Il percorso del Borussia Monchengladbach in questo avvio di stagione è una di quelle storie che vale la pena raccontare. Abbiamo avuto l’opportunità di seguire da vicino i tedeschi nel match di Europa League all’Olimpico contro la Roma. Una gara che, al di là delle polemiche arbitrali per altro elegantemente affrontate dal club tedesco, ha ristabilito il normale flusso degli eventi che lo sfortunato esordio in Europa League contro il Wolfsberger sembrava aver messo in discussione.
Anche perché la creatura di Marco Rose, che in Europa apparentemente stenta, si trova nel frattempo in vetta in vetta alla classifica di una Bundesliga che mai come quest’anno appare incerta. Un piazzamento, seppur temporaneo, che a Monchengladbach mancava dal 1985.
Un Borussia Monchengladbach sul modello Salisburgo
Marco Rose sta lentamente modellando il suo Borussia Monchengladbach sulla falsariga di quanto fatto a Salisburgo. Il mutevole 4-3-1-2 scelto dal 43enne tecnico tedesco fa della solidità difensiva (quella del Gladbach è la seconda difesa meno perforata di Germania) uno dei marchi di fabbrica Folhen (puledri) di Rose; nonostante le poche sfide concluse a rete inviolata (solo 3 di cui uno 0-0 all’esordio contro lo Schalke).
Sommer, giunto ormai alla sua sesta stagione nelle fila del Borussia, è sempre più una sicurezza (come abbiamo visto anche all’Olimpico); ed è sicuramente aiutato da un quartetto molto affiatato dove i centrali, Elvedi, Jantschke o Ginter a seconda delle rotazioni, sono supportati da esterni in grado di coprire entrambe le fasi. Si tratta di Wendt (o del nuovo acquisto Bensebaini) a sinistra e Lainer a destra.
Quest’ultimo, seguito a lungo dal Napoli qualche anno fa, è uno degli uomini di fiducia di Rose sin dai tempi di Salisburgo e non a caso ha fatto lo stesso percorso del mister trasferendosi dall’Austria in Nord Renania. Ed i fatti sembrano dare ragione a Rose se è vero che il terzino è il giocatore con più passaggi chiave della squadra nonché un grande equilibratore.
A centrocampo l’uomo chiave è senza dubbio Denis Zakaria. Abituato a giocare a due, in pochi avrebbero scommesso sulle sue capacità di evolversi ad interdittore a ridosso della difesa. Un ruolo, giusto per scomodare qualche nome pesante, alla “Casemiro”, impreziosito da una qualità di palleggio superiore ed una visione di gioco a 360 gradi che gli consentono di dettare tempi e geometrie con grande disinvoltura. Motivo per cui, specialmente nelle ultime uscite, Rose sta optando sempre più spesso per un 4-1-2-3 che riesce a valorizzare ancora meglio le caratteristiche di alcuni componenti della rosa.
Come ad esempio i due giovani molto interessanti che si muovono accanto a Zakaria: lo Slovacco-Ungherese Laszlo Bénes e Florian Neuhaus. Entrambi classe 1997, dopo qualche esperienza in prestito (Benes al Kiel, Neuhaus al Fortuna Dusseldorf) sono ora tornati alla base pronti ad esplodere. Grazie anche ai vari Kramar, Herrman e Johnson che li aiutano quotidianamente anche ad introdursi nell’universo Borussia Monchengladbach.
In attacco, infine, la velocità e il fraseggio la fanno da protagonisti. Qui i protagonisti sono Breel Embolo, ala ed ex promessa del calcio svizzero che si è un po’ persa nei trascorsi allo Schalke fra infortuni ed altro, e Marcus Thuram, figlio di un certo Lilian.
Estrosi sì, ma anche fini rifinitori: 8 delle 21 reti siglate ad oggi in Bundesliga dal Borussia portano infatti la loro firma; e soprattutto, non fanno rimpiangere Thorgan Hazard passato in estate all’altro Borussia, quello di Dortmund, per 25,5 milioni di euro.
Non bisogna poi dimenticare ovviamente Alassane Pléa, già a quota 4 reti e voglioso di superare lo score di 12 realizzato lo scorso anno. Più facile senza un elemento ingombrante come Hazard, anche se sarà fondamentale anche il suo apporto per crescere i due giovani esterni.
Quale futuro
Nonostante le basse aspettative e l’assenza di più elementi di vera esperienza in grado di fare la differenza, con un pizzico di fortuna l’audace Borussia Monchengladbach di Rose è in vetta alla Bundesliga e si appresta ad affrontare sfide importanti. La sconfitta rimediata contro il Borussia Dortmund non è stata sufficiente a compromettere una classifica che, anche grazie alle partenze non esaltanti di Bayern Monaco, Lipsia e Dortmund stesso, vede al momento le prime dieci squadre in appena cinque punti.
La vittoria a Leverkusen di sabato scorso (1-2 con reti di Wendt e Thuram) ha confermato che il Monchengladbach non è solo un fuoco di paglia. Ora arriva un filotto che, almeno sulla carta, appare abbordabile: Werder, Union Berlino e Friburgo che è però l’altra sorpresa di questo inizio stagione in Germania. Poi sarà la volta del Bayern, in questo momento nel bel mezzo di una crisi sportiva, almeno in patria, che sembra quasi senza precedenti. Riuscirà questo Borussia Monchengladbach a far rivivere i fasti di un tempo? Ci aggiorniamo a maggio.