un vero fenomeno mediatico negli States, capace di arrivare – nella East Conference – seconda e classificandosi per i play-off insieme ai NY Red Bull. Dunque Atlanta e non Ny City F.C. (quella di Lampard e Villa), o il Toronto di Giovinco (arrivato addirittura nono). Sempre in termini di classifica, va ricordato come pure la nuova super star Zlatan Ibrahimovic sia stato escluso dagli spareggi con il suo Los Angels Galaxy. Ma oltre il risultato sportivo è la visione, il panorama dell’Atlanta United che diventa un caso nella MLS.
L’Europa che c’è in Georgia
Il progetto calcistico di Atlanta è partito subito bene visto i recenti risultati, che danno alla Georgia un’importante evidenza sportiva oltre i fasti delle altre discipline. Il Mercedes Benz Stadium ha esposto un’attendace casalinga di 53’002 spettatori nell’ultimo anno, registrando per ben quattro volte il sold out. Il pubblico di Atlanta sta rispondendo affermativamente alla chiamata del pallone che rotola, e questo è un dato significativo per fattori ben più macroscopici della semplice Georgia. Il soccer sta conquistando uno spazio sempre più ingombrante nei computi statistici, frutto sia di una riuscita operazione pubblicitaria dei brand (Nike, Adidas) che di sempre più martellanti tournè dei club europei negli Stati Uniti. Il calcio, che è entrato dalla porta di servizio in America, è diventato un fenomeno di massa con un sempre maggior numero di spettatori.
L’Atlanta F.C. è uno dei simboli di questa rivoluzione copernicana a stelle e strisce, che definisce una nuova icona sportiva: il soccer, termine statunitense che sostituisce l’anglosassone “football”. Il calcio si è evoluto in Georgia come in molte altre città degli Stati Uniti, maturando da semplice underworld – per dirla alla Don Delillo – fino a diventare uno status. E probabilmente, l’Underworld di Delillo non sarebbe stato lo stesso con il calcio al posto del baseball.
Motivi Tecnici
Atlanta ha scelto come suo primo condottiero storico un eroe dei due mondi, nel senso che cresciuto calcisticamente in Sud America, il Tata Martino si è reso noto ai più per la sua esperienza al Barcellona in Europa. Adesso è il primo allenatore della storia dell’Atlanta United, e sempre per parlare di simboli, a difendere la porta dei rossoneri c’è David Guzan, un altro che facendo il suo mestiere ha unito due culture diverse accomunandole con il calcio. Guzan è stato per nove anni portiere in Inghilterra – noto per lo più per l’avventura all’Aston Villa, ha poi giocato con Hull City e Middlesbough – e adesso è uno degli uomini chiave dell’Atlanta insieme ad altri personaggi; il calcio americano in realtà è particolarmente devoto e in un certo senso connesso a quello sudamericano, proprio perché gran parte dei talenti e delle star che popolano i campi USA sono di origine latina. Miguel Almiron è un centrocampista centrale il cui prezzo del cartellino (valore di Transfermarkt) si attesta sui dieci milioni di euro. Almiron è del Paraguay e insieme alla rivelazione Josef Martinez – già in Italia con il Torino – hanno trascinato Atlanta all’imprevedibile traguardo degli spareggi, che grazie al secondo posto conquistato vi parteciperà direttamente dalle semifinali. Proprio l’equadoreno ex granata ha vinto il Golden Boot (premio per il miglior marcatore stagionale di entrambe le conference) con 31 reti in 34 presenze, sinonimo di come da un lato il giocatore abbia un qualificato potenziale, e dall’altro che il mondo del calcio americano ha ancora un livello tecnico su cui lavorare.
Il potenziale tecnico di Atlanta ha dimostrato di essere sopra la media già presentando cinque giocatori nella rappresentativa MLS che in agosto ha sfidato la Juventus proprio alla Mercedes Benz Arena. Il pubblico ha seguito con entusiasmo l’evento e ancor di più ha palesato un ingente carico di stima nei confronti dei giocatori locali.
Il soccer è non solo una forma di rappresentazione cittadina – il motivo per cui ad Atlanta tutti seguono Atlanta, a Huston tutti tifano Rockets e via dicendo – ma pure una piacevole scoperta di un settore sconosciuto. Di conseguenza, la pubblicità social – e in questo Atlanta e le altre franchigie meno pop devono migliorare – è un altro motore di promozione che può portare negli anni a grandi risultati. Il calcio americano ha molto tempo per crescere ma ha già una piccola deadline che è quella dei Mondiali del 2024, in cui gli Stati Uniti ospiteranno insieme al Messico la Coppa del Mondo: per quella data la MLS deve puntare a raggiungere un livello tecnico dei propri giocatori attualmente un po’ troppo lontano dalla piena sufficienza europea. Ma l’innesco di alcuni talenti come Pulisic, Weah, Yedlin e del capitano Trapp (che gioca in patria con i Columbus Crew) sono incentivi a una positività della crescita. Intanto ci sono realtà importanti come New York e Los Angeles che cercano fiduciosamente di accostare il più possibile il calcio agli sport nazionali per eccellenza, almeno nel loro contesto cittadino. Ad Atlanta questo è un po’ meno lontano, tanto che il soccer, come lo chiamano loro, ha già eretto in Georgia un tempio importante. Il sogno americano del calcio ha trovato ad Atlanta un nuovo porto.