Il suo approdo in Serie A nel luglio del 2014 è passato decisamente inosservato nonostante un investimento, 6,5 milioni per il cartellino ed un quinquennale da 900 mila euro a stagione, non proprio irrilevante di questi tempi per un difensore. Forte fisicamente, molto veloce e tecnica discreta la sua scheda. L’etichetta di un talento grezzo, forse ancora acerbo per il campionato italiano, ma da tenere d’occhio. Nessuno ha sottolineato però quella che poi si è rivelata essere una sua grande dote: la velocità di apprendimento. Perché solo così si può spiegare la crescita esponenziale in queste due stagioni nel Bel Paese di Kalidou Koulibaly marcantonio senegalese classe ’91 di un metro e 95 centimetri per 90 chilogrammi leader difensivo del Napoli di Sarri ed idolo ormai quasi alla stregua di Higuain del pubblico del San Paolo. Probabilmente molto della sua crescita è dovuta proprio al tecnico ex Empoli che ne ha saputo valorizzare opportunamente le doti tecniche trasformandolo in un regista aggiunto in fase di impostazione del gioco e che ha saputo altresì curare e migliorare quegli aspetti tattici, specialmente nell’uno contro uno, che sembravano il vero punto debole del giocatore. Ed il roccioso difensore sembra esserne conscio: “E’ un orologio – dichiara a Goal.com in merito al tecnico dei campani – e fa attenzione anche ai dettagli più piccoli. Facciamo degli allenamenti specifici per ogni situazione e a livello difensivo tutti conoscono i loro compiti. E’ una scuola, non si finisce mai d’imparare. Benitez? E’ un tecnico più europeo, mentre Sarri ha una visione più chiara del calcio italiano”.
E’ forte Koulibaly. E ha ancora ampi margini di miglioramento. Questo nonostante due stagioni, la scorsa e soprattutto quella in corso, che lo hanno visto esplodere e salire alla ribalta del calcio italiano ed internazionale. Lo vorrebbe il Manchester United di Van Gaal (e di Mourinho) pronto a mettere sul piatto 20 milioni di euro. Lo vorrebbe anche Deschamps per la sua Francia in vista di Euro 2016. Peccato che il giocatore, nato nel Paese transalpino e cresciuto calcisticamente in Ligue2, abbia anche il passaporto senegalese e da settembre del 2015 ha scelto di vestire la maglia della nazionale del suo Paese d’origine. Una gaffe quella del commissario tecnico dei galletti che ha suscitato l’ilarità di molti e forse qualche rimpianto nel giocatore che ha candidamente dichiarato che a saperlo prima magari un pensierino ce lo faceva.
Intanto si gode Napoli, il Napoli ed il calcio italiano. Un mix esplosivo ed ideale per migliorare a livello tecnico e tattico e perseguire il suo obiettivo di breve termine: giocare la Champions League. Ecco ancora un passaggio della sua intervista a Goal.com: “Stiamo facendo di tutto per raggiungere i nostri traguardi e con dei giocatori come Reina, Albiol, Mertens o Jorginho io mi trovo davvero in sintonia. Siamo un gruppo d’amici: combattiamo l’uno per l’altro e ci sosteniamo tutti i giorni. Il Napoli è una grande realtà, con dei giocatori importanti. Sto bene qui, anche perché gioco praticamente tutti gli incontri: l’allenatore ha fiducia in me e sento vicina sia la gente, sia il club”. Quel club che ha accelerato le operazioni per offrirgli un contratto da Top Player fino al 2020.