Chi nasce in una città costruita attorno ad una ferrovia è destinato a viaggiare. Se poi quella città si trova in Argentina, e il pupo è portato per il gioco del calcio, allora la percentuale di scampo da una vita movimentata è ridottissima. A questa regola non fa eccezione Paulo Dybala, nato nel 1993 a Laguna Larga, nella provincia argentina di Còrdoba. Paulo perde il padre all’età di quindici anni, e da quel momento inizia a vivere nella pensione del club nel quale ha mosso i primi passi da calciatore, l’Instituto de Còrdoba: per questo ancora oggi nelle sue terre d’origine viene soprannominato el pibe del la pensiòn.
E’ proprio con l’Instituto de Cordoba che nel 2011 esordisce tra i professionisti. Il suo primo contratto è di 900 euro al mese, il minimo salariale previsto nella Primera B National, campionato che termina con 38 presenze e 17 gol, tra cui due triplette. Da esordiente è già uno dei migliori attaccanti della categoria, e infatti viene presto notato dal Palermo. La stagione 2011/2012 ha già messo in mostra tutte le qualità del ragazzo: rapidità, agilità, tecnica, abilità in contropiede, determinazione. Nell’estate del 2012 parte per Palermo, facendo registrare il record per il trasferimento più oneroso nella storia del club siciliano: 12 milioni di euro.
L’avventura italiana non inizia nel miglore dei modi per Paulo Dybala. Il suo esordio in serie A coincide con l’anno peggiore del Palermo, che cade in una crisi da cui non riesce pipiù a rialzarsi e a fine anno retrocede in serie B. Le prestazioni individuali però sono discrete. Dybala non brilla, ma segna i primi tre gol in serie A e nelle 27 partite che disputa riesce comunque a metter in mostra le sue qualità.
L’anno seguente in serie B non avrà vita facile. Il campionato cadetto in Italia è ruvido, adatto a giocatori che sanno sfruttare più il senso tattico e l’esperienza che il talento cristallino. Dybala ha solo vent’anni e non riesce ad asplodere. Il suo Palermo in ogni caso è superiore alle rivali per la promozione, e a fine anno torna in serie A. Dybala chiude la stagione con 5 gol segnati in 28 presenze, trovando continuità e iniziando a capire le differenze tra il calcio italiani e quello argentino.
Nessuno però si aspettava che avrebbe imparato così in fretta. Nel girone di andata si è messa in mostra una punta rosanero rigenerata rispetto a quella vista due anni fa. In 18 presenza sono già 10 i gol messi a segno, ma quello che stupisce è la qualità delle prestazioni. Velocità, tecnica, energia, dribbilng ed esplosività hanno messo in imbarazzo difensori esperti e tecnici superbi. E ovviamente da dicembre le voci di mercato, prima sussurrate, si sono fatte sempre più insistenti. La Juve vuole aggiungere una punta alla propria rosa, mentre l’Inter cerca un sostituto di Osvaldo e qualcuno che possa occupare il posto di Icardi, che probabilmente in estate lascerà Milano. Chissà che a Diego Milito e a Mauro Icardi, non possa succedere un altro argentino. Giovane, forte, e con molta voglia di viaggiare.