Il ritorno del De Toekomst

Giovedì 24 novembre 2016, Amsterdam Arena. In campo Ajax e Panathinaikos per la quinta giornata della fase a gironi di Europa League. Il tecnico dei lancieri, Peter Bosz, schiera una squadra con un classe ’99, Matthijs de Ligt, professione centrale, e quattro classe ’97: i centrocampisti Abdelhak Nouri e Donny van de Beek, l’ala Vaclav Cerny ed il centravanti Mateo Cassiera. Quando nel corso del match entra in campo anche Frenkie de Jong, mediano, l’età media dei biancorossi in campo è di 20,8 anni. Per la cronaca l’Ajax vince 2-0.

IL RITORNO DEL DE TOEKOMST

Cosa vuol dire tutto ciò? Che il De Toekomst, “Futuro” in italiano, il centro sportivo che ospita le giovanili del club di Amsterdam è tornato a sfornare talenti. Quello dell’Ajax è sempre stato uno dei vivai più prolifici in Europa. Una storia che ha probabilmente raggiunto il suo apice nella prima metà degli anni novanta quando la squadra allenata da Van Gaal dominava in patria e si dava da fare anche in giro per il vecchio continente riuscendo a strappare una Coppa Campioni al Milan nella notte di Vienna e dando filo da torcere alla Juventus nella finalissima del ’96 vinta dai bianconeri solo ai rigori. Negli ultimi anni tuttavia le cose sembravano andare meno bene. Emblematico il fatto che il Rinus Michels Award, il premio assegnato dalla federcalcio olandese ai migliori vivai, non vede il nome dell’Ajax sull’albo d’oro dal lontano 2006. Nelle ultime stagioni in Olanda sono soprattutto Feyenoord ed AZ a contendersi la palma di miglior sforna giovani. Così come è vero che i lancieri ultimamente faticano a monetizzare adeguatamente le cessioni dei loro giovani talenti. Da cinque anni a questa parte infatti nessun giovane cresciuto nel vivaio biancorosso ha lasciato Amsterdam per più di 3 milioni. Ma il vento sembra essere cambiato grazie alla generazione del 1996-1997.

DOLBERG E GLI ALTRI

Dalle giovanili arrivano i vari Klaassen, Veltman, El Ghazi, Tete. Sono classe ’96 Bazoer e Riedewald, due giocatori che sono però già da qualche anno nel giro della prima squadra. Ma i fiori all’occhiello di questa nuova nidiata di giovani talenti biancorossi sono senza dubbio Onana e Dolberg. Il primo, classe ’96, è un portiere. Alla seconda apparizione con la maglia dei lancieri ha parato un rigore. Questo e le ottime prestazioni successive gli sono valse i gradi da titolare. Il secondo è un attaccante danese diciannovenne che sta stregando Amsterdam, l’Olanda e non solo. Arrivato nel 2015 per 300 mila euro dal Silkeborg esordisce in prima squadra lo scorso luglio nel preliminare di Champions League con il Paok. Bosz, alle prese con l’imminente cessione di Milik, deve scegliere tra lui ed il colombiano Cassiera. Per non sbagliare li spedisce in campo entrambi. E loro ringraziano e ripagano la fiducia. Dolberg in particolare. Il danese sigla all’esordio il gol che vale il pari e che consentirà poi all’Ajax di passare il turno. E’ così che l’ex Silkeborg da soluzione di ripiego diviene punta di diamante quando il progetto deve ripartire orfano di Milik nel frattempo passato al Napoli. Il ragazzino infatti sembra avere una incredibile confidenza con il gol. Ad oggi ha già realizzato 11 reti delle quali 2 in Europa League e 8 in campionato dove lo scorso 20 novembre ha per altro rifilato una tripletta da record al NEC Nimega. Con i suoi 19 anni e 45 giorni Dolberg è infatti diventato il giocatore più giovane dell’Ajax a realizzare tre gol dai tempi di Van der Vaart (2001). Sempre scorrendo i numeri, solo tre attaccanti dei lancieri hanno segnato più del danese nelle prime 12 gare di campionato. Si tratta di Huntelaar (12), El Hamdaoui (11) e Kluivert (11). Proprio l’ex centravanti di Milan e Barcellona è l’ultimo grande attaccante dei lancieri uscito dal vivaio. Dopo di lui tutti i grandi marcatori che hanno vestito la casacca biancorossa sono stati acquistati sul mercato. Ed è forse questa la principale caratteristica del nuovo corso del De Toekomst. Non solo Dolberg infatti, ma anche il già citato Onana è stato acquistato a titolo oneroso dal Barcellona. Una nuova modalità insomma di creare talenti. Acquistati all’esterno ma plasmati e resi completi in casa. Pronti per essere venduti all’estero a peso d’oro. O chissà, pronti magari a riportare l’Ajax nell’elite del calcio mondiale.